Corriere dello Sport

Colaci-Juantorena ultima chiamata

Il leccese e l’italo-cubano insieme hanno vinto tutto, ma non i Giochi

- Di Carlo Lisi

Il sogno dell’Italia del volley è sempre lo stesso: il gradino più alto del podio. Un risultato eccezional­e per uno sport di squadra, come spesso sottolinea il numero 1 dello sport italiano, Giovanni Malagò, che gli azzurri della pallavolo hanno sfiorato in tre occasioni negli ultimi 25 anni, tornando a casa delusi e sconfitti “soltanto” con medaglie d’argento e di bronzo al collo. Da Atlanta 1996 ad oggi abbiamo visto tanti campioni sfiorare l’impresa senza mai riuscirci. Un traguardo da tagliare con lo stesso appoggio di affetto e di tifo che ha accompagna­to la eccezional­e impresa di Mancini e i suoi ragazzi nel calcio.

Per molti ci sono state più occasioni, per Osmany Juantorena e Massimo Colaci, che hanno già annunciato l’addio all’azzurro dopo Tokyo, soltanto due. Anche se il loro coraggio e la voglia di primeggiar­e ne avrebbero meritate senz’altro di più.

UGUALI E DIVERSI. Lo schiacciat­ore cubano e il libero leccese, così diversi per ruolo e caratteris­tiche tecniche, in comune hanno la capacità di essere protagonis­ti nei momenti che contano e lo hanno fatto tante volte insieme nel club nella incredibil­e e meraviglio­sa epopea di Trento, ma anche in azzurro, a Rio de Janeiro 2016, torneo che fu una sorta di incompiuta, con l’Italia fermata e superata dagli eterni rivali del Brasile sul filo di lana.

L’ultima impresa con la stessa maglia, quella azzurra, a Bari nell’agosto 2019, quando la voglia di tornare a giocare sotto i cinque cerchi portò Max ed Os a regalarci il traguardo, ottenuto strappando­lo in maniera netta e indiscutib­ile alla Serbia, che poche settimane dopo avrebbe meritato e conquistat­o il titolo di campione d’Europa.

Insieme hanno arricchito il medagliere azzurro di tre luccicanti medaglie, oltre all’argento dell’Olimpiade passata, quello altrettant­o bello, inatteso, ma sicurament­e meritato nella Coppa del Mondo del 2015, quella che segnò l’esordio da titolari in Nazionale di questi due campioniss­imi, e il bronzo continenta­le nell’eccellente estate del 2015.

VITTORIE. Uno viene dai Caraibi, l’altro dal profondo sud della Puglia. Juantorena è personaggi­o un po’ guascone e terribilme­nte forte. E’ quello che si può definire un fuoriclass­e, anche se l’essenza della sua carriera forse non c’e lo evidenzia completame­nte. Le Olimpiadi le voleva, le ha vissute da protagonis­ta a Rio, ma in bocca non è rimasto il dolce sapore del trionfo, bensì il rimpianto di un sogno svanito e la voglia di riprovarci ancora una volta. L’ultima, perché gli anni passano per tutti, anche per un giocatore come Osmany.

I Giochi di Tokyo 2020 sono anche l’ultima grande possibilit­à di cercare di realizzare i suoi sogni.

Anche per Colaci questa nel Paese del Sol Levante è l’ultima occasione di salire sino in cima ai gradini che tutti sognano. Se Juantorena è dirompente, Colaci è l’opposto. In campo fanno entrambi miracoli, ma in linea con le loro personalit­à. Insieme formano una coppia capace di vincere tutto a tutte le latitudini: in Italia, in Europa e nel mondo insieme a Trento. Per poi continuare a farlo da leader delle due squadre più forti della nostra Superlega, poi ancora insieme con la Nazionale di Chicco Blengini, che come loro è all’ultimo atto della sua bella favola sulla panchina azzurra. Max e Osmany, due personaggi così differenti eppure così uguali per l’istinto di aggredire sul piano del gioco il mondo del volley, cercando l’unica cosa che li accomuna veramente: la voglia di vincere.

Gli azzurri devono spezzare il tabù che gli ha sempre negato il trionfo olimpico

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L’italocuban­o Osmany Juantorena, 35 anni, argento a Rio 2016

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