Colaci-Juantorena ultima chiamata
Il leccese e l’italo-cubano insieme hanno vinto tutto, ma non i Giochi
Il sogno dell’Italia del volley è sempre lo stesso: il gradino più alto del podio. Un risultato eccezionale per uno sport di squadra, come spesso sottolinea il numero 1 dello sport italiano, Giovanni Malagò, che gli azzurri della pallavolo hanno sfiorato in tre occasioni negli ultimi 25 anni, tornando a casa delusi e sconfitti “soltanto” con medaglie d’argento e di bronzo al collo. Da Atlanta 1996 ad oggi abbiamo visto tanti campioni sfiorare l’impresa senza mai riuscirci. Un traguardo da tagliare con lo stesso appoggio di affetto e di tifo che ha accompagnato la eccezionale impresa di Mancini e i suoi ragazzi nel calcio.
Per molti ci sono state più occasioni, per Osmany Juantorena e Massimo Colaci, che hanno già annunciato l’addio all’azzurro dopo Tokyo, soltanto due. Anche se il loro coraggio e la voglia di primeggiare ne avrebbero meritate senz’altro di più.
UGUALI E DIVERSI. Lo schiacciatore cubano e il libero leccese, così diversi per ruolo e caratteristiche tecniche, in comune hanno la capacità di essere protagonisti nei momenti che contano e lo hanno fatto tante volte insieme nel club nella incredibile e meravigliosa epopea di Trento, ma anche in azzurro, a Rio de Janeiro 2016, torneo che fu una sorta di incompiuta, con l’Italia fermata e superata dagli eterni rivali del Brasile sul filo di lana.
L’ultima impresa con la stessa maglia, quella azzurra, a Bari nell’agosto 2019, quando la voglia di tornare a giocare sotto i cinque cerchi portò Max ed Os a regalarci il traguardo, ottenuto strappandolo in maniera netta e indiscutibile alla Serbia, che poche settimane dopo avrebbe meritato e conquistato il titolo di campione d’Europa.
Insieme hanno arricchito il medagliere azzurro di tre luccicanti medaglie, oltre all’argento dell’Olimpiade passata, quello altrettanto bello, inatteso, ma sicuramente meritato nella Coppa del Mondo del 2015, quella che segnò l’esordio da titolari in Nazionale di questi due campionissimi, e il bronzo continentale nell’eccellente estate del 2015.
VITTORIE. Uno viene dai Caraibi, l’altro dal profondo sud della Puglia. Juantorena è personaggio un po’ guascone e terribilmente forte. E’ quello che si può definire un fuoriclasse, anche se l’essenza della sua carriera forse non c’e lo evidenzia completamente. Le Olimpiadi le voleva, le ha vissute da protagonista a Rio, ma in bocca non è rimasto il dolce sapore del trionfo, bensì il rimpianto di un sogno svanito e la voglia di riprovarci ancora una volta. L’ultima, perché gli anni passano per tutti, anche per un giocatore come Osmany.
I Giochi di Tokyo 2020 sono anche l’ultima grande possibilità di cercare di realizzare i suoi sogni.
Anche per Colaci questa nel Paese del Sol Levante è l’ultima occasione di salire sino in cima ai gradini che tutti sognano. Se Juantorena è dirompente, Colaci è l’opposto. In campo fanno entrambi miracoli, ma in linea con le loro personalità. Insieme formano una coppia capace di vincere tutto a tutte le latitudini: in Italia, in Europa e nel mondo insieme a Trento. Per poi continuare a farlo da leader delle due squadre più forti della nostra Superlega, poi ancora insieme con la Nazionale di Chicco Blengini, che come loro è all’ultimo atto della sua bella favola sulla panchina azzurra. Max e Osmany, due personaggi così differenti eppure così uguali per l’istinto di aggredire sul piano del gioco il mondo del volley, cercando l’unica cosa che li accomuna veramente: la voglia di vincere.
Gli azzurri devono spezzare il tabù che gli ha sempre negato il trionfo olimpico