Trieste, la furia di Mou «Zaniolo non si tocca»
La lite fra il centrocampista e Lopez ha scatenato la reazione del tecnico Il disappunto in campo per la reazione di Nicolò ma negli spogliatoi ha chiesto rispetto per il suo giocatore. Che ha gradito l’intervento di José
L’allenatore vuole vincere sempre, anche i test di luglio, pretendendo il massimo dell’attenzione e dell’intensità. L’uomo difende i suoi giocatori come un padre, da attacchi frontali e schegge impazzite. E così anche la Triestina, a margine di un’amichevole banale, ha imparato a conoscere José Mourinho. Che in pubblico è apparso contrariato per il comportamento di Nicolò Zaniolo, visibilmente innervosito dalla marcatura dell’uruguaiano Walter Lopez. Ma in privato ha affrontato a brutto muso gli avversari, chiedendo rispetto per un ragazzo che tanto ha sofferto a causa degli infortuni e rappresenta un patrimonio del calcio italiano. Zaniolo, che era presente al chiarimento, ha gradito l’intervento del suo caposquadra, sempre più un punto di riferimento per lo spogliatoio della Roma.
IL CASO. Il problema è nato verso la fine del primo tempo, quando Lopez ha commesso un fallo sul limite dell’area. L’intervento non sembrava particolarmente duro ma ha scatenato la reazione di Zaniolo, che sin dai primi minuti era stato oggetto di un’attenzione eccessiva, in effetti immotivata visto il contesto. Con il terzino avversario si era già beccato nei primi minuti, nei dintorni della linea laterale, perché Lopez lo rimproverava di «stare sempre per terra a lamentarsi». A fine partita l’uruguaiano, appena arrivato a Trieste dalla Salernitana, ha minimizzato l’episodio («cose di campo, non è successo niente») ma per Mourinho la questione meritava un approfondimento. Zaniolo sta attraversando un periodo particolare, non soltanto per la delicata vicenda personale ma anche per il nuovo approccio al calcio giocato. Comprensibilmente, non ha ancora ritrovato la piena sicurezza nei contrasti. E quando prende un colpo, teme di ripiombare in un incubo durato un anno e mezzo. Da qui la rabbia esplosa improvvisamente, dopo tre o quattro interventi duri del diretto marcatore.
COCCOLE. Mourinho non è stato contento della scena a cui dalla panchina ha assistito. Tra l’altro, avendo Sportitalia puntato una telecamera fissa di lui è stato immortalato dalle immagini subito dopo la lite in un’espressione che non lasciava dubbi. A Zaniolo ha parlato, spiegandogli che è sempre sbagliato accettare le provocazioni e reagire d’istinto. Ma gli ha anche assicurato di essere pronto a gestire in prima persona la situazione. Tu pensa a giocare, al resto mi dedico io. Questo è il senso del discorso che conferma una stima già manifestata a un mese dal primo incontro a Trigoria via telefono.
DIFESA. Zaniolo d’altra parte era stato già difeso in presa diretta dai compagni. In particolare Pellegrini, da capitano, si è impegnato per disinnescare la zuffa intervenendo fisicamente per allontanare Lopez e chiedere una maggiore attenzione. E’ un altro comportamento di squadra che ha reso orgoglioso Nicolò, dopo le incomprensioni del passato (ricordate la discussione con Mancini in campo?) e i lunghi mesi di convalescenza che lo avevano tenuto a distanza dal gruppo.
CRESCITA. Ora l’unica cosa che conta è scrollarsi di dosso la paura del dolore. La condizione fisica è già ottima (quattro chili di massa magra in più sulla parte superiore del corpo sono un ottimo airbag), quella atletica sta crescendo, manca lo scatto psicologico che può arrivare solo grazie alle partite. A Trieste per la prima volta Mourinho lo ha schierato titolare, per giunta nel quartetto che dovrebbe cominciare la stagione, perché è sicuro che la Roma non possa prescindere dal recupero completo di Zaniolo per essere competitiva. Piano piano, minuto dopo minuto, colpo dopo colpo, se ne convincerà anche lui.
Lo Special One è sicuro che la Roma non possa prescindere da lui