Bardi è pronto: «Ho scelto Bologna perché amo molto le sfide difficili»
«È una società gloriosa e servirà a migliorarmi Mi piace comunicare quello che vedo in campo» SITUAZIONE NON CRITICA, MA SERVONO GLI ESAMI
IL PORTIERE È ALL’ISOKINETIC
Ok, vanno bene i salti, gli allunghi, i colpi di reni. Ma la mossa di Francesco Bardi ha qualcosa di circense. Ultimo arrivato in casa Bologna e già probabile titolare per le prime partite dell’anno. Tutta colpa del problemino alla spalla di Lukasz Skorupski che lascia dunque nelle mani di Bardi il ruolo titolare. Lui dice sì, no, boh, insomma nicchia, perché svelare i misteri non è mica compito dei giocatori: «Lukasz è un grande portiere. Non sta a me dirlo se giocherò o no. Io penso ad allenamenti per me stesso». E per chi altro potrebbe farlo questo ragazzo che arriva da Livorno, 29 anni, una vita piena di promesse, si direbbe una vita da mediano se non avesse scelto di fare il numero uno. «Rimpianti no, nessuno. Mi sento in grado di dimostrare il mio valore, dare tutto me stesso, so che posso migliore. Qui il gruppo mi ha accolto benissimo».
Con Skorupski in pausa precauzionale, il Bologna d’agosto sarà (quasi) tutto suo. Bardi si era già visto con la Bagnolese (zero interventi), si vedrà con la Feralpisalò (24 luglio, ultimo test a Pinzolo) e forse forse anche in Austria (il 30 luglio) contro il Borussia Dortmund. Bardi non se ne preoccupa, lui fa il suo. Ma almeno è consapevole di essere arrivato «in una società gloriosa, importante, che ha vinto tanto nella sua storia». Non male di questi tempi. «Ho scelto di venire qui perché c’è un progetto ambizioso. Io sono uno che cerca sempre nuovi stimoli per dare il massimo, e dunque sono contento e onorato». L’inserimento è andato subito alla grande. E figuriamoci: qui è we are one. «C’è una sana competizione. Bologna è una scommessa su me stesso, che mi spronerà a fare sempre meglio. Sono un calciatore che ama molto le sfide». Sarà bella qui a Bologna, che gioca d’attacco e che i gol presi non li ha mai nascosti. «L’aggressività - dice Bardi - è uno dei punti forti della squadra».
I PIANTI PER I GOL. Da bambino piangeva quando gli facevano gol. Raccontò che il babbo gli diceva di giocare e di non prendersela. «Dovevo solo divertirmi. Devo tutto ai miei genitori che sono stati sempre presenti e non mi hanno mai messo sotto pressione». Ma certo la pressione al Bologna è salita, si è alzata. Livorno, Novara, Chievo, una parentesi sfortunata all’Espanyol. E poi gli anni con il Frosinone (dal 2016 all’anno scorso) e la B, che lo hanno forgiato. Adesso Bardi vuole di più. «L’obiettivo: migliorare». Non sarà facile. Però di bello c’è che Bardi piace molto a Mihajlovic. Portiere moderno, bravo coi piedi, e soprattutto utile nella comunicazione. «Mi piace governare, cerco sempre di dare una mano, parlo, suggerisco cose che posso vedere da dietro. Con la velocità di oggi nel calcio è importante dare una mano anche a livello vocale». Cresciuto nel mito di Buffon, il numero uno livornese ha lavorato tanto sulla tecnica. «Il ruolo del portiere è cambiato nel corso degli anni, mi piace essere coinvolto nella manovra di squadra. Certo, non è il singolo portiere che stabilisce se la squadra gioca o no, ma il portiere aiuta a partecipare all’azione».
BARDI E MIHAJLOVIC. Mihajlovic ha sempre chiesto comunicazione, e Bardi ce l’ha. «Il mister è una persona molto determinata. E’ una figura che serve, ai ragazzi, a tutti noi. In generale sono rimasto colpito da tutti, dai ragazzi di talento di questa squadra». Conosceva bene Mbaye, avevano giocato insieme a Livorno. «Lo vedo molto evoluto sotto l’aspetto tattico e tecnico, sono contento del percorso che ha fatto». E poi Soriano e Sansone, con cui Bardi aveva condiviso molte partite nelle nazionali under. 37 partite (come Andrea Pirlo) nell’U21, Bardi ha vinto anche un argento agli Europei U21 del 2013 in Israele. Perse in finale contro la Spagna.
«Se posso essere utile lo farò anche sfruttando i vantaggi della mia posizione»
«Questa squadra fa dell’aggressività uno dei punti di forza più interessanti»