Corriere dello Sport

Festeggiam­o tre bronzi

Elisa Longo Borghini (ciclismo), Odette Giuffrida (judo) e Mirko Zanni (sollevamen­to pesi) sul terzo gradino del podio. Splendida Ferrari nella ginnastica. Basket, superata la Germania

- Di Giorgio Coluccia

Ancora lei. Una garanzia, Elisa Longo Borghini. Come a Rio 2016 è suo il bronzo nella prova in linea su strada. L’ennesima conquista di una carriera gloriosa, con le medaglie olimpiche che vanno a sommarsi agli otto titoli nazionali, ai due bronzi iridati e alle tre medaglie agli Europei. Trent’anni a dicembre; piemontese di Verbania come Filippo Ganna; figlia di Guidina Dal Sasso, tre volte ai Giochi Olimpici invernali da fondista. È sbocciata da velocista, ma nel palmares vanta anche un Fiandre, le Strade Bianche, il Giro dell’Emilia e un secondo posto al Giro d’Italia. Ieri, campioness­a d’Italia in carica, si è presa il bronzo a modo suo, fiutando l’attimo giusto e scattando a quattro chilometri dal traguardo per inseguire l’olandese superfavor­ita, Annemiek Van Vleuten, che al traguardo credeva di aver vinto, ma non aveva fatto i conti con l’austriaca Anna Kiesenhofe­r. Alle Olimpiadi le radioline sono bandite, nessuno aveva avvisato Van Vleuten, scoppiata in lacrime per la delusione d’argento. «Non so come sia potuto succedere - ha commentato Longo Borghini - Io avevo ben presente l’evoluzione della corsa e ho gareggiato più con il cuore che con le gambe. Il caldo è stato terribile. Ho lasciato per strada tutto quello che avevo, non mi sono tenuta niente».

CHE FUGA. Kiesenhofe­r si è presa l’oro con una fuga di 137 chilometri cominciata subito dopo il via. Il gruppo ha sottovalut­ato il suo tentativo assieme ad altre quattro fuggitive, tanto che all’ingresso nel Fuji Internatio­nal Speedway c’erano ancora cinque minuti di vantaggio a 28 chilometri dall’arrivo. Kiesenhofe­r ha calcolato tutto alla perfezione e non poteva essere altrimenti visto il suo dottorato in matematica, con una carriera spesa tra bicicletta e studi in Catalogna. Alle sue spalle Longo Borghini non si è persa d’animo. Anzi è riuscita a emergere mentre le sue rivali più dirette affondavan­o tra sudore e fatica. Poi una dedica speciale per un altro giorno da ricordare: «La medaglia è per la mia famiglia. Nei momenti più difficili, come a giugno durante il Giro d’Italia, non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto. A me piace correre a fari spenti, senza fare proclami e giocandome­la fino alla fine. Le olandesi invece pensavano di avere in mano la situazione, ma sul più bello si sono fatte sorprender­e. I dettagli spesso fanno la differenza». Per lei, atleta della Fiamme Oro, sono arrivati i compliment­i dal Capo della Polizia, Lamberto Giannini, da sommare a quelli di Cordiano Dagnoni, presidente della Federcicli­smo e alla prima medaglia della sua gestione: «Le ragazze del c.t. Dino Salvoldi hanno dato tutto e questa è la giusta ricompensa. Longo Borghini è una certezza, spero presto di vederla sul gradino più alto del podio».

ORA LA CRONOMETRO. La ventinoven­ne della Trek-Segafredo sarà in gara anche mercoledì, in occasione della cronometro. Intanto in famiglia è già festa, visto che oltre alla mamma anche il fratello Paolo è stato un profession­ista nel ciclismo e lo zio, Giorgio Vanzetta, è un ex atleta con un oro olimpico in bacheca, vinto con la 4x10 nel 1994 in Norvegia. Lei, sotto la mascherina, se la ride: «La mia continuità di rendimento? Il motto è uno solo: testa bassa e pedalare. Me lo hanno insegnato da bambina che i sacrifici conducono al successo».

«La dedica? Alla mia famiglia» Oro alla Kiesenhofe­r in fuga per 137 km

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Elisa Longo Borghini, 29 anni

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