Festeggiamo tre bronzi
Elisa Longo Borghini (ciclismo), Odette Giuffrida (judo) e Mirko Zanni (sollevamento pesi) sul terzo gradino del podio. Splendida Ferrari nella ginnastica. Basket, superata la Germania
Ancora lei. Una garanzia, Elisa Longo Borghini. Come a Rio 2016 è suo il bronzo nella prova in linea su strada. L’ennesima conquista di una carriera gloriosa, con le medaglie olimpiche che vanno a sommarsi agli otto titoli nazionali, ai due bronzi iridati e alle tre medaglie agli Europei. Trent’anni a dicembre; piemontese di Verbania come Filippo Ganna; figlia di Guidina Dal Sasso, tre volte ai Giochi Olimpici invernali da fondista. È sbocciata da velocista, ma nel palmares vanta anche un Fiandre, le Strade Bianche, il Giro dell’Emilia e un secondo posto al Giro d’Italia. Ieri, campionessa d’Italia in carica, si è presa il bronzo a modo suo, fiutando l’attimo giusto e scattando a quattro chilometri dal traguardo per inseguire l’olandese superfavorita, Annemiek Van Vleuten, che al traguardo credeva di aver vinto, ma non aveva fatto i conti con l’austriaca Anna Kiesenhofer. Alle Olimpiadi le radioline sono bandite, nessuno aveva avvisato Van Vleuten, scoppiata in lacrime per la delusione d’argento. «Non so come sia potuto succedere - ha commentato Longo Borghini - Io avevo ben presente l’evoluzione della corsa e ho gareggiato più con il cuore che con le gambe. Il caldo è stato terribile. Ho lasciato per strada tutto quello che avevo, non mi sono tenuta niente».
CHE FUGA. Kiesenhofer si è presa l’oro con una fuga di 137 chilometri cominciata subito dopo il via. Il gruppo ha sottovalutato il suo tentativo assieme ad altre quattro fuggitive, tanto che all’ingresso nel Fuji International Speedway c’erano ancora cinque minuti di vantaggio a 28 chilometri dall’arrivo. Kiesenhofer ha calcolato tutto alla perfezione e non poteva essere altrimenti visto il suo dottorato in matematica, con una carriera spesa tra bicicletta e studi in Catalogna. Alle sue spalle Longo Borghini non si è persa d’animo. Anzi è riuscita a emergere mentre le sue rivali più dirette affondavano tra sudore e fatica. Poi una dedica speciale per un altro giorno da ricordare: «La medaglia è per la mia famiglia. Nei momenti più difficili, come a giugno durante il Giro d’Italia, non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto. A me piace correre a fari spenti, senza fare proclami e giocandomela fino alla fine. Le olandesi invece pensavano di avere in mano la situazione, ma sul più bello si sono fatte sorprendere. I dettagli spesso fanno la differenza». Per lei, atleta della Fiamme Oro, sono arrivati i complimenti dal Capo della Polizia, Lamberto Giannini, da sommare a quelli di Cordiano Dagnoni, presidente della Federciclismo e alla prima medaglia della sua gestione: «Le ragazze del c.t. Dino Salvoldi hanno dato tutto e questa è la giusta ricompensa. Longo Borghini è una certezza, spero presto di vederla sul gradino più alto del podio».
ORA LA CRONOMETRO. La ventinovenne della Trek-Segafredo sarà in gara anche mercoledì, in occasione della cronometro. Intanto in famiglia è già festa, visto che oltre alla mamma anche il fratello Paolo è stato un professionista nel ciclismo e lo zio, Giorgio Vanzetta, è un ex atleta con un oro olimpico in bacheca, vinto con la 4x10 nel 1994 in Norvegia. Lei, sotto la mascherina, se la ride: «La mia continuità di rendimento? Il motto è uno solo: testa bassa e pedalare. Me lo hanno insegnato da bambina che i sacrifici conducono al successo».
«La dedica? Alla mia famiglia» Oro alla Kiesenhofer in fuga per 137 km