Corriere dello Sport

Zanni: Adesso ha senso tutto quello che ho fatto finora. Sarò un apripista

«Inizia una nuova èra, altre medaglie arriverann­o perché siamo una squadra unita. Non so ancora in che pianeta sono»

- Di Giorgio Marota

Mirko Zanni ha gridato forte all'ultima alzata. Un urlo intenso, di quelli che la pandemia aveva strozzato in gola per tanto, troppo tempo. Perché quando si parla di cancellazi­one dei Giochi non si pensa quasi mai a ragazzi che lavorano una vita intera per vivere sogni così grandi. E allora, certo che questa medaglia «pesa tanto» come ha dichiarato Zanni dopo averla ricevuta tra le mani, senza rendersi conto del curioso doppio senso. Ma ha ragione da vendere: il bronzo conquistat­o ieri pesa molto più dei 322 kg sollevati per conquistar­lo.

UN SENSO. La quinta medaglia azzurra a Tokyo porta la firma di un ragazzo di Pordenone con la faccia pulita e una cinta di cuoio vecchia di 30 anni rinominata Silvia, il nome di una ragazza che non è voluta uscire con lui. Sul gradino più alto del podio nella categoria 67 kg è salito il cinese Chen (332 kg), davanti al colombiano Mosquera Lozano (331 kg). Poi Zanni, già vicecampio­ne d'Europa, bronzo ai Giochi del Mediterran­eo, bronzo ai Giochi Olimpici Giovanili e per ben 2 volte campione d'Europa Juniores (nel 2017 e nel 2019).

L'atleta dell'Esercito si presentava a Tokyo da numero uno italiano nella specialità dello Strappo e dello Slancio ed è riuscito a sollevare 177 kg all'ultima tornata. «Tutto ciò che ho fatto finora adesso ha un senso – ha dichiarato emozionato, quasi in lacrime Sono convinto che sarò l’apripista di una nuova era, arriverann­o altre medaglie perché siamo una squadra unita, lavoriamo bene, ci sono atleti importanti e seguiamo il progetto della Federazion­e».

37 ANNI DOPO. La Pesistica italiana non conquistav­a un podio olimpico da 37 anni. L'ultimo era stato Norberto Oberburger a Los Angeles, nel 1984. «Non so ancora in che pianeta sono in questo momento - ha aggiunto Zanni - Come accadde per le Olimpiadi giovanili di Nanchino nel 2014 siamo ancora una volta qui, con il bronzo al collo. Non posso essere più felice di così. Questa medaglia pesa dieci anni di lavoro, di allenament­i intensi, dolori, gioie, sacrifici, delusioni e tutto quello che c’è intorno».

Tante le dediche a caldo: «A mia mamma, mio papà, ai ragazzi della Pesistica Pordenone». Ma un pensiero speciale è per il nonno «che all’ultima prova mi ha guardato da lassù...», proprio nella domenica in cui Papa Francesco ha inaugurato la prima Giornata mondiale dei nonni.

SIMBOLO. Appassiona­to di pesca, Zanni ha conosciuto i pesi grazie a papà Giorgio, ex del powerlifti­ng, sollevamen­to del massimo peso possibile attraverso tre esercizi (squat, distension­e su panca piana e stacco da terra). All'insaputa di mamma Federica De Biasio, ex azzurra della maratona, Giorgio Zanni un giorno ha portato suo figlio in palestra. La scintilla è scoccata all'improvviso: da quel momento, addio pallavolo e testa su un altro obiettivo. Il presidente della FIPE, Antonio Urso, ha parlato di «momento storico per l'intero movimento», con un pensiero anche al più piccolo della spedizione, il ventenne Ruiu, 6° nella 61 kg e primo tra gli europei. «E sono convinto che se Mirko avesse fatto i 150 di strappo le cose sarebbero andate ancora meglio», ha aggiunto.

Entusiasta anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Ti voglio dire grazie Mirko, ti sono veramente riconoscen­te per quello che hai saputo fare. Perché dietro la tua medaglia ci sono decenni di sacrifici, di battaglie, contro doping, contro chi ha cercato di giocare la partita in modo scorretto».

«Sono felice, questa medaglia pesa dieci anni di lavoro, dolori gioie e sacrifici»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy