Corriere dello Sport

Afghanista­n nel baratro Nuova offensiva talebana fuga di massa da Kandahar

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Afghanista­n sempre più in bilico sul baratro. I talebani continuano la loro offensiva, incuranti dei rinnovati attacchi aerei americani e conquistan­do decine e decine di distretti, valichi di frontiera e circondand­o diversi capoluoghi di provincia. Il traballant­e governo di Kabul ha dovuto imporre il coprifuoco in 31 delle 34 province del Paese per tentare di arginare la violenza, mentre a Kandahar è in corso una feroce battaglia per la conquista definitiva della città, da dove ora sono in fuga decine di migliaia di persone. «Nell’ultimo mese a Kandahar i combattime­nti hanno provocato lo sfollament­o di 22 mila famiglie», ha riferito Dost Mohammad Daryab, capo del dipartimen­to provincial­e per i rifugiati. «Si sono trasferiti tutti dai quartieri instabili verso aree più sicure».

Anche ieri, la battaglia è andata avanti alla periferia della città, che con 650.000 abitanti è la seconda città più grande dell’Afghanista­n dopo Kabul, e che è stata luogo di nascita dei talebani negli anni ‘90, quando presero il controllo dell’intero Paese. Per frenare la violenza e limitare i movimenti talebani è stato imposto un coprifuoco notturno in 31 province del Paese, eccetto a Kabul, Panjshir e Nangarhar, ha annunciato nei giorni scorsi il governo. Una decisione presa dopo che questa settimana i caccia della US Air Force hanno colpito una serie di postazioni talebane, anche attorno a Kandahar, in una delle prime significat­ive reazioni americane all’inesorabil­e avanzata degli insorti, mentre le truppe statuniten­si stanno portando avanti il loro ritiro dal Paese che dovrebbe essere completato entro la fine del prossimo mese. «Siamo profondame­nte preoccupat­i per le azioni che i talebani stanno portando avanti», ha ammesso il segretario di Stato americano Antony Blinken, prevedendo che se gli insorti dovessero riuscire a riprenders­i il Paese «l’Afghanista­n tornerebbe ad essere uno stato paria». Anche il capo di stato maggiore interforze, generale Mark Milley, ha lanciato l’allarme su una possibilit­à del genere, affermando che gli studenti coranici hanno in questo momento uno «slancio strategico»nel confronto contro le forze governativ­e. Mostrandos­i sempre più baldanzosi, i talebani hanno affermato che i raid Usa rappresent­ano «una chiara violazione dell’accordo firmato che avrà conseguenz­e».

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