Un inno all’Italia
Jacobs e Tamberi (con l’amico Barshim) hanno passato una notte insonne, ancora increduli
La carrozza dei vincitori è sempre incinta. Dopo gli ori di Tamberi-Jacobs, molti “riduttori” battono in ritirata.
Le due star azzurre, oro nei 100 e nell’alto al ritorno al Villaggio hanno continuato a gioire
La notte più lunga della loro vita. Non hanno fatto sogni d’oro Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi soltanto perché non hanno proprio chiuso occhio dopo aver rubato la scena al mondo, anche perché il loro sogno più grande e quello di tutti gli italiani l’avevano trasformato in realtà nella pazza serata del primo agosto.
Qualche ora dopo è ancora tutto vero, anche se gli stessi due eroi dell’atletica azzurra fanno ancora fatica a realizzarlo, mentre rientrano in macchina al Villaggio Olimpico. Lì, parecchi colleghi degli altri sport, tra cui l’asso del basket Danilo Gallinari, li aspettano per abbracciarli e festeggiarli. Anche il mattino dopo, il nuovo re dei 100 metri resta incredulo: «Non ci ho nemmeno provato a dormire e non ho ancora realizzato niente. Ho passato tutta la notte a vedere sul telefonino le reazioni dall’Italia. Ho visto un grandissimo sostegno da parte di tutti, è stato veramente fantastico perché non mi aspettavo tutto questo».
Dalla gara vista da tutte le angolazioni e in tutte le lingue ai video amatoriali, passando per i “meme” che raccontavano in maniera scherzosa il trionfo leggendario del ventiseienne fulmine delle Fiamme Oro: «È stato divertentissimo vedere come la gente urlava guardando la mia gara e, ogni volta che sentivo le loro grida, mi veniva la pelle d’oca. Bellissima anche la vignetta con Chiellini che firma il mio avversario, permettendomi di vincere. E poi tutte le fotografie con Gimbo, emozionanti e uniche perché abbiamo condiviso insieme, nello stesso momento un sogno che avevamo da tanti anni nel nostro cassetto». Un abbraccio che a tanti ha ricordato quello di Vialli e Mancini dopo che l’Italia ha vinto gli Europei di calcio.
Mentre Jacobs si godeva la travolgente ondata di complimenti, Gimbo bazzicava per il Villaggio assieme all’amico Mutaz Essa Barshim. Già molto legati prima di Giochi di Tokyo, ora sono inseparabili dopo aver condiviso l’oro olimpico del salto in alto. Era bastato uno sguardo per decidere di spartirlo e da quel momento non si sono più lasciati. «Se gli ho parlato dopo la gara? Abbiamo fatto di più, non abbiamo dormito e abbiamo passato tutta la notte insieme», racconta Gimbo. Due dei video più buffi sono quello in cui un disgustato Gimbo prende in giro Mutaz perché mangia un panino marmellata, uovo e salciccia nel cuore del notte e quello in cui il qatariota chiede all’assistente vocale chi abbia vinto il salto in alto all’Olimpiade di Tokyo: «Tu e il tuo amico Gianmarco, ovviamente», la buffa risposta.
A colazione Gimbo incontra Vanessa Ferrari e chissà che in quel momento non le abbia passato un po’ di magia, visto l’argento leggendario conquistato ieri sera dalla Farfalla di Orzinuovi.
La giornata vola via in fretta fino alla sera, quando viene il momento di mettersi al collo quei due ori pazzeschi. Tra le 19 e le 19,09 locali, l’Inno di Mameli suona per due volte allo Stadio Olimpico d’Italia, facendo piangere di gioia tutta l’Italia. Marcell si emoziona, Gimbo apre i cuori di tutto lo stadio quando prende la medaglia d’oro e la mette al collo dell’amico Mutaz, con il qatariota che fa altrettanto pochi secondi dopo: «È stato l’epilogo di quello che è successo in pedana e di tutto quello che abbiamo condiviso in questi anni. Abbiamo vinto insieme e volevamo sentirci mettere una medaglia al collo, farsela mettere da un campione olimpico non è niente male».
Le emozioni pervadono anche Marcell: «Sono super commosso, è stato bellissimo salire sul gradino più alto del podio con una medaglia che pesa un quintale. È stata veramente un’emozione unica, è incredibile vivere questo momento». E con quei due ori che luccicano e tintinnano possiamo proprio dirlo: è tutto vero.