Vanessa finalmente d’argento
Ferrari incanta sulle note di “Con te partirò” di Bocelli e cede solo alla statunitense Carey
Spezzata la maledizione del quarto posto, a 30 anni arriva la tanto sospirata medaglia nel corpo libero
«Finalmente…». Il tempo è galantuomo e sorride a Vanessa Ferrari, sul podio olimpico dopo un inseguimento lungo una vita. Lei trentenne, contro sette avversarie di età compresa tra i 16 e 24 anni. L’esercizio al corpo libero è un capolavoro di classe e vale l’argento - il primo individuale nella storia della ginnastica femminile senza nessuna polemica perché il successo dell’americana Carey è ineccepibile, così come il secondo posto di Vanessa. Le altre rimbalzano, si avvitano, volano anche più in alto eppure a queste adolescenti o ragazze manca qualcosa. Quel qualcosa che ha solo Vanessa, donna matura di quasi trentuno anni, che dà un senso a tutta la ginnastica artistica mettendoci proprio l’arte, l’eleganza. Se non ci fosse lei, questo sport non si potrebbe chiamare così.
EQUILIBRIO. Sulle note di “Con te partirò” l’esercizio scalda il cuore, perché lo fa lei e perché lo fa bene. Si emoziona anche Bocelli, che le scrive: «Sono felice di aver fatto da contorno a questo grandissimo successo con una canzone che ho cantato, spero di incontrarti presto». Vanessa non sbaglia niente e non sarà medaglia d’oro perché, per preservare il suo fisico, ha dovuto rinunciare a qualcosa sulle difficoltà, privilegiando l’esecuzione. La differenza con l’americana Carey è tutta lì, in quella quarta “diagonale” che Vanessa ha scelto strategicamente di non fare. Ma le altre sono dietro.
QUARTO TENTATIVO. Bambina e lontana dalle posizioni di vertice nel 2008, beffata nel 2012 dove da terza a pari merito si ritrovò quarta a causa di un regolamento crudele, quarta e in lacrime a Rio 2016, quando una manciata di centesimi le negarono ancora una volta il podio. Lì, a 26 anni, sembrava la fine. Ancora di più dopo il tendine d’achille che salta, nel 2017, costringendola a 500 (500!) giorni di stop. Vanessa non si arrende, vuole tornare. Lo fa in Coppa del Mondo, nel 2019, ma il fisico si ribella: doppio intervento alle caviglie, nuova riabilitazione, il rientro alla fine di quell’anno con Tokyo alle porte. Ma arrivano i problemi alla tiroide, il Covid, il lockdown, il rinvio dei Giochi al 2021. Che diventano i suoi: «E’ andato tutto come avevo sognato - spiega - e sono felicissima del mio rendimento anche se mi sarebbe piaciuto far suonare l’inno. Sono rimasta solo stupita da quel doppio bronzo che invece a me era stato negato nel 2012». Quasi trentuno anni, una carriera lunghissima, il suo corpo che potrebbe chiedere il conto: «In realtà quando sono in pedana non penso né all’età né agli infortuni. L’obiettivo è solo fare le cose nel modo giusto. Dedico questa medaglia a chi ha creduto in me quando neanche io ci credevo. Prima della finale ho cercato solo di restare tranquilla, ora non so se riuscirò a dormire ma ormai è andata».
FUTURO. Parigi 2024 sembra dietro l’angolo. Come dice Casella, il suo allenatore, l’obiettivo è l’inno di Mameli ai Giochi: «So che non volterò mai le spalle al mio sport ma non ho ancora deciso cosa fare dopo questa medaglia. Ora mi riposerò, poi valuterò tante situazioni e farò le mie scelte. Conteranno molto anche gli stimoli».
TIMORI E SPINTA. C’è stata, in questo lungo viaggio, anche la paura di non farcela: «Sì, quando mi sono rotta il tendine, poi dopo un anno e mezzo sono tornata e poco dopo rioperata. Ho dovuto sistemare tante cose e ancora poche settimane fa non sapevo come sarebbe andata. Ma avevo il piano B pronto, preparando tutti gli attrezzi. Ora però ho la sensazione di aver chiuso
«E’ arrivato il giorno che sognavo da tanto Parigi 2024? Chissà ora voglio riposare»
un cerchio». La vittoria di Tamberi e Jacobs ha cambiato l’umore di tutta la spedizione azzurra: «Vedere cosa hanno fatto l’altra sera è stata una bella spinta. E poi con Tamberi abbiamo fatto un percorso simile». Si scioglie alla fine della serata via social: «Volevo ancora una possibilità per giocarmi le mie carte e non ho fallito. Queste sono le Olimpiadi. Italia, c’è magìa nell’aria. La sentite?».