«Io, Chiara e la carpa d’oro»
- Dopo averla chiamata per prima, gridandole tutta la sua gioia, finalmente può abbracciarla a Casa Italia e metterle al collo la medaglia d’oro olimpica.
Gianmarco Tamberi ha festeggiato il trionfo storico nel salto in alto assieme alla fidanzata e promessa sposa Chiara, alla quale ha chiesto la mano appena prima di partire per i Giochi di Tokyo. La data non è ancora decisa, ma ora i due potranno pensarci col cuore ancor più leggero.
CARPA. Tra un selfie e l’altro con chi vuole avere un ricordo indelebile della notte magica dell’atletica italiana, Gimbo svela la battuta fatta alla compagna per chiudere la chiamata: «In questi giorni lei continuava a passare vicino a un laghetto qui dietro e a vedere una carpa con la testa d’oro e mi ripeteva: “È un segnale, è un segnale!”. Allora le ho detto che adesso che ho vinto, può pescare la carpa e ce la mangiamo».
A proposito di cibo, l’azzurro poi racconta i tanti sacrifici fatti per conquistare l’oro: «Tirare giù 11 o 12 chili per essere più leggero e saltare più in alto è davvero impegnativo, però più dura di tutto è stato di tutto rinunciare alle lasagne della nonna e ai cannoli siciliani».
Gli stimoli sportivi lo aiutano a distrarlo dalle rinunce a tavola. Lo sguardo è già rivolto al futuro. «Mi manca soltanto una gara da vincere, poi ho conquistato tutto quello che c’è da raggiungere nell’atletica, i Mondiali outdoor. Chissà che l’anno prossimo non diventino un obiettivo che possa spronarmi. Parigi non è lontana, sono soltanto 3 anni. Ho appena ripreso a fare atletica ad alto livello, per cui non lo escludo, anche perché quell’anno ci sono anche gli Europei di Roma 2024». Poi ancora una battuta sull’oro condiviso: «Se al posto di Mutaz ci fosse stato Brandon Starc, l’avrei condiviso anche con lui. Con altri sinceramente no, sarei andato avanti con lo spareggio».
«La mia ragazza vide il pesce in un laghetto e disse che era un presagio»