Corriere dello Sport

Battoclett­i, è nata una stella: 7ª nei 5000 di Hassan

LE GARE DI IERI: AVANTI LA SABATINI NEI 1500, RE ELIMINATO NEI 400

- Di Franco Fava

Non solo Jacobs e Tamberi con i loro ori che abbagliano. L’atletica azzurra saluta la nascita di una nuova stella. E’ una millennial. Si chiama Nadia Battoclett­i, figlia d’arte (il papà Giuliano, che ne è anche l’allenatore, è stato più volte azzurro), trentina di Cles, ma cresciuta a Cavareno in Val di Non, che ha da poco compiuto 21 anni. Ieri, nella finale dei 5000, ha tenuto testa alle guerriere africane fino all’ultimo chilometro. Ha chiuso settima, prima delle europee ad esclusione della potente Hassan, etiope con passaporto olandese. Ma quel che più conta ha firmato di nuovo il personale con 14:46.29, un progresso di oltre 8 secondi su quanto già fatto in batteria, andando a sfiorare il record italiano di 14:44.50 di Roberta Brunet, che ad Atlanta 1996 regalò il bronzo olimpico alla valdostana. Era arrivata a Tokyo con un limite di 14:58.73 siglato poche settimane fa a Montecarlo. In mezzo, il titolo europeo U.23.

«Per la seconda volta ho assaporato l’atletica delle grandi ha esultato Nadia - Le avevo lì a portata di mano. Forse ho sbagliato a staccarmi quando le altre sono andate via». Mancavano poco più di due giri al termine e Nadia aveva fatto tutta la gara attaccata alla Hassan. Un attimo di distrazion­e e non è riuscita ad agganciare il plotoncino a otto. «Avrei dovuto chiudere l’ultimo giro in 59” per il record italiano. Peccato me le sia fatte sfuggire». Eppure sull’ultimo rettilineo la mezzofondi­sta delle Fiamme Azzurre è riuscita a riprendere e superare la turca Ca, altra etiope di nascita e di formazione. Mentre finivano nelle retrovie le pregiate statuniten­si Cranny e Schweizer, oltre alla reginetta europea, la norvegese Grovdal.

«Una finale olimpica a 21 anni non si butta via, le avversarie le vedevo già correre così veloci a Londra 2012 e mi sembravano aliene. Ora eccomi qui con loro. Ma devo lavorare molto in futuro perché faccio molti meno chilometri dei 150 di media che fanno loro. Datemi ancora un paio d’anni e e sprintarò per le medaglie». Come dire, a Parigi 2024 “ci sarò anch’io”.

PROMOSSE. La prima a riconoscer­e il valore di Nadia è stata proprio la Hassan: tagliato il traguardo, è andata ad abbracciar­e la piccola e caparbia azzurra. L’olandese intanto ha centrato il primo obiettivo: vuole conquistar­e tre ori come nessuna mai nella storia, nei 1500, 5000 e 10.000. Pur vincendo agevolment­e in 14:36.79 è stata una giornatacc­ia per la bi-campioness­a iridata di 1500 e 10.000. Distanza quest’ultima nella quale ha pure firmato il record mondiale un mese e mezzo fa. In mattinata, infatti, era rovinata sulla pista nelle batterie dei 1500 a 420 metri dal traguardo. Poi, come se nulla fosse, ha recuperato i 40 metri di svantaggio imponendos­i in 4:05.17. Nella stessa batteria dell’olandese è stata promossa a pieni voti alle semifinale la 22enne teramana dell’Aeronautic­a, Gaia Sabbatini: per lei un 4:05.71 non lontano dal personale. «Missione compiuta - ha commentato l’abruzzese - Sono riuscita a non farmi coinvolger­e nella caduta, non pensavo di essere andata così forte». L’allieva di Andrea Ceccarelli ora dovrà correre in meno di 4’ per acciuffare una finale non impossibil­e. Obiettivo invece mancato da Davide Re, decimo tempo nelle semifinali dei 400 nonostante lo stagionale di 44”93. Stessa sorte per il recordman e oro di Rio, il sudafrican­o Van Niekerk (45”14).

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GETTY Sorrisi al traguardo: l’oro olimpico Sifan Hassan e Nadia Battoclett­i

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