Corriere dello Sport

Vanessa, le due «Voleva ascoltare l’Inno atlete di bronzo e la beffa del 2012 potrebbe puntare Parigi»

«C’è margine per provarci. Tutto dipenderà da volontà e... tendini Se smette, chi avrà da ridire?»

- Di Paolo de Laurentiis

TOKYO - Ha strabuzzat­o gli occhi Vanessa Ferrari quando vicino a lei sono salite sul podio due atlete per il bronzo a pari merito. A Londra 2012 l’azzurra fu privata del terzo posto perché il regolament­o non prevedeva ex-aequo in nessun caso: con la parità, in quell’occasione, venne premiata la rivale che aveva un punteggio più alto nell’esecuzione. Ieri le due terze classifica­te hanno chiuso con lo stesso punteggio totale, lo stesso punteggio nell’esecuzione, lo stesso punteggio nella difficoltà. Da qui la doppia medaglia. Ma se questa situazione si fosse verificata nel 2012, la parità sarebbe stata sciolta comunque utilizzand­o altri criteri, scendendo fino ai punteggi di ogni singolo giudice. Cosa che invece non è successa a Tokyo.

Il nuovo regolament­o prevede il ricorso a due soli criteri per sciogliere la parità: la nota E (esecuzione), la nota D (difficoltà). Il passo successivo è la medaglia per due.

Enrico Casella, 64 anni, d.t. della ginnastica artistica, si mette seduto e non ha neanche il tempo di godersi l’argento. Il futuro chiama. «Perché lei vuole l’Inno». E indica Vanessa Ferrari, 30 anni, miracolo della ginnastica mondiale.

Ma il secondo posto, l’argento storico?

«Vuole l’Inno all’Olimpiade. Le ho detto che l’unico modo per sentirlo è fare rotta su Parigi 2024».

E Vanessa cos’ha risposto? «Che dipende da me e non è proprio così. So già come va a finire: se decide come ha deciso dopo il tendine rotto del 2017…»

Potrebbero cambiare i codici. «Per atleti di questo livello, e mi riferisco a quelli che abbiamo visto sul podio, non è un problema. Loro possono scegliere cosa fare, altri no».

Quindi si può fare?

«C’è margine per realizzare ancora qualcosa da qui a tre anni, ma bisogna fare altre consideraz­ioni».

Quali?

«Oltre alla volontà di Vanessa? I suoi tendini».

Si possono “gestire”?

«Si può rallentare per una stagione, fare meno competizio­ni ma senza fermarsi, altrimenti sarebbe controprod­ucente. Vedremo cosa decide di fare. Il problema non sono le gare, ma riuscire ad allenarsi con continuità. Ma ora stiamo parlando come se lei avesse già deciso di andare avanti. Potrebbe anche decidere di smettere e penso che nessuno avrebbe niente da ridire».

L’argento intanto è storia

«Più di così non poteva fare, l’americana aveva un esercizio più difficile ed è stata brava. Ma Vanessa non ha sbagliato niente»

La strategia conservati­va ha pagato

«Tre diagonali invece delle quattro che abbiamo visto fare alle sue avversarie hanno pagato. Potevamo farne una quarta, ma sarebbe stato un rischio eccessivo. Per rendere l’idea di chi è Vanessa: al Mondiale vinse con cinque diagonali, che poi sono state vietate perché troppo pericolose. Ora è argento olimpico con tre, contro rivali che ne hanno fatte quattro»

L’equilibrio prima di salti esagerati

«Penso che Vanessa abbia portato l’esercizio più completo, molto bello dal punto di vista artistico, bene la parte acrobatica e solo tre diagonali. Oggi la giuria valuta molto anche la parte artistica».

E’ la medaglia più bella?

«Io so che a lei mancava questo e credo che non meritasse, dopo una carriera del genere, di chiudere con un simile rammarico. Magari se l’avesse presa a Londra, nel 2012, avrebbe smesso molto prima»

Jacobs e Tamberi sono stati un’ispirazion­e?

«Abbiamo seguito la grande serata, vivere certi momenti ti dà grande carica. Quei due ragazzi ci hanno trasmesso un’emozione in più. L’Italia è un Paese che ha mille problemi ma le difficoltà ci gasano sempre».

«Il suo era l’esercizio più completo, non poteva fare di più Meritava il podio»

Questa Olimpiade ci cambierà? «Non so se saremo diversi o migliori. So però che lavorando uniti e insieme abbiamo possibilit­à incredibil­i»

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GETTY L’abbraccio tra Vanessa Ferrari, 30 anni, ed Enrico Casella, 64

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