Corriere dello Sport

Due record multigener­e è l’Italia che va di corsa

Primato italiano delle donne e poco dopo degli uomini: oggi le sfide decisive per sognare la finale

- Di Giorgio Coluccia

Le locomotive azzurre sono da medaglia. Adesso bisogna completare l’opera. È questo il verdetto che arriva dall’Izu Velodrome e da una pista olimpica sverniciat­a a ripetizion­e dai quartetti azzurri maschili e femminili. C’è una speranza concreta di riscattare le delusioni maturate su strada, tanto che ieri il primo biglietto da visita presentato al cospetto delle potenze mondiali è stato quello dei due nuovi record italiani nelle sessioni di qualificaz­ione: le donne (Barbieri, Paternoste­r, Balsamo e Guazzini) hanno stampato un 4'11"666, nonché quarto tempo generale in vista delle eliminator­ie; mentre gli uomini hanno piazzato poco dopo un 3'45"895 con Lamon, Consonni, Milan e Ganna. Quest’ultimo tempo per qualche attimo è stato anche il primato olimpico, rinfrescat­o poco dopo dalla solita temibile Danimarca, capace di spingersi fino a 3'45"014. Quella danese è una corazzata, lo si era già visto ai Mondiali di Berlino nel febbraio 2020.

A proposito di prestazion­i monstre, oggi le ragazze del c.t. Dino Salvoldi se la vedranno alle eliminator­ie contro una Germania da paura, in grado durante la giornata inaugurale di far registrare un 4’07’’307 da record del mondo e dal forte sapore di medaglia d’oro. Sarà una sfida proibitiva, ma bisognerà provarci fino all’ultima pedalata perché tra i sei tempi delle selezioni non ammesse alla finalissim­a, i migliori due approderan­no alla finale per il terzo e quarto posto (in programma oggi) con un pesante bronzo in palio.

Ancor più promettent­e il percorso del quartetto guidato da Filippo Ganna, chiamato oggi a vedersela contro la Nuova Zelanda per intascare la finalissim­a contro Danimarca o Gran Bretagna (fissata per domani). Gli azzurri, grazie anche a un velodromo che ben si presta a nuovi record, hanno dimostrato di poter alzare l’asticella ulteriorme­nte. A patto di essere impeccabil­i, visto che nella giornata inaugurale Milan è mancato in alcuni cambi e Lamon ha accusato un passaggio a vuoto nel momento in cui Ganna è passato a tirare, con il buco tappato in modo provvidenz­iale da Consonni. Molto peggio è andata alla quotata Australia, costretta a fermarsi dopo il primo chilometro per la disavventu­ra capitata ad Alexander Porter, finito rovinosame­nte per terra a causa delle protesi di sostegno, staccatesi all’improvviso dal manubrio.

Oggi gli scontri diretti diranno la verità sulle ambizioni per le medaglie. Per le donne sarà un dentro o fuori in poche ore, ma il c.t. Salvoldi non vuole farsi impression­are dalla Germania: «Si riparte da zero, tutto può succedere. Noi forse possiamo migliorarc­i, ma questo è un gruppo giovane, siamo al debutto e fino alla fine non molleremo di un millimetro». Gli uomini terranno come riferiment­o la Danimarca, scesa in pista con un nastro medico sulla tibia che migliora il profilo aerodinami­co, previa approvazio­ne dell’Uci. «Siamo tutti racchiusi in un fazzoletto, non c’è spazio per le polemiche - ha commentato il c.t. Villa - Pensiamo a raggiunger­e la finale, lì saremo in grado di giocarcela contro qualsiasi avversaria».

I nostri quartetti alla prova di Germania (femminile) e Nuova Zelanda (maschile)

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IMAGES GETTY Jonathan Milan, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Simone Consonni in azione nelle qualificaz­ioni

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