Due record multigenere è l’Italia che va di corsa
Primato italiano delle donne e poco dopo degli uomini: oggi le sfide decisive per sognare la finale
Le locomotive azzurre sono da medaglia. Adesso bisogna completare l’opera. È questo il verdetto che arriva dall’Izu Velodrome e da una pista olimpica sverniciata a ripetizione dai quartetti azzurri maschili e femminili. C’è una speranza concreta di riscattare le delusioni maturate su strada, tanto che ieri il primo biglietto da visita presentato al cospetto delle potenze mondiali è stato quello dei due nuovi record italiani nelle sessioni di qualificazione: le donne (Barbieri, Paternoster, Balsamo e Guazzini) hanno stampato un 4'11"666, nonché quarto tempo generale in vista delle eliminatorie; mentre gli uomini hanno piazzato poco dopo un 3'45"895 con Lamon, Consonni, Milan e Ganna. Quest’ultimo tempo per qualche attimo è stato anche il primato olimpico, rinfrescato poco dopo dalla solita temibile Danimarca, capace di spingersi fino a 3'45"014. Quella danese è una corazzata, lo si era già visto ai Mondiali di Berlino nel febbraio 2020.
A proposito di prestazioni monstre, oggi le ragazze del c.t. Dino Salvoldi se la vedranno alle eliminatorie contro una Germania da paura, in grado durante la giornata inaugurale di far registrare un 4’07’’307 da record del mondo e dal forte sapore di medaglia d’oro. Sarà una sfida proibitiva, ma bisognerà provarci fino all’ultima pedalata perché tra i sei tempi delle selezioni non ammesse alla finalissima, i migliori due approderanno alla finale per il terzo e quarto posto (in programma oggi) con un pesante bronzo in palio.
Ancor più promettente il percorso del quartetto guidato da Filippo Ganna, chiamato oggi a vedersela contro la Nuova Zelanda per intascare la finalissima contro Danimarca o Gran Bretagna (fissata per domani). Gli azzurri, grazie anche a un velodromo che ben si presta a nuovi record, hanno dimostrato di poter alzare l’asticella ulteriormente. A patto di essere impeccabili, visto che nella giornata inaugurale Milan è mancato in alcuni cambi e Lamon ha accusato un passaggio a vuoto nel momento in cui Ganna è passato a tirare, con il buco tappato in modo provvidenziale da Consonni. Molto peggio è andata alla quotata Australia, costretta a fermarsi dopo il primo chilometro per la disavventura capitata ad Alexander Porter, finito rovinosamente per terra a causa delle protesi di sostegno, staccatesi all’improvviso dal manubrio.
Oggi gli scontri diretti diranno la verità sulle ambizioni per le medaglie. Per le donne sarà un dentro o fuori in poche ore, ma il c.t. Salvoldi non vuole farsi impressionare dalla Germania: «Si riparte da zero, tutto può succedere. Noi forse possiamo migliorarci, ma questo è un gruppo giovane, siamo al debutto e fino alla fine non molleremo di un millimetro». Gli uomini terranno come riferimento la Danimarca, scesa in pista con un nastro medico sulla tibia che migliora il profilo aerodinamico, previa approvazione dell’Uci. «Siamo tutti racchiusi in un fazzoletto, non c’è spazio per le polemiche - ha commentato il c.t. Villa - Pensiamo a raggiungere la finale, lì saremo in grado di giocarcela contro qualsiasi avversaria».
I nostri quartetti alla prova di Germania (femminile) e Nuova Zelanda (maschile)