Corriere dello Sport

Verstappen in confusione Hamilton brilla nel caos

Motori Honda a rischio, limiti di budget e sviluppo nuove regole sui pit stop, umore: tutto è contro Max

- Di Fulvio Solms

Si va alla pausa estiva con Lewis Hamilton che sembra uno di quei supereroi cui spari, lo fai saltare in aria, lo investi con un camion e niente, quello si rimette in piedi e si scrolla la polvere di dosso. La spossatezz­a sul podio, dovuta a un ritorno di postumi del Covid, è cosa irrilevant­e. Al contrario Max Verstappen, così pieno di energia, continua a dissiparla tra lamentele, improperi e sentimenti color pece, utili solo all’altro il quale gongola, alla vista di tanto psicodramm­a.

Tempo due settimane, a cavallo tra Silverston­e e Budapest, e il Mondiale si è ribaltato. Lewis è campione d’estate - siamo a metà campionato - e il vento ora sembra gonfiare solo lo spinnaker suo e della Mercedes, mentre Verstappen e Red Bull paiono fermi nella bonaccia.

FENOMENO FORTUNATO. Proprio su una delle piste più favorevoli ai bibitari, Hamilton ha avuto la fortuna di restare incolume tra i rottami della prima partenza, e con la sua visione di gara ha rimediato al mancato richiamo in pit lane della sua squadra, che così lo aveva retrocesso da primo a ultimo.

Con ulteriore dose di buona sorte ha poi incassato la promozione da terzo a secondo dietro l’incredibil­e Esteban Ocon, seguita alla squalifica di Sebastian Vettel (contro cui Aston Martin ha preannunci­ato appello), mentre Verstappen con la macchina azzoppata ha ottenuto le briciole, rimettendo­ci la leadership.

VACANZE DOLCI O AMARE. Anche questo mese di sosta (si ripartirà dal GP Belgio il 29 agosto) giocherà in favore di Lewis, che potrà dedicarsi a godersela, mentre immaginiam­o il malmostoso Verstappen rimuginare per tutto il tempo sul destino cinico e baro che lo ha fermato all’Hungarorin­g, non diversamen­te da come ha bruciato le ultime due settimane a riflettere sulle disgrazie di Silverston­e.

Ma nello sport ci sono frangenti in cui pensare è deleterio e infatti Hamilton appare, oggi, come uno di quei grandi campioni della neve che sono capaci di sciare oltre gli errori che commettono. Se qualcosa è andata storta, pace, non la guardo neanche e la consegno al passato: è questa la mentalità che Verstappen non riesce a darsi e che potrebbe costargli cara nell’anno in cui le possibilit­à di vincere il primo titolo sono finalmente concrete.

Hamilton poi sa come si recupera a metà estate una situazione che sembra compromess­a. Lo sa perché il gioco gli è riuscito più volte, mentre Max appare frustrato e rabbioso come chi vede allontanar­si l’unico treno della vita (non è così, ovviamente).

HONDA IN PERICOLO. Anche gli aspetti tecnici convergono in favore di Hamilton. Non è ancora escluso che il secondo motore Honda di Verstappen sia stato compromess­o nell’incidente di Silverston­e, mentre il secondo del compagno Sergio Perez quasi certamente lo è dopo il botto nella prima curva dell’Hungarorin­g (centrato da Bottas che aveva già sbattuto Norris addosso a Max). La Red Bull insomma potrebbe dover montare a entrambi dal prossimo GP l’ultimo motore dell’anno, con complicazi­oni in arrivo nel caso si debba fare ricorso a un quarto.

Tutto questo mentre la sua straordina­ria capacità di sviluppo è frustrata dai vincoli regolament­ari, a causa dei quasi si può toccare pochissimo, e da limiti di budget messi alla prova con i gravi incidenti delle ultime due gare.

A far peso abbondante nei guai di Verstappen c’è pure in arrivo dal Belgio la norma (rinviata dopo l’originaria programmaz­ione dal GP Ungheria) relativa al divieto di compiere pit stop in meno di due secondi, abilità speciale di cui da anni mostra di essere capace soltanto la Red Bull.

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