La storia della scherma e tutti i suoi campioni, da Nedo Nadi al Dream Team
La mancanza di medaglie d’oro a Tokyo ha fatto indubbiamente rumore, con il suo carico di veleni e accuse incrociate, per una disciplina come la scherma che ci ha abituato a raccolti trionfali. E la delusione dell’appassionato cresce ancora di più dopo l’istruttiva lettura di questo bel libro del nostro Fabio Massimo Splendore, che ripercorre la storia ultrasecolare della scherma. Una attenzione verso questo sport, quella del collega, nata in famiglia, dopo la scelta dei suoi due figli di abbracciare con passione crescente la disciplina, al resto hanno poi provveduto la curiosità e l’attenzione ai risvolti meno conosciuti, che costituiscono da sempre il marchio di fabbrica professionale di Fabio Massimo. Dopo gli spazi “istituzionali”, con il messaggio del presidente Mattarella pronunciato due anni fa in occasione dei 110 anni della Federazione Scherma, e l’intervista al presidente federale Paolo Mazzi, l’avventura nella storia della scherma parte dal racconto delle grandi scuole, da quella livornese della Fides, che può vantare 24 medagliati olimpici, alla famiglia Musumeci Greco, una dinastia tra leggenda e spettacolo. Si passa poi alla rassegna dei campioni, da Edoardo Puliti, il precursore, protagonista di avventurosi duelli e vittorie sportive, a Nedo Nadi, da Mangiarotti (13 medaglie vinte, di cui 6 d’oro...) a Maffei, dalla dinastia Montano rinfrescata da Aldo proprio in questi giorni - al Dream Team, con le prodezze di Vezzali, Trillini, Di Francisca (la “campionessa imperfetta”, tornata a far parlare di sè con le sferzanti critiche alla gestione Cipressa) fino alla
LE LEGGENDE DELLA SCHERMA un secolo e più di orgoglio nazionale; di Fabio Massimo Splendore, Diarkos editore, 280 pagine, 18 euro. scherma paralimpica con il fenomeno Bebe Vio. Un romanzo divertente e appassionante, arricchito dai palmares di tutti i campioni. Ma allora, a Tokyo cosa è successo? Forse bisogna riprendere le parole del presidente Mazzi: «La nostra creatività va preservata, stimolata, migliorata. Perchè la competitività cresce, oggi nelle classifiche mondiali troviamo nazioni che non esistevano qualche decennio fa. Bisogna lavorare sui giovani, e non parlo solo di atleti. Abbiamo anche una grande scuola di giovani maestri che va incentivata». Parigi dista solo tre anni, speriamo di poter tornare a fare festa con la scherma.