Corriere dello Sport

L’oro come loro l’apostrofo dei vincitori

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Caro Cucci, alle imprese di Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, si può convocare l’apostrofo del Dottor Vulcano, come simpaticam­ente lei chiama Gian Paolo Ormezzano che lo scomodò nel ’74, al tramonto di Gianni Rivera e Gigi Riva, all’ultima partita in Nazionale. Gian Paolo scrisse “Riv’era”, un affresco di sintesi. Oggi mi permetto il plagio di quell’apostrofo, così vecchio da poter essere felice, nel dare al Primo Agosto il senso di un regalo di Natale sulla parola. “L’oro atterra verso Loro”, ecco. Tra le nuvole, dalla Russia con quel dito in terra dopo aver battuto Allan Wells, ecco Mennea Pietro, che si presenta al nuovo astro, Marcell Jacobs. Marcell innova, a ben pensarci, il rammarico di Pietro sulla distanza dei 100 metri, 41 anni orsono. Quel dito, quella forza, lo conducono in finale con la prima corsa a sensazione, la freccia di Desenzano corre in 9”84. Gianmarco Tamberi, Gimbo, aveva avuto il sogno infranto della medaglia a Rio de Janeiro, cinque anni orsono. Allora, aveva scritto in piedi su quel gambaletto in gesso : “Ci riuscirò, Mio Capitano “, rivolto verso Pietro, già lassù. Così Marcello Jacobs ora è in corsìa per la finale, mentre Gimbo divide il metallo più pregiato, l’oro, con Barshim. In onore di Mennea. Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi si lasciano travolgere dalla Felicità, che esiste, qualche volta, esiste. Entrambi, come Pietro, alzano il dito al Cielo.

Tre piccole note. Che bello quel titolo con l’apostrofo “rubato” a Rostand (“un apostrofo rosa fra le parole io t’amo”). Senza apostrofo: quando ancora giocava, senza mai dannarsi troppo ma comunque in calando, Corso fu definito da Brera “participio passato del verbo correre”, un po’ più pesante del GPO (al quale auguro ogni bene visto che è riuscito a sconfigger­e il COVID maledetto). Eppoi, quel dito di Mennea è… un dito a parte. Faticai a farmelo spiegare perché avevo intuito che lo agitava verso il cielo come una bandiera contro i miscredent­i. Infatti. Ci ripensai quando vidi Ronaldo il Fenomeno segnare un gol bellissimo a Siviglia, se ben ricordo, e portarsi le mani alle orecchie. Cose da campioni.

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