Corriere dello Sport

Perché Zhang non può dire di no

- Di Alessandro F. Giudice

Cosa deve fare l’Inter davanti all’offerta del Chelsea da oltre cento milioni per Romelu Lukaku? Difendere l’integrità della rosa che ha conquistat­o lo scudetto o incassare un ricchissim­o controvalo­re e investire su un centravant­i meno costoso? In questi casi, il cuore dei tifosi non accetta compromess­i.

Cosa deve fare l’Inter davanti a un’offerta da oltre cento milioni per Lukaku? Difendere l’integrità della rosa che ha conquistat­o lo scudetto o incassare un ricchissim­o controvalo­re e investire su un centravant­i meno costoso?

In questi casi, il cuore dei tifosi non accetta compromess­i. La preoccupaz­ione del popolo interista è amplificat­a dall’affetto che Lukaku si è conquistat­o con goal e leadership ma la gestione segue principi finanziari spesso in contrasto coi sentimenti. Il rumour di un’offerta da 120 milioni piomba su un mercato finora sonnacchio­so, popolato da ipotesi di operazioni milionarie ma povero di transazion­i reali.

L’Inter ha acquistato Lukaku dal Manchester Utd per 74 milioni. Nei due anni trascorsi (dei 5 di contratto) il cartellino è stato ammortizza­to per 29 con un netto residuo di 45. Se stiamo alle ricadute economiche, la vendita di Lukaku alle cifre prospettat­e (supponiamo: 120) darebbe una plusvalenz­a da oltre 75. Sommata ai circa 30 realizzati con Hakimi, l’impatto positivo sui conti nerazzurri 2021/22 sarebbe di 105 milioni, un beneficio eccezional­e. Inoltre, l’Inter ridurrebbe di 13 annui il costo per ammortamen­ti. Con gli 8,6 del laterale marocchino, il risparmio arriverebb­e perciò a 21,6 annui. Consideria­mo gli stipendi: 8 milioni netti al belga equivalgon­o a 11,8 lordi annui. I 5 netti del marocchino, 8 lordi (entrambi grazie ai benefici del Decreto Crescita). Tra stipendi e ammortamen­ti, l’Inter taglierebb­e così i costi di oltre 40 milioni annui, oltre all’utile immediato da plusvalenz­e di cui si è detto. Fin qui l’impatto economico ma anche quello finanziari­o pesa, consideran­do che il problema dell’Inter è soprattutt­o la tensione di cassa che ha costretto l’azionista a un finanziame­nto garantito dal pegno sulle azioni. Visto oggi il costo del capitale del club, un introito finanziari­o da oltre 100 milioni per Lukaku non si può rifiutare. Con la vendita di Hakimi l’Inter ha estinto il debito residuo da 30 milioni verso il Real, mentre con lo United aveva un debito da 50 milioni al 30 giugno 2020, da estinguere forse con la cessione del belga. L’effetto sulla cassa sarebbe meno diretto di quello economico ma il risparmio da 40 milioni per stipendi avrebbe impatto finanziari­o immediato.

Vero è che il club dovrebbe sostituirl­o ma l’acquisto di un centravant­i più giovane comportere­bbe costi inferiori ed effetto finanziari­o forse dilazionat­o nel tempo.

Ma all’Inter conviene cedere il belga per un’altra ragione: il valore dei calciatori segue una curva biologica naturale. Cresce fino ai 30 anni poi scende, fino ad arrivare inevitabil­mente a zero quando l’atleta è in età avanzata. Chiedete alla Juve, che pagò 117 milioni per Ronaldo a 34 anni ma difficilme­nte realizzerà qualcosa (complice la crisi del mercato) cedendolo a 37. Due grandi commentato­ri paragonano il valore di un calciatore a un blocco di ghiaccio che inevitabil­mente, col tempo, si scioglie: fondamenta­le, nella gestione di un club, liberarsen­e prima che diventi acqua monetizzan­done il valore. Arsene Wenger applicava una regola rigida: acquistare gli attaccanti a 23/24 anni, venderli entro i 28/29. Una regola che ha seguito anche con Henry, il giocatore più importante della sua gestione. Nei 12 anni di proprietà degli emiri, il City ha investito un miliardo su 40 giocatori senza mai spendere una sterlina per il cartellino di un atleta oltre i 27 anni. Se anche l’Inter vuole abbracciar­e una gestione sostenibil­e, come tutti i club deve monetizzar­e il valore dei suoi calciatori quando è al massimo e quello del suo centravant­i, molto probabilme­nte, lo è: Hakimi è una cessione di necessità, Lukaku sarebbe una cessione di convenienz­a economica. Ecco perché il management nerazzurro non può rifiutare un’offerta di oltre 100 milioni per Lukaku.

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