Corriere dello Sport

Pista da record oggi la finalissim­a

Ganna: Non pensiamo ai danesi, ma a quello che dobbiamo fare. Il nostro segreto? Viviani ci sprona»

- Di Giorgio Coluccia

Un ultimo sforzo, per spingersi oltre i propri limiti. Il quartetto maschile dell’inseguimen­to azzurro ha già riscritto parte della storia, ma oggi in finale (alle 11.06 italiane) può agguantare l’oro e raggiunger­e vette inesplorat­e. L’ultima medaglia olimpica in questa specialità risale al bronzo di Città del Messico 1968; invece l’ultima volta che l’Italia è arrivata davanti a tutti va cercata fino all’edizione di Roma 1960 con Arienti, Testa, Vallotto e Vigna.

Stavolta Ganna, Lamon, Consonni e Milan arrivano a giocarsi la medaglia più ambita dopo aver stampato sul parquet dell’Izu Velodrome un record del mondo (3'42"307) che l’Italia non spolverava dai Mondiali di Manchester del 1996. Le premesse ci sono tutte, l’asso nella manica anche. Si chiama Filippo Ganna ed è il vero antidoto alla temuta Danimarca, campione del mondo in carica e ieri protagonis­ta del tamponamen­to fantozzian­o durante la semifinale contro il Regno Unito: il britannico Tanfield ha perso le ruote dei compagni, ma è stato centrato in pieno dal danese Madsen, lanciato a testa bassa. Un impatto brutale e una scena amatoriale, che ha costretto la giuria a riunirsi per oltre un’ora per decidere il da farsi dal momento che nessuna delle due selezioni aveva completato la prova con tre uomini. Si è andati avanti a interpreta­zioni, mancando una norma apposita sugli incidenti. Tutto questo nonostante il regolament­o internazio­nale spieghi che «se le due nazionali si raggiungon­o, la squadra che ha raggiunto l’altra è dichiarata vincitrice e si dovrà fermare il più presto possibile, per permettere all’altra squadra di completare la distanza», la Danimarca è stata dichiarata vincitrice tra mille polemiche.

I danesi infatti stavano ancora spingendo al massimo per riappropri­arsi del record del mondo però avevano già portato a termine la loro missione.

Danno e beffa invece per i britannici, accreditat­i con l’ultimo tempo e fuori dalla questione medaglie: è stato presentato un reclamo formale, che è stato discusso nella notte e prima delle finali decisive da disputare in un clima incandesce­nte.

«Non dobbiamo perdere la concentraz­ione, pensiamo solo alla nostra gara - ha sottolinea­to Marco Villa, c.t. degli azzurri - Abbiamo registrato un tempo stratosfer­ico, c’è tanto stress e certe dinamiche all’interno del velodromo lo dimostrano. Questo è un gruppo nato dalla delusione di Rio, dove avevamo mancato le finali per una questione di centesimi. Siamo consapevol­i dei nostri valori, ci attende un’ultima grande prova».

A parte la vicenda dell’incidente, la Danimarca di Hansen, Larsen, Madsen e Pedersen fa paura. L’ultimo confronto disponibil­e è il parallelo sulle semifinali: al terzo chilometro i danesi volavano a 2’47″502 mentre l’Italia era passata a 2’48″655. Un secondo di gap pesa tantissimo, ma oggi si riazzera tutto e tra gli azzurri ci ha pensato Filippo Ganna a suonare la carica: «Il lavoro fatto negli ultimi anni sta pagando. Lamon non era mai partito così forte, Consonni ci ha portato oltre i ritmi imposti dalla tabella di marcia e poi Milan ha dimostrato che è lui il futuro azzurro in questa specialità. Non dobbiamo preoccupar­ci della Danimarca. La gara va fatta su noi stessi, cercheremo di seguire i consigli di Villa e soprattutt­o di far divertire l’Italia. Il segreto? Elia Viviani. Lui ha già vinto una medaglia pesante, ci sprona in ogni momento e questa è la conferma che siamo riusciti a costruire un gruppo fantastico. Ci capiamo con un solo sguardo».

Il granatiere piemontese ha sbalordito tutti durante la semifinale contro la Nuova Zelanda, volando negli ultimi tre giri per agguantare il record del mondo a una velocità media di 64.765 chilometri all’ora.

DELUSIONE. Con Paternoste­r, Balsamo, Alzini e Guazzini invece nulla da fare per il giovane quartetto femminile (22 anni di media), fermatosi al sesto posto ed estromesso dalle medaglie da una Germania d'oro irraggiung­ibile.

Il c.t. Villa: «Tempo stratosfer­ico» Fuori le azzurre chiudono seste

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 ?? GETTY IMAGES ?? Il quartetto azzurro che oggi insegue l’oro all’Izu Velodrome: Filippo Ganna 25 anni, Francesco Lamon 27, Simone Consonni 26, e Jonathan Milan 20
GETTY IMAGES Il quartetto azzurro che oggi insegue l’oro all’Izu Velodrome: Filippo Ganna 25 anni, Francesco Lamon 27, Simone Consonni 26, e Jonathan Milan 20

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