Corriere dello Sport

ARNAUTOVIC L’IBRA ROSSOBLÙ

Ingaggio compreso, è stato con Destro il colpo più costoso Dovrà far crescere e trascinare tutti come Zlatan al Milan «Mihajlovic e il Bologna mi hanno voluto così tanto da farmi tornare l’entusiasmo per giocare in Europa Ero pazzo, sono cambiato in Premi

- Di Claudio Beneforti

Solo per il suo grande amico Zlatan Ibrahimovi­c Sinisa Mihajlovic avrebbe potuto voltare le spalle a Marko Arnautovic. Walter Sabatini no, neanche per Ibra avrebbe rinunciato ad Arna una volta appreso che l’attaccante austriaco sarebbe stato felice di tornare in Italia e di vestire la maglia del Bologna. «Sinisa e questa società mi hanno voluto talmente tanto da farmi ritrovare sia l’entusiasmo che la voglia di giocare di nuovo in Europa». Ha scelto il Bologna per Mihajlovic, ha scelto il Bologna per Sabatini che già lo avrebbe voluto a gennaio e che da allora non ha mollato nemmeno per un secondo suo fratello e agente Danijel, e lo ha scelto anche per il resto del governo rossoblù, avendo capito con il passare del tempo che l’intera società lo aveva scelto per far crescere una squadra di giovani bravi ma con dosi basse di personalit­à e che per tutto il Bologna valeva come e quanto Ibrahimovi­c. Poi, sbarcando a Bologna, si è reso conto di non aver sbagliato ad ascoltare le dolci sirene provenient­i da Casteldebo­le. «L’accoglienz­a che mi hanno regalato i tifosi è stato qualcosa di speciale che porterò sempre con me, è stato un giorno meraviglio­so che non mi era mai capitato di vivere prima, abbraccio e ringrazio tutti».

IGNORANZA APPARENTE E TANTO TALENTO. Perché Sabatini, prima con la benedizion­e di Sinisa e poi con quella di tutti, da Joey Saputo a Claudio Fenucci, da Riccardo Bigon a Marco Di Vaio, ha voluto fortissima­mente Arnautovic nel Bologna? Per la sua ignoranza e per il suo infinito talento, ma attenzione a farsi idee sbagliate, questi due termini estremamen­te significat­ivi vanno spiegati fino in fondo. Sentite lo stesso Sabatini: «E’ un’ignoranza apparente quella di Marko per il suo incedere prepotente e poderoso, perché in realtà è un ragazzo molto responsabi­le». Arriviamo al talento. «E’ un talento profondo, infinito e non da circo, nel senso che non è fine a se stesso, il suo è un talento costruttiv­o che metterà a disposizio­ne di tutta la squadra affinché possa emergere anche quello di chi gli gioca vicino». Sì, anche Sinisa ha voluto Arna come avrebbe voluto un anno prima Ibra per lo stesso motivo, convinti come sono tutti quelli del Bologna che l’attaccante austriaco consentirà alla squadra di fare il salto di qualità. Il che non significa che il Bologna andrà in Europa nel prossimo campionato, come ha detto nei giorni passati Mihajlovic e come ha ripetuto Arnautovic ieri, l’obiettivo sarà quello di fare meglio degli anni passati, di vivere con continuità nella facciata sinistra della classifica e non tanto lontano dal settimo posto. Ecco, fare quello che nell’ultimo campionato ha fatto il Sassuolo sarebbe già tanto, perché è facile immaginare che Torino e Fiorentina abbiano la stessa idea del Bologna.

ERO PAZZO, SONO CAMBIATO. Ieri Arnautovic non ha né alzato i toni né si è lasciato andare a frasi da titolo, «parlerò con i fatti, sarà il campo a dover dire la verità su di me e su di noi», e ciò è importante, questi pensieri di sicuro faranno felici anche i capi del Bologna, che da una parte si rendono conto di aver chiuso un’operazione economicam­ente molto impegnativ­a per quello che a oggi è lo spessore della società, ma che da un’altra sanno che il popolo di Bologna aveva necessità di pensare almeno un po’ più in grande, di poter tornare finalmente a identifica­rsi in un calciatore importante, di poter cantare «Arnautovic ce lo abbiamo noi» dopo che in un passato ormai lontano come risultati e con la presidenza di quel grande uomo che era Giuseppe Gazzoni gonfiava il petto vedendo vestiti di rossoblù Roberto Baggio, Beppe Signori, Kennet Anderson, Igor Kolyvanov e Julio Cruz. «Ero molto giovane quando sono andato all’Inter, ero ancora un ragazzo e onestament­e non ero così concentrat­o sul calcio come lo sono diventato con il tempo. E’ stato un mio grande errore. Anche in Germania ero pazzo, la mia carriera è cominciata in Inghilterr­a dove ho dimostrato le mie potenziali­tà. Sì, ero un’ala e poi ho giocato da prima punta».

LE PROMESSE DA MANTENERE. Arnautovic è già nella storia per essere il giocatore che il Bologna ha pagato di più tra cartellino e ingaggio, ora lo diventi anche per quello che fa in campo, glielo deve a Sabatini e Mihajlovic, che si sono talmente spesi per lui con Saputo e gli altri ministri da convincerl­i che nonostante quei numeri maledettam­ente alti era giusto acquistarl­o. «Sono pronto a tutto, qua in Italia è vero che ci sono tante pressioni, ma non preoccupat­evi, saprò gestirle. Io e i miei compagni dovremo pensare solo a dare il 110%, e dovremo darlo sempre, settimana dopo settimana. L’ho promesso al presidente, l’ho promesso a tutti. E’ bello ciò che ci chiederà Mihajlovic, il fatto di dover pensare ad attaccare, di giocare sempre per vincere e di non abbassarci mai è il massimo per un calciatore». E’ Arnautovic ma parla come Ibrahimovi­c.

«L’accoglienz­a avuta all’arrivo la porterò sempre con me. Non mi era mai successo»

«Andai all’Inter, ero un ragazzo e non così concentrat­o sul calcio come serviva»

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SCHICCHI Marko Arnautovic, ha 32 anni, ha giocato nel Twente, Inter, Werder Brema, Stoke City, West Ham e Shanghai Port

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