Proposta alla Vezzali: posti a scacchiera
Un seggiolino occupato e uno no: il modo per rispettare il limite imposto del 50% e 25% in stadi e palazzetti
SOS: Soldi o Stadi. Meglio se arrivano entrambi, certo. Ma se il primo tema presuppone misure fiscali ad hoc (e dunque percorsi parlamentari talvolta tortuosi), il secondo può risolversi anche con una stretta di mano. I presidenti Gabriele Gravina (Federcalcio) e Giuseppe Manfredi (Federvolley), ieri hanno incontrato la sottosegretaria Valentina Vezzali, la quale si trova a dover mediare tra la disperazione dello sport e la prudenza degli scienziati. Oggetto della riunione: l'apertura degli impianti.
ULTIMO STADIO. Il mondo del calcio sei giorni fa ha chiesto al governo aiuti economici: 8 richieste, tra cui la sospensione delle imposte, la rateizzazione dei debiti e gli sgravi fiscali, per tentare di salvare un sistema “in default”. La riapertura degli stadi, citata nel documento di venerdì, ieri è tornata al centro del dibattito. La sottosegretaria allo sport ha fatto presente agli interlocutori (Gravina in videocollegamento) che parlare di 100%, come voleva la Serie A, è una prospettiva surreale. Il Cts su questo punto non indietreggia. Fatta la premessa, ci si è concentrati sulla questione del distanziamento. Per legge dev'essere almeno di 1 metro, ma tale misura impedisce un riempimento al 50% degli stadi e al 25% dei palazzetti come stabilirebbe il decreto. Delle due, l'una: o si riduce la soglia (la distanza tra i seggiolini, a parte i nuovi stadi, è mediamente di 70 centimetri) o si aumenta la percentuale. Il calcio propone la “scacchiera”, ossia uno sì e uno no, ovviamente con Green Pass. Può bastare? Lo deciderà il Comitato, che attende una relazione prima della riunione di venerdì. Gli esperti partono da una considerazione opposta: il distanziamento di 1 metro dev'essere garantito a destra, a sinistra, davanti e dietro ciascun posto. Tradotto in numeri, significa 20/25% di posti utilizzabili.
MEDIAZIONE. Inaccettabile per chi ha perso 1,2 miliardi da inizio pandemia, dei quali 341 milioni proprio al botteghino. Vezzali - che prima di partire per le Olimpiadi aveva proposto il 75% all'aperto e il 50% al chiuso, vedendo l'opposizione del ministro Speranza - ha promesso che tenterà di ammorbidire la posizione degli scienziati, diventando la regista dell'operazione salva-sport. Il compromesso del distanziamento solo in orizzontale (un seggiolino occupato e due liberi) viene invece rifiutata dai club. I quali, con convinzione sempre maggiore, parlano di proteste se la situazione non evolve.
INCONTRI. Oggi, in tarda mattinata, Vezzali vedrà Petrucci, ieri assente poiché di ritorno dal Giappone con l'Italbasket. Anche l'ex numero uno del Coni, come Manfredi, spiegherà che basket e pallavolo non vogliono essere considerati sport di Serie B. Anche loro puntano al 50%, perché se si può andare al ristorante col certificato verde e senza altre restrizioni questo il ragionamento - lo stesso dovrebbe valere per una partita. In queste ore si cerca pure un'alleanza con il ministro della Cultura, Franceschini, affinché cinema e teatri facciano da apripista allo sport (o viceversa). Sempre stamattina, alle 9.30, i presidenti delle leghe di calcio (A, B, C e D), basket (A maschile, A femminile e LNP) e volley (A maschile e A femminile) faranno visita a Chigi per ribadire il grido d'allarme.