Forza Viviani ti vogliamo ancora così
Tocca al portabandiera azzurro: oggi difende il suo oro nell’Omnium «Non sono il favorito ma avverto ancora l’emozione di Rio e lotterò per il bis con tutte le mie forze»
Scatta l’ora di Elia Viviani. Dopo l’estasi e il cielo toccato con un dito dal quartetto, oggi tocca al campione olimpico in carica nell’Omnium. Una specialità che rispetto a Rio è stata rivista: tutta in un giorno, non più spalmata su due, con quattro prove invece di sei e uno sforzo massimo da racchiudere in poco più di tre ore. In quest’ordine verranno affrontate scratch, tempo race, eliminazione e corsa a punti finale, il vero asso nella manica con una serie di sprint che andranno a influire direttamente sulla classifica generale. In base ai punti ottenuti nelle singole specialità viene stilata una gradutoria e in caso di arrivi a pari merito vince chi ha ottenuto il miglior piazzamento nello sprint conclusivo della corsa a punti.
DUBBI. Il veronese arriva all’evento più atteso senza test probanti a livello internazionale, ma con la consapevolezza di volersi giocare tutto in poche ore proprio dopo aver rinunciato all’inseguimento con il quartetto e aver considerato la Madison (da correre con Consonni) come cartuccia di riserva. Sarà un all in. Anche per scacciare i fantasmi che lo vedono in difficoltà su strada dopo il passaggio alla Cofidis rispetto all’exploit vissuto con la Deceuninck-Quick Step. I favori del pronostico della vigilia sono tutti andati altrove: verso il francese Thomas, l'olandese Van Schip, il britannico Walls, l'australiano Welsford e il danese Larsen. «Non sono il favorito, ma qui siamo all’Olimpiade e anche nell’Omnium i valori tra i diciotto in gara si livellano - ha commentato il velocista azzurro - Basta vedere cosa è successo con il quartetto. La Danimarca sembrava irraggiungibile invece un gruppo super come il nostro ha ricevuto il giusto premio. Io ripartirò da qui, ci metterò grinta e coraggio per provare a sparigliare le carte. Voglio affrontare una prova alla volta, provando a portare a casa quanti più punti possibili prima di fare i conti». Quest’Olimpiade si era aperta proprio con lui in qualità di portabandiera (assieme a Jessica Rossi), un riconoscimento anche per dieci anni di carriera professionistica che su pista con la maglia azzurra l’hanno visto sul podio 15 volte tra Giochi, Mondiali ed Europei e su strada l’hanno visto esultare in 81 occasioni in tutti i grandi giri allo sprint, il suo pane quotidiano di una vita ricca di soddisfazioni.
L’ABBRACCIO. Ieri dopo l’oro di Ganna e compagni, il c.t. Marco Villa è andato a cercare proprio Viviani, capitano e leader di una spedizione destinata a restare nella storia: «L'abbraccio più lungo è stato con Elia, non poteva essere altrimenti. Ci siamo parlati in modo chiaro sin dal primo giorno e nonostante tutto lui non ha mai fatto mancare il suo sostegno psicologico ai ragazzi più giovani. Speriamo tragga ulteriori stimoli e altrettanta forza dal successo ottenuto nell’inseguimento». Il diretto interessato vuole puntare sull’effetto sorpresa per lasciare il segno: «I Giochi Olimpici regalano giornate magiche, basti vedere quanto successo anche con Jacobs e Tamberi domenica scorsa. Io darò il massimo per riuscire a sorprendere tutti. A 32 anni mi sto giocando una grande chance e ho evitato distrazioni proprio per focalizzarmi su un solo obiettivo. L’Omnium è il mio chiodo fisso, sto rivivendo ancora le emozioni del 2016. E allora non posso che gettarmi nella mischia per difendere quel titolo con le unghie e con i denti».
«Questa specialità è il mio chiodo fisso, a 32 anni posso di nuovo sorprendere»
La gara è stata modificata: si svolge in un giorno solo nell’arco di tre ore