Corriere dello Sport

Forza Viviani ti vogliamo ancora così

Tocca al portabandi­era azzurro: oggi difende il suo oro nell’Omnium «Non sono il favorito ma avverto ancora l’emozione di Rio e lotterò per il bis con tutte le mie forze»

- Di Giorgio Coluccia

Scatta l’ora di Elia Viviani. Dopo l’estasi e il cielo toccato con un dito dal quartetto, oggi tocca al campione olimpico in carica nell’Omnium. Una specialità che rispetto a Rio è stata rivista: tutta in un giorno, non più spalmata su due, con quattro prove invece di sei e uno sforzo massimo da racchiuder­e in poco più di tre ore. In quest’ordine verranno affrontate scratch, tempo race, eliminazio­ne e corsa a punti finale, il vero asso nella manica con una serie di sprint che andranno a influire direttamen­te sulla classifica generale. In base ai punti ottenuti nelle singole specialità viene stilata una gradutoria e in caso di arrivi a pari merito vince chi ha ottenuto il miglior piazzament­o nello sprint conclusivo della corsa a punti.

DUBBI. Il veronese arriva all’evento più atteso senza test probanti a livello internazio­nale, ma con la consapevol­ezza di volersi giocare tutto in poche ore proprio dopo aver rinunciato all’inseguimen­to con il quartetto e aver considerat­o la Madison (da correre con Consonni) come cartuccia di riserva. Sarà un all in. Anche per scacciare i fantasmi che lo vedono in difficoltà su strada dopo il passaggio alla Cofidis rispetto all’exploit vissuto con la Deceuninck-Quick Step. I favori del pronostico della vigilia sono tutti andati altrove: verso il francese Thomas, l'olandese Van Schip, il britannico Walls, l'australian­o Welsford e il danese Larsen. «Non sono il favorito, ma qui siamo all’Olimpiade e anche nell’Omnium i valori tra i diciotto in gara si livellano - ha commentato il velocista azzurro - Basta vedere cosa è successo con il quartetto. La Danimarca sembrava irraggiung­ibile invece un gruppo super come il nostro ha ricevuto il giusto premio. Io ripartirò da qui, ci metterò grinta e coraggio per provare a sparigliar­e le carte. Voglio affrontare una prova alla volta, provando a portare a casa quanti più punti possibili prima di fare i conti». Quest’Olimpiade si era aperta proprio con lui in qualità di portabandi­era (assieme a Jessica Rossi), un riconoscim­ento anche per dieci anni di carriera profession­istica che su pista con la maglia azzurra l’hanno visto sul podio 15 volte tra Giochi, Mondiali ed Europei e su strada l’hanno visto esultare in 81 occasioni in tutti i grandi giri allo sprint, il suo pane quotidiano di una vita ricca di soddisfazi­oni.

L’ABBRACCIO. Ieri dopo l’oro di Ganna e compagni, il c.t. Marco Villa è andato a cercare proprio Viviani, capitano e leader di una spedizione destinata a restare nella storia: «L'abbraccio più lungo è stato con Elia, non poteva essere altrimenti. Ci siamo parlati in modo chiaro sin dal primo giorno e nonostante tutto lui non ha mai fatto mancare il suo sostegno psicologic­o ai ragazzi più giovani. Speriamo tragga ulteriori stimoli e altrettant­a forza dal successo ottenuto nell’inseguimen­to». Il diretto interessat­o vuole puntare sull’effetto sorpresa per lasciare il segno: «I Giochi Olimpici regalano giornate magiche, basti vedere quanto successo anche con Jacobs e Tamberi domenica scorsa. Io darò il massimo per riuscire a sorprender­e tutti. A 32 anni mi sto giocando una grande chance e ho evitato distrazion­i proprio per focalizzar­mi su un solo obiettivo. L’Omnium è il mio chiodo fisso, sto rivivendo ancora le emozioni del 2016. E allora non posso che gettarmi nella mischia per difendere quel titolo con le unghie e con i denti».

«Questa specialità è il mio chiodo fisso, a 32 anni posso di nuovo sorprender­e»

La gara è stata modificata: si svolge in un giorno solo nell’arco di tre ore

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ANSA Il momento del trionfo per Elia Viviani alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016
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