Alexandra, che fu stregata dalla pizza E Milena, che ha ispirato una Barbie
Agiurgiuculese: «Il nostro sport? Tra circo e danza» Baldassarri: «Bello essere da esempio per le ragazze»
Volano coi loro attrezzi sui colori e le note. Tocca alle ginnaste della ritmica, l’altra faccia delle donne azzurre. Basta pugni, diagonali e salti carpiati. Questa notte (dalle 3.20 italiane di domani mattina) si comincia con l’individuale. In pedana Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri, da lì spiccheranno il volo. Un minuto e mezzo «tra circo, acrobazie e danza. E’ come uno spettacolo, è armonia, racconta una storia personale e unica», ha detto Alexandra con gli occhi pieni di magia. Lei a nove anni faceva parte della nazionale juniores della Romania, la cresceva il nonno perché i genitori si erano dovuti trasferire in Italia per cercare lavoro. Prima il papà, che la lasciò a Iasi, la città universitaria, mentre Alexandra aveva appena quattro anni. Più tardi la federazione romena consigliò ai genitori di riunirsi e così a dieci anni anche lei arrivò a Sacile dove già viveva tutta la sua famiglia. La ritmica in una società locale, poi l’incontro con Spela Dragas, l'allenatrice che le aveva messo gli occhi addosso da tempo. «Si è offerta di ospitarmi a Udine e di allenarmi. Sono rimasta a casa sua quattro anni».
ITALIANA. Com’è cresciuta Alexandra, oggi una delle speranze per il nostro team azzurro. Dell’Italia si è innamorata subito. Il cibo. Anzi, la pizza. «Quando l’ho assaggiata ho detto: mamma mia, che cos’è questa? E i poi paesaggi. Osservo molto, mi piace tanto il mare». Ma anche la gente: «Qui sono stata subito serena, ho proprio trovato il mio Paese». L’Olimpiade non era un traguardo, ma il primo passo verso la sua idea di grandezza. Si allena sei giorni su sette, otto ore al giorno. Gesti da ripetere fino all’ossessione. Vale per tutte le atlete della ritmica italiana, quelle che a Tokyo vogliono stupire il mondo. Iscritta a Scienze Politiche, una volta chiuso il cerchio della ginnastica Alexandra vorrebbe restare nel suo sport. Però da dirigente. Adesso i Giochi sono l’unico pensiero possibile. Presa la qualificazione al mondiale del 2019, adesso Alexandra, 20 anni, non vuole più fermarsi. «Io ho sempre sognato in grande, quando mi metto a fare una cosa do il massimo, anche in garette che valgono poco». Figuriamoci qui.
BARBIE. Con lei, avversaria ma anche compagna di nazionale, ci sarà la Baldassarri, 19 anni. Cresciuta nell’Edera Ravenna, ha continuato poi la carriera a Fabriano. Nel 2017 l'esordio con la Nazionale maggiore tra Europei e Mondiali con risultati di prestigio. Il pass olimpico lo ha staccato due anni fa proprio alla rassegna iridata. Questo è anche il suo momento. I costumi delle gare li fa cucire in Russia e su ognuno ci fa mettere un piccolo drago. Dai suoi gesti e dal suo corpo hanno preso ispirazione per un nuovo modellino di Barbie. «E’ una sensazione bellissima poter essere di esempio per le bambine, piccole ginnaste del futuro», ha detto. Mamma russa, papà romagnolo, l’anno scorso durante il primo lockdown Milena si è dovuta arrangiare tra scuola (maturità al Liceo delle Scienze Umane) e sport. Bebe Vio esempio di vita, ma l’idolo è Alina Kabaeva, la campionessa russa che vinse l’oro ad Atene 2004. E poi la Baldassarri si concede alla moda. «Mi piacciono l’eleganza e i red carpet. Il nostro sport è uno sport elegante. Quando esco mi vesto sportiva, ma sportiva chic». Alla riapertura dei negozi il primo acquisto è stato: «Un bel paio di scarpe con i tacchi».
MEDAGLIA. Al presente sta guardando Emanuela Maccarani, ct della spedizione italiana, alla sua sesta olimpiade. Oggi ci sarà la prova del campo gara. «Un momento veramente molto importante, ci sarà la commissione, guarderà». Il cambiamento delle valutazioni è «un punto interrogativo enorme». L’Olimpiade delle Farfalle, insomma, comincia oggi. Sabato mattina (ore 3 italiane) sarà il turno del concorso a squadre. E anche qui non è vietato parlare di medaglia. «La direzione è quella. Ma bisogna capire le prospettive della giuria. Siamo in Giappone, che punta a questa gara da cinque anni e vuole farla da padrone. E poi c’è la Russia. Ma anche la Bulgaria, la Bielorussia, l’Ucraina. E noi. La possibilità c’è».
Stelle di uno sport durissimo (otto ore di lavoro al giorno) puntano in alto