Asaad, il peso della Siria
Primo podio in tempo di guerra
Cinque anni fa, ai Giochi di Rio, Man Asaad si presentava sulla pedana del sollevamento pesi con un paio di scarpe tenute insieme alla bell'e meglio. Ieri, ha coronato un lungo sogno fatto di fatica e dedizione. Ha vinto la medaglia di bronzo nella categoria sopra i 109 chili, la quarta alle Olimpiadi per la Siria. L'ultima l'aveva vinta Naser Al Shami, anche lui bronzo nel pugilato ad Atene 2004. Allora non era ancora scoppiata la guerra civile che ha causato quasi mezzo milione di vittime e 5,5 milioni di profughi sparsi in 130 Paesi. Fra loro anche diversi atleti, che partecipano ai Giochi di Tokyo 2020 con la squadra dei rifugiati come il nuotatore Alaa Maso che durante la cerimonia d'apertura ha commosso tutti abbracciando il fratello Mohamad, uno dei sei atleti della delegazione siriana.
LA FINALE. Tra loro Asaad era il più atteso, spiegava alla vigilia dei Giochi Firas Mualla, ex nuotatore in acque libere e oggi presidente del comitato olimpico nazionale. Sesto ai Mondiali 2019, Asaad ha superato un infortunio alla spalla sofferto ai campionati asiatici dell'anno scorso in Uzbekistan. Si è preparato per Tokyo insieme al fratello Qais, che gli fa anche da allenatore. Il programma di allenamento ha evidentemente funzionato. Asaad ha completato la finale sollevando un totale di 424 chili in finale, finendo dietro solo all'iraniano Ali Davoudi e il georgiano Lasha Talakhadze, campione in carica, che ha trionfato migliorando i tre record del mondo che già deteneva nello strappo (223 chili), nello slancio (265) e nel totale (488). Talahadze ha già dato appuntamento a Parigi 2024 per un'altra impresa. «Farò tutto il possibile – ha detto – per diventare il primo uomo a sollevare cinquecento chili».
Bronzo con un totale di 424 kg. «A Parigi sarò il primo uomo a sollevare 500 kg»