I fantastici 4
Nell’inseguimento l’Italia entusiasma battendo i danesi all’ultimo giro Delusione olimpica dalla pallanuoto e dal volley donne
Sport di squadra quanti flop
Tutte le squadre felici si assomigliano, ogni squadra infelice è infelice a modo suo. Viene da parafrasare uno degli incipit più famosi della letteratura, quello di Anna Karenina, per commentare questa disastrosa due giorni che ha determinato l’uscita dai tornei olimpici delle nazionali di basket, di pallanuoto e di volley maschile e femminile.
Acasa anche il Settebello campione del mondo: non sono proprio Giochi di squadra questi di Tokyo. Tutti eliminati ai quarti. Ieri la Serbia ha fatto il bello e il cattivo tempo stordendo l’Italia di Campagna dopo una manciata di minuti. Una volta preso il largo gli slavi non hanno più mollato la presa respingendo senza grosse difficoltà i tentativi di rientro degli azzurri.
PARTENZA LENTA. Ancora una volta il Settebello paga una fase di buio che permette agli avversari di avere campo libero. Era successo con gli Stati Uniti, con la Grecia e con l’Ungheria: in tutte e tre le occasioni la partita era stata rimessa in piedi in qualche modo, addirittura vincendo con gli americani, mentre contro gli avversari più tradizionali sono arrivati due pareggi. Ieri però la Serbia non ha lasciato scampo. Bravissimo il loro portiere, Mitrovic, malissimo però il nostro attacco con un 5/16 in superiorità numerica che non dice tutto. Quando l’Italia butta al vento addirittura una tripla superiorità numerica, non riuscendo a segnare neanche in sei contro tre, allora si capisce che non è proprio giornata. E infatti a parte i primi minuti che pure sembravano incoraggianti (2-2) è stato un assolo serbo con il 9-3 di metà gara più che eloquente.
GRUPPO STORICO. Si pensava che la Serbia potesse cedere qualcosa dal punto di vista della freschezza: la squadra di Tokyo infatti è più o meno la stessa che ha vinto i Giochi di Rio ma - ovviamente - con cinque anni di battaglie in più che in un torneo così dispendioso fisicamente avrebbero potuto incidere. Il problema vero è che non c’è stata neanche la possibilità di farli stancare. Per l’Italia ora si apre la finestra delle partite per il quinto posto, comunque da onorare: si torna in acqua domani alle 11.20 italiane ancora contro gli Stati Uniti.
DIFFICOLTA’. Non è la prima volta che il Settebello paga qualche passaggio a vuoto di troppo. Nell’ultimo mese è successo in World League in due occasioni, qui a Tokyo praticamente sempre. E’ un dato di fatto che contro tre rivali di alto livello come Grecia, Ungheria (già qualificate per la semifinale, tra l’altro) e Serbia siano arrivati due pareggi e la pesante sconfitta. Questa squadra non è al livello di quella che due anni fa ha dominato il Mondiale di Gwangju.
BILANCIO. Sandro Campagna non se l’aspettava, perché i suoi sono mancati proprio nel momento decisivo. Vuole però circoscrivere il discorso alla partita, senza parlare di massimi sistemi: «Se abbiamo perso non è colpa del movimento della pallanuoto italiana, la colpa è semplicemente nostra».
Rivede però molto onestamente al ribasso le sue previsioni: «Sono rimasto sorpreso, i ragazzi prima della partita erano molto sereni. Pensavo avessimo raggiunto un livello superiore: è evidente che c’è ancora da lavorare. Concentriamoci sul breve e poi lavoreremo per Parigi 2024».
Resta l’amarezza: «Abbiamo prodotto molto e sbagliato molto, soprattutto molti tiri tra la fine del primo e secondo tempo e abbiamo sbandato un po' in difesa, prendendo quattro gol a uomini pari, che non è da noi. Non siamo riusciti a cambiare la partita. Nel terzo tempo abbiamo avuto la possibilità di riprenderla, nonostante ci fosse un divario di cinque gol. Anche in quelle occasioni abbiamo sbagliato e il loro portiere si è esaltato».
La sintesi perfetta è di Matteo Aicardi: «Il loro portiere non ha mai giocato così bene in vita sua, a noi è mancata lucidità e determinazione. Potevamo fare di più, non è stata una partita da Settebello».
ITALIA
SERBIA
(2-5, 1-4, 1-0, 2-1)
ITALIA: Del Lungo, Di Fulvio 1, Luongo, Figlioli, Presciutti 2, Velotto, Renzuto Iodice, Echenique, Figari 2, Bodegas 1, Aicardi, Dolce. All. Campagna
SERBIA: B. Mitrovic, Mandic 2, Dedovic 1, Randelovic, Lazic, Pijetlovic, Rasovic 2, Aleksic, Jaksic, Filipovic 3, Prlainovic 2, S. Mitrovic. All. Savic
Arbitri: Voevodin (Rus) e Stavridis (Gre)
Note: Uscito per limite di falli Renzuto Iodice (I) nel terzo e Stefan Mitrovic nel quarto tempo. Superiorità numeriche: Italia 5/16, Serbia 3/7 + un rigore fallito da Filipovic
Aicardi: Ci è mancata lucidità, non è stata una partita da noi Il loro portiere però...