Corriere dello Sport

Il superlavor­o di Jacobs e quei cambi perfetti

Il bastoncino ha viaggiato a 38”4 km/h, con punte di 41,7 Da Desalu a Tortu in sicurezza

- Di Franco Fava

Nella 4x100 non sempre vince il team con gli sprinter più veloci, bensì il quartetto meglio preparato ai cambi. Chi ha studiato maniacalme­nte il passaggio del testimone. L’ultima volta sul podio risaliva a Londra 1948, quando Monti, Perucconi, Siddi e Tito salirono sul podio dietro americani e britannici. Ma non erano i più veloci singolarme­nte. Ai primi Mondiali di Helsinki 1983, Pietro Mennea trascinò Tilli, Simionato, Pavoni a ridosso di Carl Lewis & c., centrando con 38”37 un record italiano che sarebbe durato 27 anni. Ma Pietro non era proprio una saetta sui 100. Andavamo sul podio perché erano i più affiatati e preparati nei cambi.

Il segreto qual è? Non ridurre la velocità in fase di passaggio del bastoncino. Particolar­e che ieri i nostri hanno eseguito alla perfezione. La velocità media sui 400 metri è stata di 38,4 km/h, con punte di 41,7 km nelle frazioni di Jacobs e Tortu. I passaggi avvengono all’interno dei 30 metri della zona di cambio. Non devono essere né troppo stretti, né troppo lunghi. Nella 4x100 femminile la Giamaica, dopo aver vinto nettamente, ha rischiato la squalifica per il primo cambio quasi fuori zona. Si è salvata per pochi centimetri.

TATTICA. Si è detto che l’ultimo passaggio tra Desalu e Tortu sia stato il meno riuscito. Invece no. Filippo ha preso il testimone in sicurezza. Avrebbe potuto osare un po’ di più? Certo. Ma così ha potuto concentrar­si nell’annullare i cinesi e lanciarsi alla rincorsa del britannico Mitchell-Blake. Lo ha fatto con una progressio­ne e una grinta che ce lo hanno resitituit­o più bello di prima dopo i tormenti delle ultime due stagioni. Quel centesimo sui britannici dà ragione alle scelte del responsabi­le velocità, Filippo di Mulo, e del d.t. Antonio La Torre .

In molti si sono chiesti perché schierare in ultima frazione Tortu (“solo” 10”13 nella semifinale dei 100), invece di Jacobs, reduce dal 9”80 dell’oro nei 100? Due i motivi. Il primo è tecnico. Si è preferito Jacobs in seconda perché quella è la frazione più lunga, circa 130 metri. Questo ha consentito a Marcell di sviluppare al massimo il suo potenziale e guadagnare centesimi preziosi sugli avversari. Non è un caso che il cambio con Desalu sia avvenuto alla velocità massima di entrata. Cristalizz­ando così le posizione sull’intera curva, con la Giamaica costretta a rimediare a errori grossolani e il Canada di De Grasse in forte ritardo. Il secondo è legato a Tortu, il finanziere ha sempre reso al massimo come ultimo frazionist­a. E così è stato.

Desalu, dopo la buona esibizione nei 200 (20”29), ha riconquist­ato la titolarità di terzo frazionist­a. Manenti e Cattaneo sono rimasti in panchina. In prima frazione è subentrato Lorenzo Patta. L’inseriment­o del giovane oristanese, rimasto in dubbio a causa di problemi fisici dopo essere volato a 10”13, ha contribuit­o ai record italiani con il 37”95 della semifinale e il 37”50 dell’oro, che vale la quinta prestazion­e più veloce di tutti i tempi al mondo. L’Italia, poi, ha corso in ottava corsia, quella con le curve più ampie, senza la contaminaz­ione all’esterno di un Giappone uscito di scena al secondo cambio.

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