Il batterista imprevedibile
Il nostro Ringo Starr è tutto un programma e, guarda caso, pure lui batterista. Sebbene i suoi gusti propendano più per il metal che per le sonorità dei quattro di Liverpool.
Eseosa Fostine Desalu, nome poi maccheronizzato in "Fausto"; pronuncia del cognome "Desalù". Per stessa ammissione dell’estroverso ventisettenne di Casalmaggiore (Cremona), è la disperazione di Sebastian Bacchieri, suo coach in quel di Parma. Un altro batterista è Andrew Howe, contro il quale Fausto ha condotto per anni una battaglia a distanza sui 200 metri. Ha prima avvicinato Andrew con 20”31, poi lo ha superato in 20”13. Il mito Mennea resta un miraggio, per ora deve accontentarsi di essere il secondo italiano sul mezzo giro di pista. «Voglio scendere sotto i 20 secondi», ha detto tra il lusco e il brusco dopo gli ultimi Europei a squadre, in Polonia, in cui ha vinto i “suoi” 200. Ma c’è ancora da fare, tanto ritmo da assimilare.
Ieri di ritmo ne ha dato un bel po’, correndo una terza frazione a perdifiato come nemmeno i Beatles per fuggire dalle ragazzine in delirio in “A Hard Day’s Night”. Staffetta 4x100 a parte, il salto di qualità definitivo arriverà con il primo exploit di rilievo in una grande manifestazione.
A Tokyo ha corso 20”29 in batteria, ma non è andato oltre il 20”43 in semifinale. Ha ingoiato amaro e intanto ha messo a disposizione il cuore per i compagni della staffetta. Appunto come Ringo: scheggia impazzita lontano dal palco, una locomotiva dietro la batteria.
Fa impazzire il suo coach, ma è capace di tutto. E nel mirino ha il muro dei 20”