Palmisano fa brillare d’oro i suoi trent’anni
Per il suo compleanno si concede la prima vittoria olimpica della marcia femminile. Sconfitte la colombiana Arenas e le cinesi
La “marciatrice con il fiore in testa” fa ricca l’Italia. Solo ventiquattr’ore dopo l’oro nella 20 km di Massimo Stano è arrivato quello di un altro atleta della Puglia con la sontuosa galoppata di Antonella Palmisano. Anche lei allenata da quel fenomeno di Patrizio Parcesepe, che con due ori è il tecnico azzurro più medagliato ai Giochi insieme a Paolo Camossi.
«Volevo farmi un bel regalo nel giorno del mio compleanno». E che regalo! «Sono i 30 anni più belli della vita mia, ma quante lacrime ho versato ogni santo giorno tra infortuni e paure». Cinque anni dopo esser rimasta ai piedi del podio a Rio 2016, Antonella ha demolito sulle strade di Sapporo la concorrenza di cinesi, giapponesi e sudamericane. Finanziera delle Fiamme Gialle la tarantina di Mottola aveva inizato con il volley, poi nel 2003 il primo tecnico, Tommaso Gentile, l’aveva avvicinata alla marcia. E’ stato subito amore. «Per me Antonella è sempre il boss», dice Stano, il neo olimpionico barese che è anche il suo compagno di allenamenti.
Dopo il Super Sunday di Jacobs e Tamberi è arrivato il Magic Friday della marcia e dell’atletica azzurra, impreziosito in serata dal trionfo della 4x100: con la cinquina di ori, battutti i record dei Giochi boicottati, quando a Mosca 1980 si vinse con Mennea, Sara Simeoni e Maurizio Damilano, anche lui sui 20 km, e quattro anni dopo a Los Angeles con Cova, Andrei e Gabriella Dorio sui 1500. Palmisano è il primo oro nella marcia di una donna, dopo l’argento di Perrone ad Atlanta 1996 e il bronzo di Rigaudo a Pechino 2008. Prima di lei solo altre tre azzurre si erano proiettate al vertice olimpico: Ondina Valla nel 1936, Sara Simeoni nel 1980 e Gabriella Dorio nel 1984.
Anche stavolta ha sfoggiato la margherita sui capelli. Come la prima volta, quando a 18 anni salì sul primo podio agli Europei U.20. Stavolta la mamma gliela aveva colorata di rosso e bianco in onore del Giappone, ma aveva aggiunto anche un pizzico di verde tricolore. «A 5 km dal termine mi sono sentita tanta energia da dirmi: “se c’è riuscito Massimo, perché non posso farlo anch’io?”». E così è stato.
La sua marcia è stata immacolata, pulita, perfetta. Proprio come l’aveva sognata la notte prima. La fotocopia di quanto aveva saputo fare giovedì Stano. Tanto da costringere il d.t. Antonio La Torre a ripetersi: «Ha schiantato le cinesi inducendole all’errore». La corazzata allenata da Sandro Damilano, con Jiayu Yang (primatista del mondo) e Hong Liu, è andata in frantumi sotto la spinta di Antonella. Con la terza cinese, Shijie Qieyang, la terza al mondo per cronometro, uscita dai radar dopo metà gara.
LA GARA. Si procede su un ritmo lineare, con Antonella sempre in prima linea. La media al chilometro di 4’40” non è granché. Ma al sesto si ferma subito Eleonora Giorgi. E’ una giornata no per la milanese, che si dispera. Frastornata riparte, sarà 52ª. Mentre l’altra azzurra, Valentina Trapletti, si difende come può (chiuderà 18ª). Ai 10 km si transita in 46’16”. L’accelerazione è impressionante: dal 15° km Antonella incrementa i parziali ogni 1000 metri, passando da 4’49” a 4’32” e poi piazza un 4’06”. La primatista Yang soffre sul lato opposto della strada. Non regge. Poi, quando le posizioni di rincalzo sembrano delineate, la colombiana Arenas va ad affiancare la cinese per il podio. Il terzo cartellino rosso per sospensione costringe Yang a due minuti di stop.
Gli ultimi 500 metri sono trionfali per la pugliese. La margherita non basta più, si avvolge il tricolore sulle spalle. Dopo un po’ lo perde, mentre l’ormai doppiata Giorgi continua ad incitarla. Ma non ce n’è più per nessuno. E alla fine sorride anche la tenace Arenas, con la fortezza Cina costretta ad accontentarsi stavola di un bronzo con la Liu.
«Volevo farmi un gran regalo, sono i 30 anni più belli della mia vita»