Duello deciso da un pugno diretto al viso
TOKYO - Una finale mozzafiato per regalare all’Italia un oro storico. Per scalare l’ultimo gradino del podio olimpico, Luigi Busà ha dovuto fronteggiare un vero e proprio colosso del karate come Rafael Aghayev, il più titolato di sempre in tutte le categorie grazie a una cascata di titoli mondiali ed europei che ne facevano il grande favorito nella categoria -75 kg del kumite; ovvero la disciplina in cui si combatte corpo a corpo.
PUGNO. Il duello è stato molto tecnico, sbloccato da Busà con uno gyakuzuki, un pugno diretto al viso, quando mancava 1’18” al termine. In quell’occasione, Aghayev aveva provato a colpire il siciliano, ma l’arbitro è stato di altro avviso.
A seguire, tanti scambi dettati dal nervosismo, sino al pugno non controllato di Busà che ha steso e rintronato per qualche secondo l’avversario. Nessun punto, anzi l’azzurro è stato sanzionato con due cartellini gialli: se ne avesse accumulati altri due, avrebbe perso l’incontro.
GUARDIA ALTA. Dall’angolo di Busà arriva il consiglio di non correre rischi, ma di mantenere la guardia alta perché l’azero sa ribaltare la situazione in pochi secondi. Il carabiniere stringe i denti sotto il paradenti con scritto «Busà» e l’oro è suo.