Corriere dello Sport

Chamizo choc «Ero spento»

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Lo sguardo spento, la testa pesante. C’era la magia voodoo negli occhi di Frank Chamizo, oggi restano soltanto le ombre scure. «Non so cosa mi sia successo, non ho parole, sono spento, non so perché mi è dovuto succedere qui».

Tokyo doveva essere il suo destino, dopo il bronzo a Rio 2016 (nei 65 kg) aveva promesso a se stesso di andare a prendersi l’oro. Poi una semifinale sbagliata, e una finale per il bronzo nata anche peggio. Senza forza, senza energia. Qualcosa di davvero insolito per uno come Frank, 29 anni, che infatti ciondola nell’incredulit­à. «Sembra che il destino ce l’abbia con me. Non so cosa ho fatto nella mia vita...».

DRAKE. Il bronzo nella lotta 74 kg era a tanto così. L’azzurro ha ceduto all’americano Kyle Dake 5-0 dopo un match complicato da subito. In tribuna c’era anche il presidente del Coni e membro Cio Giovanni Malagò. Chamizo è un campione senza appello. Un bronzo olimpico, poi il cambio di categoria: dai 70 ai 74 kg, 2 ori e un argento mondiali, 4 ori e 2 bronzi europeo. Eletto lottatore libero mondiale del 2019, diventato italiano per amore della lottatrice Dalma Caneva, oggi sua ex moglie, Frank voleva l’oro a Tokyo per chiudere un cerchio. Voleva dedicarlo alla sua nonna Omaida, che sta a Cuba e lo ha cresciuto. Lui si porta dentro le sofferenze di una vita complicata, a Cuba si scoprì per caso lottatore prima di conoscere suo padre. Ma Frank è un guerriero. Anche ieri, dopo la delusione per la sconfitta, ha assicurato: «Non mollo, continuo a lavorare». Nel 2012, dopo la mancata qualificaz­ione ai Giochi di Londra, decise di abbandonar­e Cuba per iniziare una nuova vita: tutta italiana. E’ stato il primo azzurro a vincere un oro mondiale nel 2015 e il primo a conquistar­ne due. Chamizo è stato il secondo medagliato olimpico azzurro dopo Claudio Pollio, argento a Mosca 1980 nei 48 kg.

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