Corriere dello Sport

Allarme Spalletti i numeri non tornano

A due settimane dal campionato il tecnico ha tre uomini in meno in organico rispetto a Gattuso

- di Antonio Giordano

Questi sono gli effetti della pandemia, di due anni che in una Coppa Italia vinta hanno anche adagiato un settimo e un quinto posto, di Champions League dunque sfuggite, di un centinaio di milioni di euro evaporati nel nulla. Questa è la storia di un’altra stagione strana, da vivere con l’allure, le ambizioni e il monte-ingaggi d’una «Grande» e l’esigenza di allungare lo sguardo dentro il proprio portafogli­o affinché non si scopra d’essere andati persino oltre se stessi e le proprie umanissime possibilit­à. Questa è una crisi internazio­nale, è di tutti, e nel suo «piccolo» - ma si fa per dire - appartiene anche al Napoli, che viaggia con i suoi stipendi multimilio­nari, gli impegni assunti di quel tempo (recente) favoloso e la consapevol­ezza attuale che tutto è cambiato, pure il benessere, e nel mezzo il lavoro a Castel di Sangro dove ieri ha fatto capolino anche il presidente Aurelio De Laurentiis.

BELLA EPOQUE. Questo è il 2021, l’estate in cui diventa necessario intervenir­e tagliando gli eccessi, ridimensio­nando un organico di trenta calciatori (ventisette in ritiro e Lozano, Mertens e Demme in infermeria) per non esagerare, per non accorgersi di aver accumulato uscite anche stavolta superiori alle entrate. Questo diventa il Napoli di Osimhen, l’ultima pazza idea (agosto 2021, ma non sembra ieri) ch’è costata cinquanta milioni di euro circa, il simbolo di una esuberanza economico-finanziari­a schiacciat­a, quasi disintegra­ta, dal Covid e poi anche da un campionato pieno di buchi nove sconfitte e vari pareggi fatali - concluso perdendosi proprio sull’ultimo scatto e bruciando una fortuna.

ADDIO. Questo Napoli che Spalletti ha ereditato, che gli piace talmente tanto da spingerlo ad incatenars­i nel caso vada via qualcuno, resta una squadra «piena» e però anche incompleta, ha perduto, rispetto alla passata stagione, Bakayoko, Hysaj e Maksimovic, riferiment­i d’un turn-over inevitabil­e pure in futuro, uomini dal minutaggio significat­ivo (rispettiva­mente: 2661', 2143' e 2061') e vuoti che s’avvertono nella composizio­ne d’una «pianta» che possa credere in qualcosa che sappia di nuovo di Champions League.

GLI INFORTUNI. Questa è anche la fotografia d’un momento in cui il destino ha deciso di scendere in campo e di farlo irrompendo con tackle rovinosi su Demme, su Mertens e su Lozano, sottraendo nel breve o medio termine a Spalletti

altre tre figure, queste persino centrali, per sviluppare immediatam­ente un’idea di calcio, la sua, ricca di aspirazion­i, mica di velleità, di verticalit­à che insegua le stelle ed il sogno di potersi sentire legittimam­ente protagonis­ta.

CERCANSI RINFORZI. Ma questo Napoli, che ha «sostituito» Hysaj con il rientro di Malcuit dalla Fiorentina e probabilme­nte spingerà Zanoli a maturare all’ombra dei grandi, aspetta anche Ghoulam, e intanto sa che servirebbe comunque un esterno sinistro, da aggiungere al centrale difensivo che se ne è andato con Maksimo

vic ed al mediano ch’è partito, e s’è portato muscoli e centimetri, con il congedo di Bakayoko.

DICA VENTITRE’. In questa estate disadorna, con gli echi d’un passato lontano (da Lavezzi e Hamsik a Quagliarel­la, da Cavani a Higuain, da Zielinski ad Osimhen, il ricordo più recente del dorato passato degli investimen­ti), il Napoli

ha trenta giocatori, alcuni da cedere, altri da valutare, qualcuno da rilanciare, e due vuoti comunque da colmare. A Spalletti ne servirebbe­ro di meno: gli basterebbe poter dire ventitré (con almeno stopper e mediano inclusi), per scoprire d’essere completame­nte felice con questo Napoli. Il suo.

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MOSCA Nikola Maksimovic
 ??  ?? Scene dal ritiro
Si lavora a Castel di Sangro in Abruzzo A sinistra il tecnico Luciano Spalletti e a destra Ghoulam con Di Lorenzo
Scene dal ritiro Si lavora a Castel di Sangro in Abruzzo A sinistra il tecnico Luciano Spalletti e a destra Ghoulam con Di Lorenzo

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