Corriere dello Sport

«Speravo di correre assieme a Vale»

Il fratello parla del prossimo ritiro di Rossi e della sua avventura in MotoGp Marini: «Fare coppia nel team VR46 avrebbe avuto un sapore romantico. Ma lui deve vivere la propria vita come meglio crede»

- Di Serena Zunino

Il Gran Premio di Stiria si è aperto con la “bomba” lanciata da Valentino Rossi: «A fine anno mi ritiro». Notizia che Luca Marini, suo fratello minore, ha saputo esattament­e come giornalist­i, tifosi e addetti ai lavori attraverso la conferenza stampa. «L’ho immaginato» ha ammesso “Maro” davanti alla notizia che era stata indetta una conferenza stampa speciale che aveva proprio come tema il futuro del nove volte iridato.

Prima di volare in Austria, però, Marini aveva partecipat­o all’evento organizzat­o a Erbezzo, in provincia di Verona, da WithU: “Riders meet Rally 2” dove si era nuovamente messo alla prova sulle quattro ruote, dopo la lunga pausa estiva rigenerant­e.

Nel 2022 quindi non farà coppia con suo fratello nel team VR46: le dispiace?

«Sarebbe stato sicurament­e affascinan­te, non posso negarlo. Avrebbe avuto un sapore romantico, ma ognuno deve vivere la propria vita come meglio vuole. Se lui è contento e tranquillo così, siamo tutti contenti. Anche se dispiace, vivere la MotoGP senza Vale è una cosa che fa decisament­e strano».

Come ha passato le cinque settimane di pausa?

«Bene, mi sono rilassato. Ci voleva un momento di stacco, per tornare con più energie, mi sento ancora più preparato rispetto a quando ho finito la prima parte di stagione».

Cosa si aspetta ora da questo decimo GP?

«Spero di ripartire bene da subito. La pista si addice alla Ducati, ovviamente non abbiamo il pacchetto ufficiale, quindi non saremo super competitiv­i, ma mi aspetto di potermi divertire. I risultati arriverann­o».

La seconda parte di campionato potrà essere in crescendo? «Sì. Sarebbe bello fare più punti rispetto alla prima metà. Questo è un po’ l'obiettivo. Vorrebbe dire che nonostante gli altri siano migliorati e abbiano avuto aggiorname­nti sulla moto, io sono cresciuto e migliorato come pilota».

Dopo nove gare ormai disputate, com’è questa MotoGP? «Complicata, difficile, bella e molto competitiv­a. Bisogna fare tanto di più rispetto alla Moto2. Però secondo me si può arrivare anche qui in alto».

Cosa richiede la sua Ducati? «Tanto impegno, dentro e fuori la pista. Magari le altre moto sono più facili nel guidato, ma la nostra ha altri punti di forza: si può frenare veramente molto forte, in uscita di curva l’accelerazi­one è molto buona, e l’elettronic­a riusciamo sempre a sistemarla molto bene».

Dove non vede l’ora di correre quest’anno?

«Mi piacciono tutte le piste che ci sono in calendario. Vorrei provarle tutte, sperando di non fare le doppie gare che non mi fanno impazzire. Anche se devo dire che come primo anno in MotoGP, se c’è una doppia gara è più facile per noi, potendoci avvicinare sempre più al limite».

Cosa prova a essere alla guida della sua Ducati?

«Quando sono impegnato nei test cerco proprio di divertirmi. In quell’occasione devo svolgere dei giri in cui devo provare alcune cose, ma posso prendermi del tempo anche per me, cerco proprio di godermi l’esperienza di guidare una MotoGP. Poi quando siamo nei turni di prove ci sono talmente tante cose a cui pensare, c’è molta fretta e bisogna fare il tempo per provare a entrare in Q2».

Dalla sua ha poi la possibilit­à di poter parlare con il pilota ufficiale Ducati, Pecco Bagnaia, suo colleganel­laVR46Acad­emy. Cosa vi dite?

«Le sensazioni che proviamo alla guida sono simili, è bello poterne parlare. Ci scambiamo tante informazio­ni per migliorarc­i e negli allenament­i è bella questa rivalità, perché siamo tutti e due sulla stessa moto. Cerchiamo di spingerci per migliorare, ci siamo un po’ presi come riferiment­i».

Quale pronostico fa della MotoGP 2021?

«Per adesso Quartararo sembra essere il favorito, però una Ducati ufficiale la metterei lì davanti. Hanno qualcosa in più, anche se Zarco sta andando molto forte».

Il prossimo anno sarà nel team VR46 di suo fratello, cosa ne pensa?

«È una bella occasione».

Il suo sogno di essere alla guida di una Ducati ufficiale diventerà realtà?

«Ci sono state diverse riunioni e siamo andati un po’ avanti. La situazione si sta evolvendo, ma per quanto riguarda il pacchetto tecnico la situazione dovrebbe essere definita per una specifica di una moto ufficiale dell’anno in corsa. Stiamo a vedere. Penso

sia un grande sforzo da parte di Ducati, produrre una quantità maggiore di pezzi sarà impegnativ­o, ma spero tutto si possa concludere nel migliore dei modi».

Com’è essere un pilota Ducati? «Ogni volta che parlo con loro sono tutti molto propositiv­i, mi sono molto vicini, sento un grande affetto. C’è un grandissim­o rapporto anche lavorativo che mi piace tantissimo, non posso che esserne felice se continuiam­o così bene insieme».

Il prossimo anno potrebbe dividere il box con il futuro debuttante Marco Bezzecchi: che consiglio gli darebbe?

«Quello che hanno detto a me: di fare con calma e prendersi il suo tempo. Non serve arrivare, spaccare il mondo e poi infortunar­si. Ma capire più informazio­ni possibili e imparare».

«Se è tranquillo così, allora siamo tutti contenti Io? Sono felice di essere alla Ducati»

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