4 X SEMPRE
L’edizione che sembrava la più difficile per lo sport azzurro è già diventata, a due giorni dalla fine delle gare, la più ricca Tante vittorie inedite, alcune simboliche, in una perfetta geometria di squadra E non è ancora finita Palmisano, Busà, l’incred
Entusiasmante impresa a Tokyo di Patta, Jacobs Desalu e Tortu: Gran Bretagna beffata per un centesimo Di Busà (karate) e Palmisano (marcia donne) gli altri due ori Le medaglie salgono a 38: mai così grandi
Un sardo, un nero, un mulatto e un brianzolo (un po’ sardo anche lui): esiste solo l’Italia, bellissima, unita, che tutti ci invidiano e dovremmo imparare ad amarla di più anche noi. In un’altra serata magica, abbiamo trovato i nuovi Zoff-Gentile-Cabrini: sono Patta-Desalu-Jacobs-Tortu, i ragazzi della 4x100 che sbancano l’Olimpiade regalando all’Italia l’oro della staffetta 4x100. Impensabile per tutti ma non per loro.
RECORD. Il trionfo arriva nella tarda serata di Tokyo, il primo pomeriggio in Italia, quando il sorpasso c’è già stato e poteva anche bastare così: l’oro del karateka Busà aveva certificato l’edizione più bella di sempre con 37 medaglie. Record di tutti i tempi, meglio delle 36 di Los Angeles 1932 e Roma 1960, l’Olimpiade di casa. E invece questi ragazzi che combinano? Visto che i professionisti della sventura erano già pronti a puntare il dito sul fallimento azzurro nelle competizioni a squadre, decidono di vincere insieme la gara forse tecnicamente più difficile di tutte, dove non conta correre forte singolarmente ma far viaggiare il testimone che i quattro moschettieri riescono letteralmente volare fino al traguardo. Una meravigliosa prova di squadra, affiatamento e sintonia. Il conto adesso è salito a trentotto, siamo in doppia cifra con tutti i colori: 10 ori, 10 argenti, 18 bronzi. Metà delle vittorie - cinque - è dell’atletica di La Torre, direttore tecnico con una cultura sportiva e uno spessore che regge pochi confronti. E ha ragione Tamberi, da poco sbarcato in Italia dopo il successo nel salto in alto, a dire che forse ha lanciato una nuova moda: vincere l’Olimpiade.
PRIME VOLTE. Tante vittorie inedite, alcune simboliche: in principio è stato Vito Dell’Aquila, re del Taekwondo, primo millennial italiano sul podio olimpico. Poi la prima vittoria mista, dalla vela, con Ruggero Tita e Caterina Banti. Il destino ha regalato a Busà il posto nei libri di storia: la sua è stata la vittoria del sorpasso, la medaglia numero 37, in una specialità - il karate - che ha debuttato ai Giochi qui a Tokyo ma non sarà a Parigi 2024. Un’opera unica. Ma come ti giri c’è un trionfo: non è passato un giorno senza che l’Italia non vincesse una medaglia. Record nel record. Ieri poi l’apoteosi con i tre successi in un solo giorno, lanciati dalla marciatrice Palmisano.
Siamo saliti sul podio in 18 specialità diverse, anche questo è un primato
Malagò: «Dopo l’Europeo di calcio, l’Olimpiade più grande di sempre»
SODDISFAZIONE. Malagò, presidente del Coni, non sta nella pelle e celebra una spedizione straordinaria: «La più grande Olimpiade di sempre. Sono orgoglioso di tutta la delegazione, atleti, tecnici e dirigenti e di questa meravigliosa squadra che ha dato un’altra grande felicità all’Italia dopo gli Europei di calcio, regalando emozioni fortissime al nostro Paese e a tutti gli italiani che tanto hanno sofferto in questi ultimi due anni per il Covid».
TALENTI GLOBALI. L’Italia è salita sul podio in 18 discipline diverse. Sembravano tante già 13 o 14 ma l’onda è ormai inarrestabile. Diventa difficile anche trovare un filo conduttore per spiegare così tanti successi ma forse la realtà è più semplice di quanto pensiamo: 38 medaglie sono 38 storie diverse fatte di allenamento, sacrifici, resilienza applicate al talento. Ognuno nel suo mondo, ognuno con il suo percorso. Finite tutte nel meraviglioso imbuto di un’Olimpiade che doveva essere indimenticabile per tutti ma lo sarà soprattutto per noi. Oggi e domani altre gare con cerimonia di chiusura alle 13 ora italiana. Con l’aria che tira, rischiamo di vincere anche quella.