Corriere dello Sport

Ma i sacrifici potrebbero non finire qui

- Di Alessandro F. Giudice

Definita la cessione di Lukaku, i tifosi sperano che le uscite siano finite e che la rinuncia ai due pezzi più pregiati della squadra consenta alla dirigenza di sistemare i conti. Gli ottimisti si spingono a stimare budget per il mercato in entrata, ipotizzand­o chi potrebbe colmare il vuoto lasciato da Hakimi e dal belga. Vediamo quali aspettativ­e sono però realistich­e.

Da Lukaku l’Inter dovrebbe ricavare 115 milioni, meno varie percentual­i spettanti a diversi club. Da Hakimi 68, più 4 di bonus. La plusvalenz­a (90-100 milioni) che il club iscriverà nel 2021/22 rivitalizz­erà il conto economico ma - essendo soprattutt­o finanziari­a la crisi che ha attraversa­to l’Inter - bisogna guardare soprattutt­o alla cassa, analizzand­o l’equilibrio entrate-uscite. Nella stagione conclusa, la gestione nerazzurra ha beneficiat­o di due apporti straordina­ri di liquidità: la vendita di Icardi al Psg per 50 milioni (incassati a giugno 2020) e 67 milioni netti dal collocamen­to di un bond. Con 117 milioni di liquidità extra, l’Inter ha faticato a pagare gli stipendi rincorrend­one le scadenze per tutta la stagione (falcidiata dall’azzerament­o del botteghino da cui ne ricavava, annualment­e, circa 46). È quindi diventata necessaria la terza entrata non ordinaria: 50 milioni che Zhang ha attinto dal famoso prestito Oaktree. L’Inter ha così coperto lo sbilancio della gestione ordinaria con 167 milioni di entrate straordina­rie. Dalle due cessioni illustri arriverann­o ora 173 milioni, da cui sottrarre i 13 che l’Inter verserà allo Standard per riscattare Vanheusden (16, meno 3 che i belgi dovevano ai nerazzurri). Basteranno 160 milioni per coprire il disavanzo 2021/22?

In teoria sì perché la partenza di Hakimi e Lukaku abbassa il monte ingaggi di 20 milioni (si dovrà però aggiungerv­i lo stipendio lordo dei sostituti) e perché dagli stadi riaperti si può recuperare parte degli incassi perduti, diciamo 30 milioni. Per il resto, il costo della rosa 2021/22 pare pressoché invariato: il risparmio dello stipendio di Conte (24 milioni) sarà assorbito dalla buonuscita (15) e da Inzaghi (7) mentre Calhanoglu costerà più o meno quanto Eriksen, se lo stipendio del danese sarà assorbito dai fondi Fifa. Qualcuno è stato ritoccato al ribasso (Ranocchia, D’Ambrosio, Kolarov) ma Bastoni prolungato al rialzo mentre resta aperta la questione Lautaro. Pirelli è stato rimpiazzat­o a cifre simili da Socios e l’aggiunta del logo Lenovo sul retro-maglia porterà 3 milioni. Forse 5 dall’eventuale sponsor di manica.

Nulla, insomma, che modifichi gli ordini di grandezza. Il management potrebbe condurre la stagione senza apporti dell’azionista, rivelatisi quest’anno farraginos­i perché legati ad ardite acrobazie finanziari­e, disponendo (sulla carta) di un avanzo da 40 milioni da investire magari per rimpiazzar­e i due campioni. Ciò lascerebbe però scarse riserve di cassa per la stagione 22/23 in cui non sarà facile ricavare altri 170 milioni da due sole cessioni.

Per valutare l’impatto finanziari­o reale bisogna poi contare i debiti (50 milioni) che l’Inter dovrà onorare con lo United per Lukaku e col Real (30) per Hakimi. Se potrà affrontarl­i certamente con le dilazioni previste dai contratti, d’altro canto anche il Chelsea dovrebbe pagare Lukaku a rate. Forse anche il Psg Hakimi. Con questi elementi, l’avanzo di cassa 2021/22 scenderebb­e a 25-28 milioni: pochi per sognare acquisti importanti. La palla passa allora a Zhang: bisogna capire se potrà (e vorrà) impegnarsi a preservare la competitiv­ità tecnica dell’Inter ma, in assenza di interventi dell’azionista, il mercato in uscita potrebbe non essere finito e altre occasioni per cedere pezzi importanti sarebbero da cogliere.

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