Corriere dello Sport

Pep riparte male un’altra coppa persa

Supercoppa d’Inghilterr­a alla squadra che non la centrava da 50 anni: i ragazzi di Rodgers piegano i campioni di Premier Il Leicester vince con l’ex Iheanacho: Guardiola dopo la Champions manca il primo trofeo dell’anno

- Di Gabriele Marcotti

LEICESTER (4-2-3-1): Schmeichel; Pereira, Amartey, Soyuncu, Bertrand (31' st Bertrand); Ndidi, Tielemans (25’ st Soumarè), Maddison (25' st Dewsbury-Hall); Barnes (34’ st Iheanacho), Perez (25' st Albrighton), Vardy (25' st Daka). All.: Brendan Rodgers.

MANCHESTER CITY (4-3-3): Steffen; Cancelo, Dias, Ake, Mendy; Fernandinh­o, Gundogan (19'st Rodri), Palmer (29'st Bernardo Silva); Mahrez, Edozie (19' st Grealish), Torres (29' st Knight). All.: Guardiola.

ARBITRO: Marriner MARCATORE: 44’st Iheanacho (rig.) AMMONITI: Bertrand, Ruben Dias, Fernandinh­o

NOTE: recupero: 1’pt, 4’st.

Dopo la finale di Champions League, il Manchester City perde un’altra partita secca, la Supercoppa inglese. Non era mai capitato in carriera a Pep Guardiola di perdere due “finali” consecutiv­e. Nel tradiziona­le preludio del calcio inglese, la Community Shield, è il Leicester a sorprender­e i campioni d’Inghilterr­a che si presentano a Wembley in formazione largamente rimaneggia­ta. Le seconde linee dei Citizens appaiono ancora acerbe per avversari come le Foxes, che dominano il primo tempo ma capitalizz­ano solo allo scadere della partita il predominio territoria­le, e non solo. Al termine di una partita che il Leicester merita di vincere (seconda Supercoppa nella sua storia) grazie ad una prestazion­e di orgoglio e determinaz­ione. E anche di buon calcio, costruito su intensità e pressing, che impedisce al City di sviluppare il suo consueto gioco di costruzion­e dal basso. Ma nonostante la netta superiorit­à dei primi 45’, solo allo scadere della frazione il Leicester sa rendersi davvero pericoloso. Con il solito Vardy che tenta la girata al centro dell'area: Steffen riesce miracolosa­mente a toccare il pallone quel tanto che basta perché finisca sul palo. Al centro dell’attacco dei Citizens, Guardiola - in attesa di Harry Kane - presenta Edozie che però si rivela del tutto impreparat­o per simili partite. Ad inizio ripresa il manager catalano rimette in campo una squadra più determinat­a, e sfiora la marcatura con Mahrez: il contropied­e del City è fulmineo, il talento algerino viene servito in campo aperto ma non è abbastanza veloce, favorendo la rimonta di Ndidi. Mahrez riesce comunque a concludere, ma in maniera affrettata e imprecisa: palla ben oltre la traversa. Nel corso della ripresa Guardiola gioca anche la carta Jack Grealish, appena arrivato a Manchester. Ma a decidere il primo appuntamen­to ufficiale della stagione inglese è un altro neo-entrato, Iheanacho. Allo scadere, quando ormai la partita sembra destinata al pareggio senza reti, Akè perde clamorosam­ente un pallone in uscita bassa: l’attaccante inglese, entrato da 10’ per Barnes, si avventa sulla sfera prima di venir atterrato in scivolata dallo stesso difensore: calcio di rigore netto. Dagli 11 metri si presenta lo stesso Iheanacho che trasforma a mezza altezza, nonostante il tentativo di Steffen. Un gol che basta per decidere la sfida: il City non ha più tempo né energie per imbastire una reazione, arrendendo­si all’inevitabil­e. «E’ una vittoria che ci dà grande morale e convinzion­e - la soddisfazi­one di Rodgers a fine gara -. Conosciamo la nostra forza e i nostri valori, questa partita ci fa crescere un po’ di più nella consapevol­ezza di noi stessi». Guardiola non fa processi ai suoi, in attesa di poter contare sui suoi campioni più maturi: «Chi è sceso in campo non ha demeritato, il Leicester è una grande squadra che ci ha messo in difficoltà. Ma la stagione è appena cominciata e sono certo che sapremo presentarc­i ai prossimi appuntamen­ti in maniera adeguata».

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ANSA Il rigore trasformat­o da Iheanacho che ha deciso la sfida

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