Corriere dello Sport

«Matematica e analisi poi si sono superati»

«Il cambio tra Jacobs e Desalu è durato 30-40/100 roba da prestigiat­ori. E Tortu è stato eccezional­e Ma ora sono stufo di essere sempre sotto esame»

- di Franco Fava

Due ori, sette record italiani e due europei. E’ il sontuoso bottino di Filippo Di Mulo, catanese di 61 anni responsabi­le del settore velocità, già ribattezza­to il “Mago delle staffette”. E’ al settimo cielo dopo lo storico titolo olimpico della 4x100. «Ho realizzato il mio sogno: avere la formazione perfetta (Patta, Jacobs, Desalu, Tortu) e vincere un oro. Lo sognavo dal 1990, quando iniziai a lavorare con le staffette alla Libertas Catania». C’è lui dietro la magìa di cambi perfetti, frutto anche di anni di studi, in cui ha dovuto sempre dimostrare qualcosa. In queste ore di esultanza, c’è entusiasmo e orgoglio, ma traspare anche un po’ di amarezza per una fiducia riconosciu­tagli a fasi alterne.

Com’è nato il capolavoro che tutto il mondo ci invidia?

«Dai cambi impeccabil­i e dalla maturazion­e di ogni singolo frazionist­a. Quando hai un campione olimpico, un Tortu che si ritrova, con un Desalu che fa la curva come nessuno e l’inseriment­o di un Patta che ha sostituito egregiamen­te Manenti, l’obiettivo di un podio ci sta tutto. Poi è arrivato l’oro perché tutti si sono espressi sopra le aspettativ­e e senza errori».

In passato cosa succedeva?

«Ci salvavamo coi cambi, ma in quanto a individual­ità niente a che vedere con oggi. A Berlino 2009 solo Di Gregorio e Collio corsero i 100, fino alla semifinale, poi fummo sesti in finale. A Daegu 2011, nessuno nei 100 ma chiudemmo quinti in 38”41. Negli ultimi cinque anni il movimento è cresciuto».

Il passaggio di testimone da Jacobs a Desalu è stato da manuale: «Ho studiato un modello matematico in cui immetto i dati cronometri­ci e le caratteris­tiche di ogni frazionist­a. Ne viene fuori la distanza in piedi, che non è che la lunghezza della scarpa che indica dove far partire l’hop (il richiamo vocale tra i frazionist­i, che indica il momento di mettersi in moto; ndr). Quello che viene fuori lo adatto al tipo di gara e fin dove possiamo osare».

Ci spieghi meglio

«Il cambio avviene entro 30 metri. Se il modello mi dice che chi riceve deve mettersi a 23 piedi dal momento dell’hop, io lo adatto a secondadel cambio che voglio, lungo o corto. Il terzo è stato lungo e rapidissim­o, al 25° metro dei 30 a disposizio­ne per non perdere velocità».

Dove avete rischiato di più? «Nel secondo, tra Jacobs e Desalu, per sfruttare la velocità di Marcell che ha corso 130 metri. Tutto è avvenuto in 2”71. E il passaggio di bastoncino è durato solo 30-40 centesimi, roba da prestigiat­ori».

L’ultimo tra Desalu e Tortu però è stato strettissi­mo: «Sapevamo che si sarebbe vinta la gara se il testimone fosse arrivato a Tortu in posizione da medaglia, quindi inutile rischiare. Filippo dà il meglio in ultima, si è superato con quel tuffo che stavolta non ha anticipato, ha fatto la differenza di un centesimo, 10 centimetri».

Molti si sono stupiti che non abbiate schierato Jacobs in ultima «Anche Bolt non ha corso sempre l’ultima frazione. Ai Mondiali del 2009 corse in terza con Powell in quarta e vinsero in 37”31. A Osaka 2007 corse la seconda».

Da chi è stato sorpreso di più? «Da tutti. Non hanno sbagliato nulla e hanno tutti fatto parziali più veloci rispetto alla semifinale: Patta è passato da 10”70 a 10”51 partendo dai blocchi. Marcell è rimasto sui massimi con 8”95. Desalu è sceso da 9”30 a 9”17. Il più veloce è stato Filippo: da 9”00 a 8”85».

Ma una prova così da Tortu se l’aspettava?

«Lo abbiamo ritrovato. E’ stato eccezional­e. Dalla semifinale (10”16 dopo il 10”10 in batteria; ndr) era uscito distrutto, temevo che rinunciass­e alla staffetta. Ora credo che nel suo futuro ci siano i 200».

Patta è stata una scoperta, invece «La sua è una bella storia. Dopo il 10”16 di Savona, lo abbiamo convocato in Coppa Europa per i 100 e la 4x100, che era priva di Jacobs infortunat­o e di Tortu, che aveva chiesto di seguire un altro percorso. E’ arrivato secondo in 10”29 e ha trascinato al secondo posto la 4x100 in 39”20. Poi però ha accusato un fastidio all’adduttore. Così ho detto al suo coach (Francesco Garau; ndr): lo porto a Tokyo ma dovrà allenarsi con gli staffettis­ti e rinunciare agli Europei U.23. Così è stato».

«Tortu era distrutto dopo i 100, temevo rinunciass­e. Il suo futuro è sui 200»

Ora al lavoro per i Mondiali 2022 e Parigi 2024

«Con La Torre e i miei referenti Giorgio Frinolli (4x100) e Riccardo Pisani (4x400) - abbiamo raggiunto obiettivi impensabil­i. Ma il mio contratto scade a fine settembre e per dirla tutta sono un po’ stufo di essere sempre messo alla prova. Cos’altro devo dimostrare?».

«Negli ultimi anni tutto il movimento è cresciuto. Patta, che bella storia!»

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FIDAL Il tuffo vincente di Filippo Tortu, 23 anni, nella finale della 4x100 GETTY Sotto, Filippo Di Mulo, 61, responsabi­le del settore velocità, con gli azzurri
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