Corriere dello Sport

Tra Mei e La Torre non scoppia la pace

Il d.t. e l’intero staff in scadenza a fine settembre ma il presidente pensa al piano “Brisbane 2032”

- Di Franco Fava

«Il mio futuro? Non lo so, non dipende da me. E’ un momento molto felice». Poi scherzando, ma nemmeno tanto, il d.t. Antonio La Torre aggiunge: «Potrei presentare il curriculum e vedere cosa succede». L’atletica azzurra non ha mai vinto tanto all’Olimpiade: nel medagliere siamo secondi solo agli Usa con cinque ori. Con la Gran Bretagna a “zero tituli”. Dopo lo strabilian­te bottino è l’ora di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Le tensioni, rimaste latenti, tra la nuova leadership del presidente Stefano Mei e una parte del settore tecnico ora emergono ancora più nette. Il contratto di La Torre e di tutti i tecnici, infatti, era stato prorogato dalla Fidal solo fino al 30 settembre. E ieri non hanno favorito un chiariment­o le parole di Mei, giudicate inopportun­e dopo la clamorosa cinquina d’oro e i sette record italiani, di cui due europei. «La Torre confermato? Ne parleremo - ha detto il neo presidente Fidal, che ha fatto della meritocraz­ia il suo punto qualifican­te del progetto elettorale - Io non ho mai parlato di persone ma sempliceme­nte di un modello che ho in testa, difficile da fare dall’oggi al domani. Quasi quasi ci dimettiamo tutti, lo dico per scherzo».

IN SCADENZA. La realtà è dopo il bottino-record di ori la struttura tecnica è ora appesa a un contratto in scadenza, a undici mesi dai Mondiali di Eugene. Mentre le responsabi­lità aumentano e la concorrenz­a sarà più agguerrita perché vorrà riscattars­i. Come gestire i successi dei nostri?

Mei lancia il “Progetto Brisbane 2032”, l’Olimpiade che seguirà le edizioni di Parigi tra tre anni e di Los Angeles 2028. E per Eugene 2022? E’ come se a Mancini, dopo il trionfo di Wembley e a un anno da Qatar 2022, Gravina avesse detto: Sei stato bravo, per il futuro vedremo perché ho progetti in mente per i prossimi dieci anni. Già all’indomani della felice partecipaz­ione agli Euroindoor con l’oro sui 60 di Jacobs, a seguito di alcune dichiarazi­oni di Mei alla stampa, La Torre aveva abbozzato la lettera di dimissioni. Fu Malagò a bloccarla. Altrimenti, è probabile, a “zero tituli” oggi ci saremmo noi e non i britannici.

ASTICELLA. Nella conferenza stampa a Casa Italia, La Torre ha evidenziat­o come all’interno di uno sport invididual­e, si sia fatta squadra: «Ora però dobbiamo lavorare ancor di più sull’approccio mentale, molte cose sono da cambiare e vanno cercati nuovi percorsi. Dobbiamo alzare l’asticella, altrimenti gli altri, così come noi abbiamo rincorso loro, faranno altrettant­o». Poi aggiunge, quasi a lasciare intendere che la lettera di dimissioni non sia stata stracciata: «L’energia trasmessa dalle medaglie deve togliere gli alibi a tutti. Io dovrei dimettermi oggi perché questo non accadrà più».

Rigetta al mittente le accuse straniere: «Fossi nei panni del d.t. Usa qualche domanda me la farei: i più forti sprinter del mondo che non si qualifican­o nella 4x100 e non vincono 100200-400. E’ sempre colpa degli altri?». Intanto l’antidoping di Tokyo ha comunicato di aver esaminato 5.850 campioni, dentro e fuori competizio­ne. L’atletica lo sport più controllat­o. Sono stati 4.100 gli atleti testati. Tra le dieci nazioni più testate, l’Italia è sesta. La Torre elogia il risultato di squadra: «Il 65% degli atleti in Giappone ha superato il primo turno. Due anni fa ai Mondiali eravamo sotto il 50%».

E sui nostri big: «Se Jacobs rimane Jacobs, a Parigi 2024 sarà ancora l’uomo da battere. Alla vigilia pensavo all’oro di Tamberi e al podio di Jacobs. Ho tenuto nascosta la marcia ma sapevo che Stano e Palmisano erano in gran forma».

TESORETTO. Mei ribatte che con La Torre non ci sono mai stati problemi: «Ogni volta che usciva qualche notizia ci siamo sentiti al telefono e chiariti. Mai parlato di epurazione». Per Mei ora c’è da investire il “tesoretto” di Tokyo. Come? «C’è da pensare a nuove forme di reclutamen­to, ragionando non sull’immediato bensì su Brisbane 2032. Dobbiamo tornare a essere la federazion­e che recluta di più dopo il calcio e in questo il governo ci deve aiutare».

La Torre: «Il mio futuro? Non dipende da me». Mei: «Con lui problemi mai»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy