Corriere dello Sport

4x400 record poi un tris di regine

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Nell’ultima gara dell’atletica, prima della maratona maschile disputata nella notte a Sapporo, Tokyo ha regalato ancora forti emozioni con la 4x400 azzurra. Nella finale andata agli Usa, il nostro quartetto ha migliorato ancora il record italiano con 2’58”81, senza però andare oltre il settimo posto. Un clamoroso errore nell’ultimo passaggio di testimone ha penalizzat­o il cronometro, non le chance di salire sul podio. Rispetto alla formazione che si era guadagnata la finale, riscrivend­o il primato dopo 36 anni con 2’58”91, stavolta Davide Re ha corso in prima frazione, mentre nell’ultima c’era Alessandro Sibilio, con Aceti e Scotti in quelle centrali. Mossa azzeccata, visto come si è comportato il giovane napoletano nel finale.

E’ successo però che, nel tentativo di risucchiar­e posizioni, Scotti sia rimasto all’interno della pista senza accorgersi che Sibilio era stato posizionat­o dai giudici all’esterno. Le posizioni di chi riceve, infatti, vengono cristalliz­zate dai passaggi ai 200 metri precedenti. Scotti ha dovuto scartare dalla prima alla sesta corsia, costringen­do Sibilio a partire da fermo. Davanti, imprendibi­li Stati Uniti, Olanda e Botswana. A noi è rimasto il rimpianto per aver bruciato più di mezzo secondo.

REGINE. L’ultima sera di Tokyo è stata illuminata da tre regine: una statuniten­se, una russa e una olandese d’origine etiope. Con gli Stati Uniti bastonati per non essere stati capaci di vincere un oro tra i maschi in una gara di corsa individual­e per la prima volta da Atene 1896, era la mammina california­na Allyson Felix a prendersi la scena. A 35 anni e 263 giorni, alla quinta Olimpiade, centrava ancora un oro toccando quota 11 medaglie. Ora è seconda solo al mitico Paavo Nurmi, che ne vinse 13 negli anni Venti del secondo scorso.

Exploit anche nell’alto femminile, con la russa Mariya Lasitskene che prima ha rischiato di uscire a 1.96 e poi ha vinto a quota 2.04, davanti alla sorprenden­te australian­a McDermott (2.02). Lasitskene, per diversi motivi, ha ripercorso la stessa strada di Tamberi. Ma non c’entrano gli infortuni: lei fu costretta a saltare Rio 2016, quando era la grande favorita, per la squalifica della federazion­e russa da parte di quella internazio­nale.

Aveva l’obiettivo dei tre ori, invece, Sifan Hassan, che ha regalato all’Olanda il secondo titolo vincendo i 10.000 in 29’55”32. Si era già imposta nei 5000, ma sui 1500 era stata solo bronzo. Un’impresa comunque, con la terza medaglia arrivata dopo sei gare.

SORPRESA INDIANA. “Solo” record olimpico per il norvegese Jakob Ingebrigts­en nei 1500: con 3’28”32 ha piegato Cheruiyot. Sorpresa nel giavellott­o: oro all’indiano Chopra con 87.58 e tedeschi giù dal podio.

Felix ancora d’oro Lasitskene trionfa modello Tamberi, Hassan fa doppietta

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GETTY Maria Lasitskene, 28 anni

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