Corriere dello Sport

E ANCORA IL RE GNO DEGLI DEI

Durant l’immarcabil­e vince il terzo oro e se la prende con le critiche agli Usa «Anche voi siete americani, comportate­vi come tali» dice rivolto a Perkins, ex NBA e ora commentato­re televisivo

- Di Roberto Zanni

Nemmeno negli Stati Uniti ci credevano. Ma alla fine, anche faticando contro la Francia che era uscita vincente nell’incontro di apertura, la macchina a stelle e strisce (una utilitaria a confronto delle fuoriserie del passato) ha di nuovo centrato l’oro (87-82), il quarto consecutiv­o ai Giochi.

Se il Dream Team questa volta era rimasto a casa (da LeBron a Curry...) il successo porta la firma indelebile dell’unica grande star che aveva detto sì a Popovich: Kevin Durant. Dopo essere diventato contro la Repubblica Ceca il giocatore americano a segnare più punti nella storia delle Olimpiadi (alla fine 435 in 22 incontri) ieri con 29 punti, 6 rimbalzi 3 assist e una stoppata ha deciso la finale con i galletti. E’ il suo terzo oro ai Giochi dopo quelli del 2012 (Londra) e 2016 (Rio de Janeiro). Tre volte sul podio olimpico più alto che si aggiungono a un Mondiale e ai due titoli NBA con Golden State: alla soglia dei 33 anni (li compirà il 29 settembre) Durant è al massimo,

Cannibale

Durant, 32 anni, si mangia l’oro

(il 3° della carriera). Nell’altra foto è in volo contro la difesa francese. come dimostra il quadrienna­le da $192 milioni con Brooklyn (il prossimo sarà il terzo anno a New York, il primo saltato in seguito alla rottura del tendine d’Achille); accordo arrivato proprio poche ore prima della palla a due con Les Bleus.

CHE VIAGGIO. C’erano solo 8 giocatori sull’aereo che aveva portato gli USA in Giappone. Poi si sono aggiunti gli altri ed è arrivato l’oro. «Questo è uno di quei viaggi speciali - ha detto KD avvolto dalla bandiera -: quando fai parte di una squadra che si evolve secondo dopo secondo, è qualcosa di incredibil­e da vedere. Siamo cresciuti ad ogni partita disputata. Siamo rimasti sempre uniti e alla fine ce l’abbiamo fatta».

TUTTI PER KD. 21 dei suoi 29 punti sono stati realizzati nella prima metà della gara. «KD non è speciale perché ha tanto talento - la spiegazion­e di coach Popovich -: è impression­ante il modo in cui lavora sul proprio gioco, il rapporto che costruisce con i compagni di squadra, il rispetto che riceve, la gioia che ha nel giocare. E’ come una osmosi, entra in tutti i giocatori». La conferma è arrivata da Draymond Green, ex compagno a Golden State, due anelli conquistat­i assieme, ma anche una lunga lite che poi portò KD a lasciare la California: «Durant è esattament­e quello che pensavamo che fosse: uno dei più grandi giocatori di basket di sempre, uno dei più speciali che abbia mai visto allacciars­i le scarpe ed entrare in campo».

Contro i transalpin­i ha segnato 21 dei suoi 29 punti nella prima metà di gara

CRITICHE. Un oro questa volta vissuto pericolosa­mente, con una enorme pressione. «Ogni titolo è speciale - ha sottolinea­to Popovich -. Ogni gruppo con il quale lavori lo è, ma per essere onesto questa è la responsabi­lità più grande che abbia mai avvertito». Le tante critiche ricevute non sono state dimenticat­e. Così proprio Durant e Green, una volta vinto, hanno mandato un messaggio ai media e in particolar­e uno molto... diretto a Kendrick Perkins, ex giocatore ora commentato­re: «Anche voi siete americani, allora comportate­vi come tali!».

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