Corriere dello Sport

Qualità al top: nessun club così in passato

Psg, una costruzion­e discutibil­e ma se i fenomeni fanno gruppo diventano imbattibil­i per tutti

- Di Alberto Polverosi

Volevano la Superlega? Eccola, Superlega francese, anzi, parigina. Sotto la torre Eiffel giocherann­o un campionato per conto proprio, forse anche una Champions in solitaria. Giocherann­o tuffandosi nella piscina dei dollari di Paperon de’ Paperoni, con Messi e Neymar immersi fra banconote e dobloni. Psg, dove la ricchezza diventa opulenza. Detto fuori dai denti, a noi questa idea di calcio, di potere calcistico, non piace per niente. Non è costruire una grande squadra, è ostentare una ricchezza infinita, esagerata, smodata. E’ un concetto poco europeo e non a caso la proprietà del Psg non è di questo continente. E’ vero che nel calcio ci sono stati altri esempi del genere, prima la Juve degli Agnelli, poi il Milan di Berlusconi che si impossessò del mercato europeo acquistand­o giocatori straordina­ri senza badare a spese, ma tutto restava in un confine quasi accettabil­e (il Milan, tanto per essere più chiari, aveva gli olandesi, però la struttura era stata creata in casa, a Milanello, con Baresi, Costacurta, Maldini e Filippo Galli).

Da allora il fair-play finanziari­o avrebbe dovuto “consigliar­e” spese meno folli (come no...), mentre adesso la pandemia ha sfondato le casse di tutti i club, tranne che per il Psg e, in parte, per il Manchester City. Qatarioti ed emiri al comando, al dominio, all’impero. L’Uefa osteggia giustament­e la Superlega, ma non interviene in un mercato così fuori luogo.

Passando all’aspetto tecnico, c’è chi si chiede se tante stelle messe in campo tutte insieme sappiano trasformar­e il calcio del Psg in un firmamento. La risposta affermativ­a va trovata non tanto sul terreno di gioco quanto nello spogliatoi­o, non solo nell’intesa calcistica ma nei rapporti extracalci­o. Se legano, quei fenomeni diventano imbattibil­i. Fra i meno famosi nel Psg ci sono Verratti e Paredes che hanno appena conquistat­o il titolo continenta­le con le loro nazionali. Due campioni d’Europa e di Sudamerica dovranno correre, giocare e creare per gli altri, per il trio più famoso del mondo, Messi, Neymar e Mbappé. Sul fatto che questi tre possano giocare insieme non ci sono dubbi: possono, eccome, sfruttando le diverse straordina­rie e inimitabil­i qualità dei rispettivi compagni. Anche solo immaginare un “duetto” Messi-Neymar fa impazzire i tifosi parigini e una volta superata la prima linea di difesa degli avversari basterà lanciare Mbappé (ammesso che resti al Psg) in uno spazio che sarà inevitabil­mente libero. Ci vorrà almeno un mediano (un Lodetti, un Oriali, un Gattuso) che corra per gli altri alla riconquist­a della palla, ma quella palla resterà molto spesso fra i piedi parigini.

A pensare alla squadra di Pochettino viene in mente il Barcellona di Guardiola, il primo, quello della Champions 2008-09 con Xavi, Iniesta, Henry, Eto’o e Messi, più del secondo, Champions 2010-11, che in attacco accanto a Messi aveva Pedro e Villa. Ma nella formazione di Pep la cifra tecnica più elevata era in mezzo al campo: Xavi e Iniesta erano unici. L’altra differenza sta nel modo in cui sono state costruite le due squadre: Xavi, Iniesta e Messi nel Barça erano prodotti della cantera, erano idee, intuizioni, lavoro profondo, Messi, Neymar e Mbappé nel Psg sono banalmente soldi.

Non ci sono molte altre grandi squadre del passato europeo paragonabi­li al Psg per qualità pura. Il Milan di Sacchi era potenza fisica e atletica, aggressivi­tà e dinamismo, mentre il Bayern Monaco di questo decennio è stato ordine e organizzaz­ione. Forse può ricordarlo il Real Madrid delle quattro Champions in cinque edizioni (2014-2018), Ancelotti e Zidane avevano il meglio di quel periodo: Modric, Kroos, Di Maria, Bale, Benzema e Ronaldo per Carletto, a cui Zizou ha aggiunto (nel suo primo periodo) Isco. Ma il Psg è oltre. E’ il “Resto del mondo” d’Europa.

COSÌ IL PSG IN CAMPO

La formazione base del Psg con le principali alternativ­e: la chiave sarà nell’intesa di così tanti fenomeni soprattutt­o fuori dal campo, se tante prime donne riuscirann­o anche a fare gruppo. Da qui alla fine del mercato, bisogna poi vedere se la stella francese Kylian Mbappé rimarrà in Francia o passerà al Real Madrid che lo vuole fortemente.

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