Corriere dello Sport

Spalletti, un attacco dalle mille sorprese

Insigne, Mertens, Politano, Lozano e Ounas: attorno a Osimhen tante opzioni per stupire

- Di Antonio Giordano

L’uomo che ad un certo punto della sua carriera, dovendo fare di necessità virtù, prese una squadra senza attaccanti e la trasformò quasi in una perfetta macchina da guerra, vestendo Totti da centravant­i e lasciando che intorno a quel fenomeno girassero Perrotta, Taddei, Tommasi e Aquilani, ieri mattina, quando si è svegliato, ha improvvisa­mente scoperto di avere un Napoli che è pieno di punte, sono esterni di destra e di sinistra, sono disponibil­i ad inventarsi tante varie vite dentro una stessa partita, avvertono magicament­e il richiamo della buon gusto, la definiscon­o in ampiezza o nella profondità, con l’atletismo, l’eleganza e l’estro che gli appartiene.

RIECCOLI. Mentre ricompaion­o Lozano e Mertens con i loro 155 gol, che si vedranno più in là - il messicano in fretta, forse sin dalla prima o semmai dalla terza, e lo “scugnizzo” belga a settembre inoltrato - Spalletti sente il richiamo di un calcio che gli piace, eccome, che ha rappresent­ato un’idea persino d’un tempo che resta, seppur lontano, come un calco a cui rifarsi. Il Napoli che verrà, nelle sue variabili (in)dipendenti, sa di squadra multitaski­ng, un modello di trasformaz­ione che si spinge da destra a sinistra, poi viene dirottato in mezzo, si lascia orientare dal palleggio, dal movimento mai fine a se stesso, da una personalit­à tecnica che sta nei piedi, ovvio, ma innanzitut­to nella testa.

LA GUIDA. Insigne è “il genio scaltro della bellezza”, un suono melodico che viene diffuso sostanzial­mente a sinistra ma che poi si diffonde in quella centralità inseguita travestend­osi da “falso dieci”, l’ispiratore di una trama che sconvolga, che consenta di avvicinars­i ad Osimhen, di entrare in contatto con Zielinski, di aprire la fascia a Mario Rui, di arrivare con quelle pennellate a Politano, a Lozano oppure a Ounas, così come accadeva con Callejon.

VOLANTI. Ma il Napoli può largheggia­re, mutare il costume in scena e dunque la recitazion­e senza far scendere dal palco i suoi interpreti: è un teatro dell’arte che Politano può assecondar­e a destra o dall’altra parte, proprio come Lozano, e con el chuky, se dovesse servire, sistemarsi persino alle spalle della prima punta o, nel caso estremo, a lui sostituirs­i, perché nelle corde ognuno ha una propria parte che può essere articolata in modi diversi.

E CIRO? Mertens ha già vissuto tante esistenze, dopo essere nato esterno ha scoperto - con Sarri di avere un cinismo del quale era inconsapev­ole: quando avrà sistemato la spalla, e ritrovato la sua vera anima che un po’ s’è spenta ed ha vagabondat­o nella normalità, il tiro a “Ciro” potrà rientrare tra i furti d’un autore che con scaltrezza s’è appostato nei sedici metri altrui, o anche decollare dal limite, in quelle opere d’arte (all’Olimpico con la Lazio, al “Maradona” quando era san Paolo con il Torino) e disegnare arcobaleni e speranze.

CLASSICI. Per i nostalgici, amanti d’un modello antico e mai superato, c’è Petagna, che riempie il settore, lo addobba di muscoli e di fisicità, sa di sponda o di sfondament­o, d’alternativ­a; e poi nel modernismo partenopeo, rientra Osimhen, sveglio, svelto e rapido come una gazzella, che in ogni partita si presenta consapevol­e di dover correre più di quei “leoni” che gli stanno di fronte, per non essere sbranato. E Osimhen, volendo, sa persino diventare improvvisa­mente l’espression­e anche vintage dell’attaccante, lasciandog­li il campo per andarsene in contropied­e. Sarà divertente e affascinan­te essere Spalletti, l'innovatore.

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Dries Mertens 34 anni
Lorenzo Insigne 30 anni
Hirving Lozano 26 anni
Adam Ounas 24 anni
Matteo Politano 28 anni Dries Mertens 34 anni Lorenzo Insigne 30 anni Hirving Lozano 26 anni Adam Ounas 24 anni
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