Immobile: Io, Irma e la cazzimma
ROMA - Giusto ed emozionante celebrare a casa il successo, nella sua Torre Annunziata. E ancora di più lo è stato farlo insieme a Irma Testa, altra esponente della città campana protagonista dell'estate sportiva italiana. Ciro Immobile lo ha fatto vincendo gli Europei in Nazionale, lei mettendosi la medaglia di bronzo al collo a Tokyo 2020, prima donna della storia della boxe azzurra a riuscirci in un'Olimpiade. A loro il sindaco Vincenzo Ascione ha regalato una targa commemorativa, oltre all'attestato di civica benemerenza "per aver dato lustro alla città con le loro qualità umane e sportive, che hanno condotto ai successi fin qui conseguiti e che li rendono un significativo punto di riferimento per le giovani generazioni".
INSIGNE. Hanno ricevuto una meritata accoglienza da eroi, con tanto di video proiettati che hanno permesso di rivivere le loro imprese: «Con quello di Irma - ha detto l'attaccante - avevo un magone dentro. Di lei mi piace la "cazzimma", gliel'ho letta negli occhi quando mi ha detto che la prossima volta punterà all'oro. Lo stesso vale per me, il mio motto è "non c'è gloria senza sacrificio". Bellissima anche la clip che mi è stata dedicata. È stato fantastico conquistare un Europeo dopo 53 anni, giocando alcune partite a Roma e vincendo la finale in casa dell'Inghilterra. Il ct Mancini è stato fondamentale, ha creato un gruppo straordinario. Dopo un periodo di grande sofferenza, abbiamo regalato un sorriso agli italiani». Ciro, che si è definito «made in Torre Annunziata al 100%», ha poi raccontato delle chiacchierate con Insigne in vacanza: «Visto che abbiamo rubato il vostro allenatore (ride, ndr), mi sono fatto dire un po' di cose su Sarri, così da arrivare in ritiro preparato. E poi mi ha parlato di Napoli, di quanto stia bene qui».
GOMORRA. Non abbastanza però per convincerlo a lasciare Roma. Non che Insigne ci abbia provato davvero, l'invito esplicito piuttosto lo aveva fatto tempo fa Salvatore Esposito, attore - tra le altre cose della serie tv Gomorra, nei panni di "Genny" Savastano. Nel corso della serata è stato proiettato anche un suo video saluto: «È un personaggio pazzesco. Siamo andati a cena insieme a Roma la prima volta che ci siamo conosciuti e io gli chiedevo qualche anticipazione sul finale di Gomorra. Lui mi rispondeva: "Solo se vieni a giocare al Napoli". Me lo continuava a dire e ho replicato: "No, Salvato', sto alla Lazio, non posso"». Restando in tema, subito dopo è toccato a Marco D'Amore, Ciro Di Marzio nella serie, mandare il suo saluto: «Marco - ha replicato ancora Immobile - ha detto che quando ci ritroviamo in un posto diverso da Napoli, dalla Campania, dal Sud, ci viene in mente subito la nostra creatività. Questo è il bello e il divertente di noi. La stessa cosa vale per gli sportivi, per gli artisti, per tutti. Come ha sottolineato pure Irma, abbiamo una marcia in più».
«Noi due siamo simili, il mio motto è “non c’è gloria senza sacrificio”»