San Marino batte tutti
Una medaglia ogni 11mila abitanti: nessuno è come San Marino, l’antica terra della libertà (come scritto all’ingresso a Dogana) che da repubblica più piccola al mondo affiliata al CIO ha saputo stupire tutti, conquistando a Tokyo tre medaglie (un argento e due bronzi) e la simpatia, oltre che gli elogi, di tutta la comunità internazionale. Un’impresa mica da poco, considerando che erano appena 5 gli atleti sammarinesi in gara all’Olimpiade, di cui tre capaci di andare a medaglia. Alessandra Perilli ne ha portate a casa due, una nella gara singola di trap (bronzo), l’altra nel mixed team assieme a Gian Marco Berti (argento). Myles Amine Mularoni ha fatto suo il bronzo nella lotta libera, categoria 86 kg. Con loro c’erano anche Arianna Valloni (nuoto) e Paolo Persoglia (judo). Una pioggia di medaglie per uno Stato che ne inseguiva una da 61 anni, con il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Sammarinese Gian Primo Giardi che mai si sarebbe immaginato un bottino tanto cospicuo.
IL 23 LA GRANDE FESTA. L’articolo del “The Guardian”, nel quale veniva sottolineato come San Marino fosse in cima alla classifica che tiene conto del rapporto tra medaglie conquistate e numero di abitanti, ha reso ancor più indimenticabile una spedizione da sogno. L’hanno osannata i Capitani Reggenti Gian Carlo Venturini e Marco Nicolini, così come il Segretario di Stato allo Sport Teodoro Lonfernini, che il prossimo 23 agosto al Campo Bruno Reffi accoglieranno tutta la delegazione olimpica per i festeggiamenti di rito, alla presenza dei medagliati (Mularoni, che abita e si allena a Detroit, farà ritorno appositamente dagli USA dove è rientrato dopo i Giochi) che potranno così ricevere l’abbraccio di un intero popolo che grazie alle loro imprese s’è fatto conoscere agli occhi di tutto il mondo.