Corriere dello Sport

Djokovic e i suoi rivali tutti i dubbi di New York

Dopo la delusione dei Giochi Nole salterà anche Cincinnati Nadal ha problemi a un piede Federer non gioca da Wimbledon

- Di Alessandro Mastroluca

Se posso farcela a New York, cantava Frank Sinatra, potrò farcela dovunque. Allo US Open, chi si troverà sulla strada di Novak Djokovic potrebbe anche pensare di ripetersel­o come un mantra. Sì, perché il serbo insegue due obiettivi da leggenda: vincere il major numero 21, staccando così Roger Federer e Rafa Nadal, e completare il Grande Slam riuscito solo a Don Budge nel 1938 e due volte a Rod Laver (1962 e 1969).

RICAMBIO GENERAZION­ALE. Per la seconda volta, però, il serbo arriverà a New York (si comincia domenica 30) senza aver giocato i due Masters 1000 di agosto. Dopo Toronto, infatti, ha annunciato che salterà anche il Masters 1000 di Cincinnati la prossima settimana. «Ho bisogno di un po' più di tempo per recuperare - ha scritto in un messaggio diffuso attraverso i suoi profili sui social network La mia attenzione sarà rivolta allo US Open». Intanto l'amico Victor Troicki, coach per la Serbia a Tokyo 2020, ha confessato che si erano tutti opposti all'idea che giocasse anche il doppio misto. L'incertezza sulle condizioni di Djokovic si accompagna ai dubbi crescenti sulle energie residue di Rafa Nadal, sconfitto al secondo turno a Washington (ha ancora problemi al piede sinistro) nel suo primo torneo dopo il Roland Garros, e il neo-quarantenn­e Roger Federer che ha giocato solo cinque eventi nel 2021. Anche lo svizzero salterà entrambi i Masters 1000 a cavallo di Ferragosto.

GLI SFIDANTI. I soliti nomi, gli sfidanti che bussano alle porte del paradiso tennistico, sognano finalmente di sfondare la parete che divide il palco dalla realtà. Il greco Stefanos Tsitsipas, per la prima volta numero 3 del mondo, si specchia felice nella sua immagine stampata sulle figurine, che sono tanto piaciute anche al marito di Serena Williams. Daniil Medvedev, finalista due anni fa a New York nel clou di una serie di sei finali consecutiv­e, ha vinto sul cemento dieci dei suoi undici titoli in carriera. Su questa superficie, ha detto, «so di poter battere anche i migliori. Qui posso vincere anche grandi tornei». Hanno dimostrato di poterlo fare anche Dominic Thiem, il campione in carica a Flushing Meadows, e Alexander Zverev, finalista a New York un anno fa. A dodici mesi da quella finale, umori e condizione dei due non potrebbero essere più diversi. L'austriaco, vera delusione del 2021, si sta allenando ma non gioca da giugno per l’infortunio al polso: salta i due Masters 1000 nord-americani e diffonde messaggi ambientali­sti contro le conseguenz­e della pesca aggressiva al pesce spada. Il tedesco, campione olimpico, quando gioca come a Tokyo sembra il più pronto a prendersi stabilment­e il centro della scena.

GLI ITALIANI. Anche l'Italia sogna di non essere più "Little" a New York. Anche i desideri di grandezza hanno cambiato dimensione dopo la finale di Berrettini a Wimbledon (ma l’italiano, dopo aver rinunciato alle Olimpiadi ha saltato anche Toronto e rientrerà nella prossima settimana) e il primo titolo di Jannik Sinner in un ATP 500 a Washington. Vederli entrambi a Torino alle Nitto ATP Finals sarebbe il modo migliore di incornicia­re una stagione senza precedenti per il tennis italiano. In ogni caso, resta la certezza che il 2021 non può essere soltanto una primavera.

E poi Thiem: vincitore del torneo nel 2020, non gioca da quasi due mesi

Gli italiani? Berrettini sta per tornare in campo, Sinner è già in gran forma

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ANSA Nole Djokovic, 34 anni, senza più forze: l’ultima immagine dei suoi Giochi
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