Bonucci e le “bonucciate” ispirate a Viterbo da Sivori
Leo è nato mentre Omar era presidente della Viterbese e insegnava Sivorismo: abilità, carattere, durezza
Caro Cucci, penso che Bonucci e Allegri stiano cercando di fare notizia sui giornali, non credo che Agnelli abbia richiamato Max sapendo che i due non si sopportano ancora, questi siparietti della fascia sono solo battute scherzose di quel toscanaccio… sennò la Juve l’avrebbe già mandato via dopo quella buffonata del Milan…
BONUCCI CAMPIONE - Caro Cucci, dicano quel che vogliono di Bonucci, i suoi nemici, ma alla fine raccoglieranno sempre quello che hanno raccolto agli Europei: la figura di un campione gigantesco che alla fine, mentre sembrava che con Chiellini pigliasse per il c… gli inglesi con la pastasciutta in realtà si rivolgeva a quegli italiani che lo detestano. Forse ha un brutto carattere, Leo, e non credo che bastino certi suoi atteggiamenti per condannarlo, anzi, la sua durezza nelle parole e nei gesti la trasmette in campo. Sa cosa le dico io? È solo un ragazzo di Viterbo con le palle viterbesi che si è conquistato un posto anche nella Treccani…
Sa cosa ci dico io - alla Dall’Ara - caro Manlio? Ho l’impressione che la Treccani (che io adoro e posseggo in tutte le sue preziose forme) cerchi un posto al sole, come la Crusca quando s’inventa neologismi stravaganti; anni fa uscì addirittura un “Dizionario delle parole nuove” di Bruno Migliorini nel quale si trovavano mille inediti vocaboli tratti dalle cronache calcistiche. Ricordo che mi complimentai con Guido D’Ubaldo per un termine che s’era inventato in una cronaca della Roma (ahimè ora mi sfugge) ed era finito lì, riverito. Ma ecco la parolissima del giorno introdotta nel monumento della cultura italiana dopo il “Tiraggiro”, lemma originato da Lorenzo Insigne e adeguatamente celebrato: “BONUCCIATA - Nelle cronache sportive, errore di gioco, comportamento, dichiarazione pubblica tipici del calciatore Leonardo Bonucci”. Citazione: “Con una bonucciata lancia Arnautovic e poi rischia con una deviazione. Si riscatta facendo partire l’azione che spacca la partita. (Paolo Tomaselli, Corriere della sera.it, 27 giugno 2021, Calcio Europei).
Sia come sia, vadi come vadi (cfr.Dall’Ara), propendo per la soluzione “palle viterbesi” che credo gradirebbe anche il mio amicone Claudio Brachino. E all’energia… territoriale aggiungerei un dettaglio calcistico: Leonardo è nato a Viterbo nel 1986 quando, per la forza del destino, Omar Sivori era presidente della Viterbese, e me lo immagino suggere latte juventino e sivoriano. A quel tempo il mio carissimo amico Omar rilasciò una bella intervista a Corrado Sannucci di “Repubblica” con la quale esaltava il Sivorismo: “Sono stato il primo giocatore d’abilità, qui in Italia, allora non se n’era visto ancora nessuno. E dopo vent’anni Diego. Anche lui, vedrete, resterà attaccato all’Italia, come tutti gli altri argentini, Lojacono, Massei, Manfredini, Pesaola e altri ancora. Diego è un genio e ha avuto quello che a me è mancato completamente, la carriera internazionale. Ho vinto con l’Argentina un campionato sudamericano nel ‘57; poi quella squadra fu smembrata quando Maschio, Angelillo ed io venimmo in Italia. Nel ‘61 mi fu fatto pensare che potevo diventare italiano e iniziai la carriera con la maglia azzurra, senonchè tutto finì nel ‘62, dopo il Cile, quando venne un signore a dire che noi oriundi non avremmo più dovuto giocare in nazionale, lo stesso signore che poi perse in Inghilterra contro la Corea”.
Omar aveva un caratteraccio tale che ebbe a scontrarsi duramente con il tecnico della Juve, Heriberto Herrera, ginnasiarca e tikitakista ante litteram: non una baruffetta come Allegri e Bonucci, tant’è che Umberto Agnelli, pur avendolo arruolato e amato, lasciò che Omar andasse al Napoli. Dove fu adorato ancorchè ex-juventino. Come Omar, che non era solo un funambolo, Leo esibisce in partita anche certe durezze che gli procurano dure critiche; mentre quelle di Chiellini - sempre sorridente - ispirano allegrissimi meme.