Corriere dello Sport

Vio, Barlaam e le velociste: c’è tanta Italia La Porcellato all’undicesima presenza

Il lunghista Rehm sa saltare più dei normodotat­i L’arciere Stutzman riesce a far centro da 283 metri

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TOKYO - L’Italia paralimpic­a sfodera le sue stelle a Tokyo. Dopo i successi dei colleghi olimpici i 115 azzurri, guidati dai portabandi­era Federico Morlacchi e Bebe Vio, non vogliono essere da meno e puntano a migliorare le 39 medaglie conquistat­e cinque anni fa a Rio.

Se Bebe è il faro della scherma italiana (e non solo) e punta a infilzare due ori nel fioretto (individual­e e a squadre), rinunciand­o all’idea di competere anche nella sciabola individual­e, Federico è in ottima compagnia tra le corsie dell’Aquatics Centre, con il nuoto che costituisc­e la delegazion­e più numerosa (29 atlealtre ti) tra le 15 discipline in cui l’Italia è rappresent­ata. Quantità ma anche qualità, perché nonostante siano all’esordio ai Giochi, i giovani fuoriclass­e che rispondono ai nomi di Simone Barlaam (21 anni), Carlotta Gilli (20) e Giulia Terzi (26) puntano a salire sul podio ripetutame­nte nei prossimi giorni.

100 DA TRIS. Sull’onda dell’entusiasmo dei cinque ori della recente Olimpiade, l’Italia sogna notti (giapponesi) magiche nell’atletica paralimpic­a. Le premesse ci sono tutte, a cominciare dalla capitana Assunta Legnante, che dopo i trionfi nel getto del peso a Londra e Rio punta al tris a Tokyo. E se possibile anche al poker d’oro, visto che sarà una delle favorite anche nel lancio del disco, la sua prima fatica giapponese, il 31 agosto, mentre la finale dell’amato peso è in programma il 3 settembre. Doppio impegno nelle stesse discipline anche per lo scatenato Oney Tapia, voglioso di salire l’ultimo gradino e trasformar­e nel disco l’argento di Rio in oro.

Comincerà col salto in lungo l’avventura di Martina Caironi, portabandi­era nella cerimonia d’apertura dell’ultima Paralimpia­de carioca, ma la gara più attesa sono senza dubbio i 100 di venerdì 4 settembre, in cui la regina delle edizioni di Londra 2012 e Rio 2016 si troverà le rivali in casa: con Ambra Sabatini e Monica

Contrafatt­o in forma smagliante, infatti, l’Italia sogna un podio tutto azzurro nella gara regina della categoria T63.

Nel complesso l’Italia schiera per la prima volta più donne che uomini (63 contro 52) e un impression­ante numero di esordienti: 69 in tutto gli esordienti (il 60% della spedizione). Il più giovane è il diciottenn­e Matteo Parenzan (tennistavo­lo), mentre la veterana è la “rossa volante” Francesca Porcellato, 51 anni, alla sua undicesima Paralimpia­de (tra estive e invernali). Vanta già gli ori su 100 e 4x100 in carrozzina a Seul 1988 (!) e un totale di undici medaglie.

FENOMENI. A proposito di atletica, grande attesa anche nel salto in lungo maschile per Markus Rehm, una delle sei superstar indicate dall’Ipc alla vigilia dei Giochi. Quest’anno, il tedesco, amputato alla gamba destra, ha saltato 8.62 agli Europei in Polonia, realizzand­o il record del mondo della categoria T64 e facendo meglio dei normodotat­i. A Tokyo proverà a volare ancora più in là: «All’Olimpiade abbiamo visto un record del mondo nel salto triplo, sarebbe bello fare un primato anche alla Paralimpia­de, è dura, ma ci proverò».

Un altro campione da non perdere è l’arciere senza braccia Matt Stutzman, uno dei protagonis­ti insieme alla nostra Bebe dello splendido documentar­io di Netflix “Rising Phoenix”. Oltre a colleziona­re medaglie, l’asso statuniten­se è nel Guinness dei primati come unico individuo sulla Terra capace di colpire un bersaglio a distanza di 283,4 metri. Altro che Robin Hood!

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Bebe Vio, 24 anni, con l’arciere americano Matt Stutzman, 38
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ANSA Martina Caironi, 31 anni, due volte paralimpio­nica sui 100

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