Fiorentina, solo musica Italiano
La personalità impressa alla squadra grazie alle idee del tecnico hanno dato un’identità attesa da anni
Vincenzo Italiano, 43 anni
Da molto tempo la Fiorentina stava in campo senza una chiara identità. Un tempo grigio, con la squadra e i suoi allenatori troppo preoccupati di trovare un risultato per rincorrere un gioco. Quell’identità è riapparsa domenica sera all’Olimpico contro la Roma. Concetti chiari: calcio verticale, sempre; difesa alta, sempre; ricerca di spazi sugli esterni, appena c’era la possibilità. Con una sola partita a disposizione si può avere una sensazione, una impressione, ne occorrono molte di più per avere un’idea precisa e dare un giudizio netto. Ma se restiamo alle sensazioni, sono incoraggianti. Si parla della Lazio di Sarri come l’esempio del cambiamento tattico più profondo di tutto il campionato, ma sullo stesso piano va messa anche la Fiorentina di Italiano, con la differenza che la Lazio di Inzaghi era comunque abituata a cercare il gioco, se possibile lo spettacolo avendo gli interpreti giusti (Milinkovic, Luis Alberto, Correa), la Fiorentina no.
I giocatori stanno seguendo l’allenatore, si nota l’impegno ad applicare in campo quanto vuole il tecnico, ma ci vuole un rodaggio più lungo per mettere le cose a posto e limare i difetti che si sono visti all’Olimpico. L’errore di Dragowski è stato evidente, Abraham si stava allargando sull’esterno non doveva catapultarsi fuori area con quella furia. Però si tratta di un errore che gli appartiene solo sul piano tecnico: se la difesa gioca alta, il portiere deve uscire ogni volta che gli avversari rubano lo spazio alle spalle dei difensori. Ed è spesso un grande spazio. Il meccanismo è ancora imperfetto.
Anche con un uomo in meno la Fiorentina non ha perso le misure, è stata perfino più pericolosa della Roma nonostante l’inferiorità numerica e lo spostamento di Nico Gonzalez (debutto eccellente) nel ruolo di seconda punta sul centrodestra. Quando è stato espulso anche Zaniolo, la pressione dei viola ha soffocato la squadra di Mourinho e ha prodotto il pareggio di Milenkovic. Ecco, siamo al punto. Segnato il gol dell’1-1 e ristabilita la parità numerica, mancava mezz’ora alla fine. La Fiorentina aveva già dimostrato quanto fosse cambiata (in meglio), aveva già fatto vedere il suo calcio verticale e di personalità, in quel momento sarebbe stato utile riflettere, equilibrarsi, che non significa smettere di attaccare, ma ragionare anche sull’avversario. Basta rivedere i due gol di Veretout per capire quanto invece la difesa fosse scoperta e mal messa, l’ex viola per segnare ha sfruttato spazi che la Fiorentina non avrebbe dovuto concedere. Nel calcio, la linea fra il coraggio e la presunzione è sempre molto sottile.
Siamo convinti che, col tempo e con qualche necessario rinforzo, Italiano riuscirà a trovare quel punto di equilibrio. Le sue idee sono già apprezzate a Firenze e, nonostante i 3 gol dell’Olimpico, i commenti sono improntati all’ottimismo. La strada è tracciata, magari serve qualche parapetto sulle curve più insidiose.