Corriere dello Sport

Fiorentina, solo musica Italiano

La personalit­à impressa alla squadra grazie alle idee del tecnico hanno dato un’identità attesa da anni

- ANSA di Alberto Polverosi

Vincenzo Italiano, 43 anni

Da molto tempo la Fiorentina stava in campo senza una chiara identità. Un tempo grigio, con la squadra e i suoi allenatori troppo preoccupat­i di trovare un risultato per rincorrere un gioco. Quell’identità è riapparsa domenica sera all’Olimpico contro la Roma. Concetti chiari: calcio verticale, sempre; difesa alta, sempre; ricerca di spazi sugli esterni, appena c’era la possibilit­à. Con una sola partita a disposizio­ne si può avere una sensazione, una impression­e, ne occorrono molte di più per avere un’idea precisa e dare un giudizio netto. Ma se restiamo alle sensazioni, sono incoraggia­nti. Si parla della Lazio di Sarri come l’esempio del cambiament­o tattico più profondo di tutto il campionato, ma sullo stesso piano va messa anche la Fiorentina di Italiano, con la differenza che la Lazio di Inzaghi era comunque abituata a cercare il gioco, se possibile lo spettacolo avendo gli interpreti giusti (Milinkovic, Luis Alberto, Correa), la Fiorentina no.

I giocatori stanno seguendo l’allenatore, si nota l’impegno ad applicare in campo quanto vuole il tecnico, ma ci vuole un rodaggio più lungo per mettere le cose a posto e limare i difetti che si sono visti all’Olimpico. L’errore di Dragowski è stato evidente, Abraham si stava allargando sull’esterno non doveva catapultar­si fuori area con quella furia. Però si tratta di un errore che gli appartiene solo sul piano tecnico: se la difesa gioca alta, il portiere deve uscire ogni volta che gli avversari rubano lo spazio alle spalle dei difensori. Ed è spesso un grande spazio. Il meccanismo è ancora imperfetto.

Anche con un uomo in meno la Fiorentina non ha perso le misure, è stata perfino più pericolosa della Roma nonostante l’inferiorit­à numerica e lo spostament­o di Nico Gonzalez (debutto eccellente) nel ruolo di seconda punta sul centrodest­ra. Quando è stato espulso anche Zaniolo, la pressione dei viola ha soffocato la squadra di Mourinho e ha prodotto il pareggio di Milenkovic. Ecco, siamo al punto. Segnato il gol dell’1-1 e ristabilit­a la parità numerica, mancava mezz’ora alla fine. La Fiorentina aveva già dimostrato quanto fosse cambiata (in meglio), aveva già fatto vedere il suo calcio verticale e di personalit­à, in quel momento sarebbe stato utile riflettere, equilibrar­si, che non significa smettere di attaccare, ma ragionare anche sull’avversario. Basta rivedere i due gol di Veretout per capire quanto invece la difesa fosse scoperta e mal messa, l’ex viola per segnare ha sfruttato spazi che la Fiorentina non avrebbe dovuto concedere. Nel calcio, la linea fra il coraggio e la presunzion­e è sempre molto sottile.

Siamo convinti che, col tempo e con qualche necessario rinforzo, Italiano riuscirà a trovare quel punto di equilibrio. Le sue idee sono già apprezzate a Firenze e, nonostante i 3 gol dell’Olimpico, i commenti sono improntati all’ottimismo. La strada è tracciata, magari serve qualche parapetto sulle curve più insidiose.

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