Kessie, un caso con tre anomalie
Sembrava un giallo con la soluzione dietro l’angolo e invece è diventato un intreccio infinito con alle viste un altro addio traumatico. È il caso Kessie che ha conosciuto nella serata di lunedì, qualche minuto prima della prova di forza del nuovo Milan di Pioli e Maignan, di Tonali e Diaz, un intervento chiarificatore di Paolo Maldini. L’ex capitano del Milan pluridecorato ha spiegato le linee guida del club decise dall’azionista in materia di calcio-mercato: non andremo oltre certe cifre per evitare di commettere gli errori pagati cari nel passato. A quali errori si riferiva Maldini? Alle spese folli del duo Fassone-Mirabelli che portò il Milan sotto processo presso l’Uefa per il FFP o probabilmente anche agli acquisti dell’era Leonardo finiti sul gobbone di Elliott che ha dovuto ripianare deficit da tre cifre per molti anni. Pensare che la pacchia duri all’infinito è follia pura. Il nodo è il contratto di Kessie. C’è una prima “anomalia” da segnalare. Gli ultimi due incontri tra il Milan e l’agente del centrocampista sono stati celebrati in campo neutro, a Bologna, con la sola presenza del ds Massara. La spiegazione, maliziosa, che circola è la seguente: Maldini che aveva avuto uno screzio con l’interessato, ha voluto evitare di presentarsi per non compromettere l’esito del negoziato. La seconda anomalia è il ballo delle cifre (fasulle) fatte circolare ad arte. Nelle settimane precedenti si è scritto, ripetutamente, che la richiesta di Kessie fosse di 6 milioni di euro, quasi il triplo rispetto allo stipendio attuale (2,2 milioni). Non è affatto così. Il Milan è prima partito dal doppio (4,4 milioni), poi è lentamente salito fino all’ultima proposta che prevede il rinnovo per 4 anni con cifre che partono da 5,5 milioni (primo anno) per salire a 6 milioni il secondo anno e via via fino a un massimo di sette milioni. George Atangana, l’agente, ha comunicato di volere un contratto che parte subito da 7 milioni netti più 1,5 di bonus (facilmente raggiungibili) che porterebbe il totale dell’operazione per quattro anni alla cifra considerevole di 34 milioni netti che valgono circa 70 milioni per il bilancio del club. Di qui la dichiarazione di Maldini che ha fissato ancora una volta i paletti in materia di calcio sostenibile facendo sapere, a Kessie e al suo agente, che oltre l’offerta il club non potrà andare. E qui c’è anche la terza e ultima anomalia della vicenda. Perché del centrocampista, a livello ufficiale, è nota l’intervista rilasciata in Giappone durante le Olimpiadi nella quale garantì che appena rientrato in Italia “avrebbe sistemato tutto”. Così non è stato, naturalmente. E forse dietro questo cambio di strategia ci sarebbero le telefonate di Paratici (Tottenham) e di Leonardo (Psg). A questo punto comincia a circolare il sospetto che il Milan possa ritrovarsi ancora una volta come con Donnarumma e Calhanoglu: con Kessie via a parametro zero, in prossimità della scadenza e senza la possibilità di cedere Kessie. In questa finestra di mercato è impossibile. A gennaio 2022, a sei mesi dalla scadenza, sarebbe di fatto invendibile.
Gli ultimi due summit in campo neutro, il balletto delle cifre e le sue ultime frasi