Il cambiamento va spiegato e reso sostenibile
Il ritorno alla normalità dopo le vacanze è sempre un momento che richiede aggiustamenti e adattamenti. Il consumatore ritorna e il quadro di riferimento è lo stesso che ha lasciato. Pandemia ancora da sconfiggere, la vaccinazione dei più piccoli da decidere, il contatto con i no Vax, le scelte di mobilità e così via. In definitiva un quadro fluido e incerto che avrebbe bisogno di un contributo di stabilità piuttosto che di incertezze. Il settore della mobilità ne ha viste tante negli ultimi tempi e la situazione, per gli stessi consumatori, è stata ulteriormente complicata dai decisori politici. Cambio o non cambio la mia auto? Queste vetture benzine e Diesel, dimenticate dalla pubblicità e attaccate da più parti come agenti inquinanti, le posso ancora comperare o meglio di no perché il loro valore nel tempo si potrebbe azzerare e magari presto la loro circolazione sarà molto limitata? Le stesse ibride, che restano la soluzione più intelligente e pragmatica, ora sono messe in discussione e la UE ne prevede la cessazione della vendita nel 2035. Le vetture elettriche, regine della comunicazione degli ultimi tempi, sono veramente abbordabili e gestibili senza problemi di rifornimento oppure meglio aspettare e vedere se le attuali problematiche ed incertezze verranno superate? Forse la cosa più saggia da fare è continuare con la vecchia automobile, tanto la qualità è notevolmente aumentata e può durare ancora a lungo. Gli incentivi, tuttavia, anche se limitati offrono una opportunità unica di sostituzione e inducono a riflettere sulla possibilità di acquisto di una nuova vettura. Nessuno pretende che il decisore politico abbia la bacchetta magica di fronte a questa situazione di passaggio epocale, da una mobilità individuale ad una condivisa, e risolva di un colpo tutte le incertezze. Si chiede solo, in Europa come in Italia, che qualcuno indichi la strada da percorrere per facilitare e non complicare i processi decisionali dei consumatori. Bisognerebbe evitare gli annunci dei divieti, che si susseguono in questi ultimi anni, nei confronti del modello di mobilità conosciuto. Soprattutto se non si spiega cosa fare per adattarsi al nuovo modello proposto e ancora non così chiaro. Per cambiare, bisogna ben verificare la sostenibilità economica del cambiamento e spiegarlo alla comunità dei consumatori, così da evitare problemi più gravi.