Corriere dello Sport

«Milano mi ha convinto mandando via il migliore»

Dopo sei anni (e due stagioni nella NBA) l’ala della Nazionale è tornata all’Olimpia per portare esperienza Melli: «L’aver lasciato libero uno come LeDay per farmi spazio è stato un attestato di stima E finalmente non incontrerò Hines da avversario»

- Di Fabrizio Ponciroli

«Non è un segreto che mi piaccia facilitare il gioco dei compagni, lo farò anche qui Non ho problemi a rinunciare a dei tiri»

«La fascia di capitano azzurro l’ho tenuta in caldo per Gigi Datome All’Armani non so, non spetta a me questa scelta»

E’iniziata la seconda avventura in biancoross­o per Nicolò Melli. Archiviata l’agrodolce esperienza NBA, il lungo classe 1991 ha deciso di tornare nella a Milano dove è stato protagonis­ta per un quinquenni­o (2010-2015). Convinto dal progetto di coach Ettore Messina, il capitano azzurro non si pone limiti.

Melli, sensazioni legate al suo ritorno all'Armani?

«Tante emozioni e ricordi, alcuni brutti ma soprattutt­o belli. Ho trovato una società diversa rispetto a quella che avevo lasciato sei anni fa. L'organizzaz­ione è completame­nte diversa»

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Si aspettava qualche proposta dalla NBA o Milano è sempre stata la sua scelta primaria?

«Ho firmato con l’Olimpia prima che cominciass­e la free agency. E’ stata una scelta, come si suol dire, di campo. Dopo aver parlato con coach Messina, mi sono convinto: le sue parole mi hanno colpito, così come il progetto. Non c’è delusione, sono contento dei due anni in NBA ma adesso sono carico per le sfide che affronterò qui».

In cosa crede di essere migliorato in NBA?

«Direi di lasciarlo dire al campo se e dove sono migliorato. Io so solamente che mi sono allenato duramente in questi due anni. Un’ala deve saper far tutto. L'esperienza è stata bella, ora penso solo a far bene a Milano».

Sarà una sfida al vertice tra Olimpia e Virtus Bologna?

«Bello pensare che ci sia una sfida a quello livello per il campionato, però non bisogna scordarsi delle altre squadre, penso a Venezia o a Sassari. Quando giocavo a Milano, l’avversario numero uno era Siena, ora è la Virtus. Credo sia positivo per il basket italiano che ci siano società che investano a questi livelli».

Cosa l'ha convinta del progetto biancoross­o?

«Quando una squadra manda via quello che è stato uno dei migliori, se non il miglior giocatore della passata stagione (Zach LeDay, ndr) per darti più spazio, significa molto. E’ un attestato di stima».

C'è un giocatore dell'Olimpia con cui è particolar­mente contento di giocare?

«Finalmente posso giocare con Hines e non contro. L’ho incontrato da avversario ai tempi dell’A2 ed era già fortissimo. Poi sono curioso di capire come andrà con Mitoglou, uno contro cui ho sempre fatto molta fatica. Credo che potremmo essere intercambi­abili».

Ha indossato la fascia di capitano in Nazionale, accadrà anche qui all'Olimpia?

«Ho sempre detto che la fascia di capitano della Nazionale l’ho tenuta in caldo per Gigi Datome. Qui non ho parlato ancora con nessuno. Per tutti i giocatori, soprattutt­o per un italiano essere Capitano dell’Olimpia sarebbe un onore incredibil­e, ma non è una decisione che spetta a me. Ne sarei felice se fosse, oltre ogni dubbio, una decisione condivisa anche con la squadra. Contando i cinque anni che ho trascorso qui, probabilme­nte sono il giocatore con più presenze, ma è anche vero che manco da sei anni e non ho mai giocato a Milano con nessuno di questi ragazzi. Al massimo, ho giocato con Datome a Istanbul».

Che ruolo pensa che avrà in questa nuova Olimpia?

«Non abbiamo fatto ancora il primo allenament­o, non so ancora bene cosa vorrà da me coach Messina. Come sempre, cercherò di portare la mia esperienza. Non è un segreto che mi piace facilitare il gioco dei compagni e lo farò anche qui. Non ho problemi a rinunciare ad un tiro, se c’è un giocatore posizionat­o meglio. Forse questa caratteris­tica l’ho un po’ pagata nella NBA».

Questo ritorno a Milano cosa rappresent­a per lei?

«Una storia importante. Quando sono andato via ho vissuto tutte le altre tappe come momenti di crescita. Non so cosa rappresent­eranno i prossimi tre anni qui: di certo non li considero un punto di arrivo, ma una ripartenza».

Che ne pensa del progetto dell'Olimpia iniziato con Messina? «Questa è una società ambiziosa, che è arrivata ad un tiro dalla finale di Eurolega. Dopo l’Olimpiade, che è stata una bellissima esperienza, ho staccato. Ora mi concentrer­ò nuovamente e comincerò a studiare anche le nostre avversarie. Credo che la società abbia allestito un roster che può affrontare tutte le competizio­ni al meglio».

 ?? CIAMILLO ?? Nicolò Melli, 30 anni, ieri davanti al Duomo di Milano. E' tornato all'Olimpia dopo sei anni
CIAMILLO Nicolò Melli, 30 anni, ieri davanti al Duomo di Milano. E' tornato all'Olimpia dopo sei anni

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