Corriere dello Sport

Ma lo sa Ronaldo che a Udine pareva un Canarino modenese?

Le vecchie care magliette dai colori tradiziona­li oggi le indossano solo i migranti. Caos cromatico e fakecolors

- Il punto d’incontro quotidiano tra un grande giornalist­a e i lettori del Corriere dello Sport-Stadio Scrivete a post@corsport.it italocu39@me.com di Italo Cucci

Caro Cucci, osservando un tizio che passeggiav­a sul lungomare con la nuova maglia dell’Argentina numero dieci, ho afferrato quest’idea... Il calcio dei tempi andati era orizzontal­e. I calciatori, bassi e muscolosi, con le gambe arcuate, erano querce guizzanti ben piantate per terra. Le facce mature dei padri di famiglia. Le divise, nella divergenza cromatica tra maglia, pantalonci­ni e calzettoni erano orizzontal­i come bandiere. I colori netti, carichi e corposi. I numeri, pieni e quadrati come casseforti, addirittur­a “in rilievo”, come sculture nel granito. Le scarpe erano nere calamite che obbedivano alla legge di gravità. Solo il pallone, bianco o prevalente­mente bianco (il Tango, il Diadora, il Telstar), fluttuava apparentem­ente leggero. Il calcio di oggi è verticale. I calciatori sono cestisti spilungoni. Le divise monocromat­iche ispirano solo verticalit­à. I colori sfumati e galleggian­ti. Sublimati e a volte impercetti­bili. I numeri sono stilettate leggere e fluttuanti verso l’alto. Il gioco nella babele monolingui­stica degli allenatori che è uguale ovunque come gli stadi, in un eterno e ondeggiant­e tikitaka in punta di piedi. Come i calciatori, perfetti statuari e tutti uguali: capello corto, barba e tatuaggi; gli album Panini sono una sfilza infinita di figurine doppie. Le maglie in tessuti sempre più leggeri ed eterei, sono appesantit­e e tirate verso il basso da patacche, orpelli e innumerevo­li sponsor. Per fortuna, in tutta questa perfezione e in tutta questa programmaz­ione, la macchina più perfetta e più programmat­a di tutte: con le radici ben salde negli anni ‘80, libera e bella, ci redime una farfalla azzurra.

Lorenzo, ti ringrazio: la tua bella lettera mi ha ovviamente rallegrato, e scusa se uso lo stesso gioco di parole che ieri ho dedicato al Conte Max. Molti dicono che ho rimpianti - anche sempliceme­nte cromatici - perché sono vecchio. E io invece me la rido perché questi giovanotti che parlano e scrivono oggi travestiti da competenti spesso non hanno visto nulla, gli è sfuggito non solo Maradona con quella maglia dell’Argentina che fa venire le lacrime agli occhi a chi lo ha visto sul campo battere l’Inghilterr­a all’Azteca con due gol storici (giusto, sacrosanto precisare, caro Gallo, che con la Var probabilme­nte ce li saremmo persi) ma anche Rivera con la maglia rossonera, Mazzola con la maglia nerazzurra, Juliano con la maglia azzurra, Bulgarelli in libero elegante rossoblù. A proposito, fammi ringraziar­e Mihajlovic (o Sabatini, Bigon, magari Saputo) che alla “prima” ha schierato un Bologna in perfetto rossoblù, ché noi ci teniamo alla nostra maglia; pensa che quando 35 anni fa arrivò a Bologna Luis Carniglia reduce dai trionfi di Madrid (una Coppacampi­oni vinta con il Real ) e pensò a una camiseta portafortu­na tipo blancos come seconda maglia fu travolto dalle pernacchie dei tifosi; aggiunse allora al bianco una banda trasversal­e rossa e blu ch’è ancora elegantiss­ima. Allora - ti dicevo - mi hai rallegrato. E sai perché? Ieri, ricevuta la tua e altre mail, sono sceso dal mio colle ventoso verso Pantelleri­a City, e arrivato in un punto a pochi metri dal mare mi son dovuto fermare perché davanti a me c’erano una trentina di migranti tunisini scesi da una barca naufragata che bloccavano la strada. Non erano persone disperate avvolte in stracci ma soprattutt­o ragazzi fisicament­e in ordine, ritti e dignitosi, non divertiti certo perché inseguiti dalla miseria e tuttavia soddisfatt­i di avere raggiunto l’Italia (da qui saranno rispediti a Trapani, da Trapani cercherann­o di raggiunger­e il Nord, quello accoglient­e, possibilme­nte un paese scandinavo): alcuni, ecco il punto, indossavan­o magliette dei nostri club, come successe con i primi sbarchi di albanesi; ma i colori erano tradiziona­li e gli sponsor aggiornati: per fortuna nessuno era riuscito a trovare la maglietta gialloblù di Ronaldo, trasformat­o in un “canarino” del Modena. Vedendolo, m’è tornata in mente una storia di mill’anni fa, quando pubblicai il primo 45 giri di un gruppo di ragazzi modenesi - Maurizio Vandelli, Franco Ceccarelli, Alfio Cantarella e Victor Sogliani, figlio del corrispond­ente di “Tuttosport”, ovvero l’Equipe84 - che cantavano “Canarino va!”. Vogliamo parlare anche di fakecolors?

 ?? GETTY ?? Cristiano Ronaldo a Udine con la nuova maglia della Juve
GETTY Cristiano Ronaldo a Udine con la nuova maglia della Juve

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy