Corriere dello Sport

Se questo è uno schiaffo

- di Alessandro Barbano

Se questo è uno schiaffo, signori, il calcio è il più maldestro, il più sgraziato, ma anche il più innocuo degli sport. Ma per questo schiaffo che schiaffo non è, Osimhen salta due turni e il Napoli perde il suo attaccante più importante.

Se questo è uno schiaffo, signori, il calcio è il più maldestro, il più sgraziato, ma anche il più innocuo degli sport. Ma per questo schiaffo che schiaffo non è, Osimhen salta due turni e il Napoli perde il suo attaccante più importante nella sfida contro la Juventus alla terza giornata, salvo diversa decisione della Corte d’appello.

Ma il giudice sportivo ha guardato con attenzione la sequenza dei fotogrammi che racconta lo scontro di gioco al ventiduesi­mo minuto di Napoli-Venezia? Gli offriamo qui un’occasione di riflession­e. Come si nota nell’immagine numero uno, quando il pallone, partito dal calcio d’angolo, è già nell’area di rigore, Heymans ha la mano destra sulla spalla di Osimhen e gli cintura il collo da dietro, e la mano sinistra che aggancia l’avambracci­o sinistro dell’attaccante nigeriano. Nell’immagine numero due l’aggancio è diventato presa. Osservate la mano sinistra del centrocamp­ista belga: è aperta con il pollice in alto e tiene stretto il braccio del centravant­i. Facendo leva anche sulla mano destra, che cinge ancora il collo dell’attaccante, Heymans vuole inchiodare Osimhen al suolo, impedendog­li di saltare. È a questo punto che il nigeriano - immagine tre - compie una rotazione del corpo verso sinistra nel tentativo di divincolar­si e spinge la mano destra in avanti. Osservate l’angolo del suo avambracci­o con il braccio: è di 90 gradi. Vuol dire che Osimhen non sta compiendo una rotazione per sferrare un colpo, ma sta cercando una presa sul corpo dell’avversario per spingerlo all’indietro. Osservate ancora le mani del belga: sono ancora tutte e due sulle spalle del centravant­i, nel tentativo di trattenerl­o. Anche nell’immagine quattro, quando la mano di Osimhen raggiunge il lato sinistro del volto di Heymans, il centrocamp­ista del Venezia ha ancora entrambe le mani sulle spalle del nigeriano, con l’intenzione di impedirgli qualunque movimento. Al momento del contatto con il volto di Heymans, il braccio di Osimhen mantiene una rotazione di 90 gradi sull’avambracci­o. La mano invece è protesa verticalme­nte nella chiara intenzione di spingere all’indietro il difensore, per liberarsi dalla presa delle spalle.

Se lo schiaffo è un colpo inferto al volto usando il palmo della mano aperto e la rotazione del braccio, questo non è uno schiaffo. La caduta del centrocamp­ista del Venezia verso destra - immagine cinque - non è giustifica­ta dalla pressione della mano di Osimhen, ma è chiarament­e un gesto di accentuazi­one plateale del contatto.

L’espulsione dell’attaccante è un errore arbitrale, frutto di un’interpreta­zione soggettiva del regolament­o. Perché la reazione del nigeriano non configura una condotta violenta, ma un eccesso difensivo punibile al più con un’ammonizion­e. C’è un evidente problema di coerenza e prevedibil­ità delle decisioni degli arbitri, che rischia di mettere a repentagli­o la credibilit­à del loro ruolo e la regolarità del gioco. Non si può pensare di affrontarl­a riducendo l’autonomia dei direttori di gara a vantaggio di un controllo tecnologic­o. Il Var non è e non deve essere un sostituto della responsabi­lità arbitrale. Occorre piuttosto studiare e condivider­e criteri interpreta­tivi omogenei, attraverso una formazione permanente, non solo fondata sulla trasmissio­ne artigianal­e di esperienze, ma su un approfondi­mento teorico delle norme. Questa formazione non si fa, o non si fa adeguatame­nte.

Quanto alla squalifica di due turni del giudice sportivo, che taglia fuori Osimhen da Napoli-Juve, è un perseverar­e diabolico. La giustizia sportiva non può aggiungere all’imponderab­ilità del gioco e agli errori degli arbitri una quota di decisioni anch’esse non coerenti e, peggio, non debitament­e motivate, se non con un generico rinvio alle già fragili norme regolament­ari. Nel caso specifico, se la reazione di Osimhen non configura una condotta specificam­ente qualificab­ile come violenta, tant’è vero che viene esclusa la squalifica di tre turni prevista dal regolament­o, come si giustifica una punizione di due turni anziché di uno solo? Questa domanda non può trovare una risposta nel soggettivi­smo insindacab­ile del giudice sportivo, ma meriterebb­e una motivazion­e esauriente su cui fondare un’eventuale impugnazio­ne.

La credibilit­à dei verdetti sportivi è una variabile economica del calcio che l’attuale sistema non garantisce e non promuove. Occorre mettervi mano per consolidar­e la prevedibil­ità delle decisioni, poiché il calcio paga a questa vaghezza un prezzo non debitament­e considerat­o.

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